Titolo: La coscienza di Zeno.
Scrittore: Italo Svevo.
Genere: commedia, psicologico.
Editore: Einaudi.
Anno: 1922.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.
Genere: commedia, psicologico.
Editore: Einaudi.
Anno: 1922.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.
Negli ultimi mesi, tra un romanzo fantasy e un testo di saggistica, sono comparsi su Libri e Romanzi anche alcuni classici, tra cui Il fu Mattia Pascal, I Malavoglia, Madame Bovary, Il piacere, etc.
Quest’oggi va a far loro compagnia un altro grande classico della letteratura italiana: La coscienza di Zeno di Italo Svevo.
Si tratta, peraltro, di uno tra i libri che ho preferito in assoluto per via della sua vivacità intellettuale e della sua ironia.
Si tratta inoltre del libro conclusivo della trilogia che Italo Svevo ha dedicato alla figura dell’inetto, e segue Una vita e Senilità.
Per chi non avesse mai letto La coscienza di Zeno, ecco in sintesi la sua trama: Zeno Cosini è un uomo benestante, che tuttavia, anche a causa del rapporto conflittuale con suo padre, ha sviluppato una sorta di malessere esistenziale, che si rifletterà in praticamente ogni ambito di vita.
In cura da uno psicanalista, il dottor S., inizierà dietro suo consiglio a scrivere un diario, che poi gli consegnerà per aiutarlo nella diagnosi.
A seguito dell’immotivata interruzione della psicoterapia, il suddetto dottore, ferito nel suo orgoglio professionale, si vendicherà pubblicando le memorie del paziente, che vanno a ripercorrere tutta la sua vita, benché non in senso cronologico, quanto analogico, ossia seguendo argomenti, spunti e collegamenti.
Capitolo dopo capitolo, si viene così a scoprire la figura di Zeno Cosini, in relazione al suo rapporto col padre, al suo matrimonio, alla sua amante, agli affari, al vizio del fumo (celeberrima ormai la sua “ultima sigaretta”).
Di impianto narrativo molto originale e innovativo, La coscienza di Zeno è il capolavoro indiscusso di Italo Svevo, che ha reso celebre tanto il personaggio di Zeno Cosini quanto la figura del’inetto da lui rappresentata. Sorta di prolungamento della corrente letteraria decadentista, da essa si separa tuttavia per la narrazione più moderna e temporalmente “disciolta”, nonché per il passaggio dalla tragicità esistenziale all’incapacità di vivere, vista con occhi ironici.
Dopo tutto il bailamme psicologico-analitico, peraltro, Zeno scopre che la sua malattia lo rende capace di autoanalisi e quindi di miglioramento, mentre il resto del mondo, cosiddetto "normale", prosegue identico a se stesso, senza dunque alcuna evoluzione.
Da qui passa la presa di coscienza e l’accettazione dei propri limiti.
In conclusione, La coscienza di Zeno di Italo Svevo è un romanzo ricchissimo di spunti psicologici e di ironia, abbinamento che personalmente troppo assai gradevole.
Fosco Del Nero
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