Il cammino del mago

Un duello d’altri tempi – Sherlock Holmes 6 – Gerald Lientz
Titolo: Un duello d’altri tempi – Sherlock Holmes 6 (The honour of the Yorkshire Light Artillery – Sherlock Holmes Solo Mysteries).
Scrittore: Gerald Lientz.
Genere: librogame, giallo.
Editore: E.L.
Anno: 1988.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.


Dopo l’appena sufficiente i Dinamitardi, quinto libro della serie di librogame Sherlock Holmes, ritorna in pista Gerald Lientz, autore dei migliori volumi della serie in questione (ricordo in particolare Omicidio al Diogenes Club Il caso Milverton): stavolta è la volta di Un duello d’altri tempi.

Ecco la trama sommariadi Un duello d’altri tempi, che ci porta dritti dritti nell’Inghilterra del 1890, tra investigatori, militari, gioielli, duelli, furti, patrimoni e promesse di matrimonio: noi siamo James Hurley, investigatore di riserva che il famoso Sherlock Holmes manda a occuparsi dei casi di cui egli stesso non può occuparsi per via di precedenti impegni. 
Il caso in questione in realtà non è un caso, o quantomeno non ancora: non è stato perpetrato alcun omicidio e non è stato commesso nessun furto… ma di recente, durante due convivi, sono stati compiute due ricche rapine presso residenze private, e si profila all’orizzonte un altro convivio, durante il quale saranno effettuate attività, verrà inscenato un antico duello riproposto di anno in anno tramite simulazione e soprattutto verrà esposta un’aquila d’oro tempestata di pietre preziose, antico artefatto di valore inestimabile.
Così, noi e il fidato Dottor Watson veniamo mandati a vigilare, mentre Sherlock Holmes fa da consulente a distanza.

Il sistema di gioco è quello tipico dei precedenti libri di Gerald Lientz: vi sono scelte da fare, che possono maturare indizi, decisioni e deduzione, col nodo che verrà dipanato solamente se si collezionerà un certo numero di indizi.

Il caso è interessante e vivace, anche per via della sottotrama che accompagna la trama principale e che serve e mischiare un po’ le acque; parecchio, in realtà, per via dei numerosi personaggi, delle numerose possibilità, e delle numerose scelte disponibili, cosa che genera diversi possibili esiti nonché una buona rigiocabilità del librogioco.

Lo stile di scrittura è invece pulito, essenziale ed efficace.

Globalmente, Un duello d’altri tempi di Gerald Lientz, sesto volume della collana Sherlock Holmes e nel dettaglio quarto curato dallo stesso Lientz, conferma la buona qualità media dell’autore in questione (il solo Watson sotto accusa non mi aveva colpito in positivo) e si dimostra librogame giallo-investigativo di buon valore.

Fosco Del Nero


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Titolo: Il ritorno di Ayesha (The return of Ayesha).
Scrittore: Henry Rider Haggard.
Genere: fantasy, avventura, sentimentale.
Editore: Newton Compton.
Anno: 1905.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui


Il ritorno di Ayesha è il seguito di Lei, altrimenti intitolato La donna eterna: quest’ultimo era stato scritto nel 1887, mentre il suo seguito è datato 1905: ben diciotto anni di distanza, dunque.
Il ciclo si completa infine con altri due romanzi, che però non sono mai stati tradotti in italiano.

Henry Rider Haggard è stato uno scrittore molto prolifico e al tempo molto famoso, soprattutto per il lungo Ciclo di Allan Quatermain (tra cui spicca il noto Le miniere di Re Salomone), così come per il Ciclo di Olaf Spadarossa.

Di mio, Ayesha è il suo quinto libro che recensisco, dopo La donna eterna, La collana del vagabondo, Bisanzio e La valle dei re; le valutazioni hanno oscillato tra il 6.5 e l’8, segno che Haggard mi è sempre piaciuto… soprattutto per la sua verve avventurosa, ma anche per un certo sottofondo psicologico.

Ma torniamo a Il ritorno di Ayesha: Orazio e Leo, invecchiati di circa vent’anni, stanno ancora viaggiando per il mondo alla ricerca di Ayesha, il cui precedente corpo hanno visto morire davanti ai loro occhi ma che danno per scontato sia ancora viva da qualche parte, data la sua natura immortale. Finiscono così in Asia, tra monasteri e antiche popolazioni.
In un luogo, in particolare, si parla di una Montagna Fiammeggiante abitata da un’invincibile Regina… e i due torneranno a rivisitare l’antica storia di Callicrate, di Amenartas, della sacerdotessa di Iside e del saggio consigliere.

In effetti, Il ritorno di Ayesha sa molto di già visto: in parte è un seguito e in parte è una riproposizione del romanzo che ebbe tanto successo in precedenza, pur con la modifica di nomi e situazioni.
Il testo è anche nettamente più lungo e, data la scrittura piuttosto verbosa di Haggard (ma più che sua era una tendenza di quel periodo), rischia di annoiare in certi frangenti, pur mantenendosi sempre sufficientemente interessante.

Nel passaggio tra l’avventura africana e quella asiatica si perde parecchia della forza del romanzo originale, anche se non mancano alcune scene di alto impatto, nonché alcune riflessioni valide sull’animo umano o su mitologie, culti e spiritualità.

Credo che, finora, avessi letto Il ritorno di Ayesha solo una volta, da adolescente, tanto che non ne ricordavo i contenuti, mentre La donna eterna l’avrò letto quattro o cinque volte, il che da solo dà un’idea del rispettivo valore dei due romanzi.

Fosco Del Nero


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