Il cammino del mago

Titolo: La foresta maledetta - Dimensione avventura 2 (The forest of doom).
Scrittore: Ian Livingstone.
Genere: librogame, avventura, horror.
Editore: E.L.
Anno: 1983.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.


La foresta maledetta è il secondo libro della serie di librogame Dimensione avventura, la quale sarebbe l’edizione italiana (parziale) della serie inglese Fighting fantasy.

Dopo La rocca del male di Steve Jackson, libro celebre sia per sua fama sia per contenere un’errore di stampa che in pratica lo rendeva impossibile da terminare, ecco La foresta maledetta di Ian Livingstone
Si passa così dall’autore della fortunata, e secondo molti la migliore in assoluto, serie di Sortilegio, a un autore molto presente nella lunga collana di Dimensione avventura… il cui altro autore spesso presente è lo stesso Steve Jackson, dal momento che i due la hanno co-ideata assieme.

Il genere, de La foresta maledetta ma in generale di tutta la serie, è un fantasy avventuroso e con vaghe tinte horror, anche se più nei titoli che nel tono della narrazione.

La narrazione di questo libro, seppur apparentemente molto ampia, con un’intera foresta da esplorare per trovare le due parti di un manufatto dei nani che è stato rubato dai goblin, in realtà non è così vasta, e il percorso è discretamente obbligato nei suoi binari principali.
L’ambientazione è comunque credibile (si fa per dire) e ben descritta.

Ugualmente ben fatto, nella sua semplicità, ciò che spesso coglie nel segno, è il sistema di gioco: qualche dado, qualche valore, oggetti e scelte, secondo il canone classico dei librogame e senza doversi scervellare per ogni singola cosa.

Belle le illustrazioni, ciò che poi, nella mia opinione, era uno dei valori aggiunti dei librogame rispetto ai libri normali, solitamente privi di immagini: ciò contribuiva, nella fantasia dei ragazzi che eravamo, a generare un intero mondo… e solitamente un mondo nello stile proprio delle illustrazioni presenti nel singolo libro.
In effetti, in generale io sono un grande fan delle illustrazioni, fossero anche solo in bianco e nero com’era per l’appunto nei librogame della E.L.

Se i contorni sono buoni, forse è proprio la storia il punto non dico debole, ma perlomeno non trascendentale de La foresta maledetta: l’avventuriero incontra un nano morente, il quale gli affida una missione… e l’avventuriero ovviamente va a compierla, per poi venire ricompensato (se non muore prima, ovviamente).

Nel complesso, ho gradito sufficientemente La foresta maledetta, ma per fascino e impatto La rocca del male gli sta a mio avviso un gradino sopra… errori di traduzione a parte.

Fosco Del Nero


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Titolo: Il talento di Alucius- Le cronache di Corus 1 (Legacies).
Scrittore: L. E. Modesitt Jr.
Genere: fantasy.
Editore: Armenia.
Anno: 2002.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


Sono sempre alla ricerca di romanzi fantasy di spessore, laddove con “romanzi fantasy di spessore” intendo opere del valore de Lo hobbit, Il magoLa storia infinita, dunque con evidenti tendenze esistenziali, oppure opere fresche e originali quali i libri di Jonathan Stroud o Walter Moers, oppure opere dal grande afflato epico come quelle di George Martin o di Robin Hobb

In tale ricerca, avevo letto online pareri condivisi, ed eccellenti, sulla trilogia de Le cronache di Corus, di L. E. Modesitt Jr., autore che non avevo mai letto: ecco qui dunque la recensione de Il talento di Alucius, il primo libro della suddetta trilogia, scritto nel 2002.

Cominciamo col dire che si tratta di un fantasy classico, e dunque con mappa inventata, popoli inventati, creature soprannaturali e magia: il protagonista, Alucius, è egli stesso portatore di un’energia magica che nella storia è chiamata “talento”, la quale lo rende in grado di creare illusioni, convincere mentalmente le persone e persino danneggiarle a distanza. Tale talento è diffuso specialmente tra i pastori, e Alucius per l’appunto proviene da una famiglia di pastori ed è stato addestrato, sia nelle armi sia caratterialmente, dal nonno Royalt.

Passiamo ora alla trama de Il talento di Alucius: Alucius è un adolescente che vive nella Valle di Ferro, un posto di per sé tranquillo ma ora insidiato dai venti di guerra: la Matride, una sorta di dispotismo matriarcale, la sta infatti insidiando da sud, nell’ottica di costituire una regione grande e potente per contrastare poi il più potente regno di Lanachrona
Alucius, nelle battaglie che ne derivano, viene catturato, portato a meridione, al confine con Lanachrona, e addestrato come soldato della Matride. Il suo talento, tuttavia, di cui nessuno sa niente giacché suo nonno gli ha insegnato a non rivelarlo mai ad anima viva, visto che i “talentosi” erano considerati malissimo e spesso assassinati, lo pone in una situazione di vantaggio, sia nella carriera militare sia umanamente.

Il talento di Alucius è un’opera valida. Intanto, parte da mosse originali, che non sono certo quelle della magia, ma quelle della provenienza pastorale del protagonista, costretto a fronteggiare dapprima strane creature umane e non, nei pascoli di montagna in cui si trova, e poi le milizie umane delle varie sponde. Tutto ciò in un contesto antico di cui si son dimenticate le origini e di cui rimangono solamente le vestigia.

Il protagonista, così, e il lettore con esso, si muove in un mondo di cui non sa molto e in cui deve per forza procedere a tentoni.
Alucius lo fa con discreta disinvoltura, dato il notevole vantaggio di cui gode rispetto agli altri esseri umani. Il lettore lo fa anch’egli con discreto piglio, dal momento che L. E. Modesitt Jr. sa scrivere bene, in modo chiaro e lineare.

Manca un po’ di profondità, forse, e anche un po’ di tensione scenica, ma il panorama generale de Il talento di Alucius è quantomeno discreto, tanto che mi leggerò senza dubbio il suo seguito, Tenebre.

Fosco Del Nero


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