Il cammino del mago

Titolo: Momo (Momo).
Scrittore: Michael Ende.
Genere: fantasy, fantastico, commedia.
Editore: Longanesi.
Anno: 1984.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



Era da molto tempo ormai che avevo a casa Momo, il romanzo di Michael Ende.

Tuttavia, nonostante avessi grandemente apprezzato La storia infinita e Lo specchio nello specchio, il primo il capolavoro del fantasy dell’autore tedesco e il secondo un’ispirata raccolta di racconti di genere surreale, non avevo mai proceduto alla lettura di questo altro libro, semplicemente perché non ne ho mai avuto troppa voglia.

In un certo senso, il mio istinto aveva ragione (e quand’è che l’istinto non ha ragione, anche se la frase detta così sembra un’antinomia?) e Momo non mi ha entusiasmato. E ciò nonostante gli ingredienti fossero in effetti i miei preferiti: un personaggio centrale fuori dagli schemi, un’ambientazione surreale, dei dialoghi di un certo livello, una trama che contiene anche concetti importanti, per non dire veri e propri principi esistenziali. 

Ecco in breve la trama di Momo: Momo è una ragazzina senza famiglia, che vive in un antico e piccolo e trascurato anfiteatro, nel quale si è costruita una casetta, aiutata anche dai suoi amici, numerosi, visto che la bambina è assai benvoluta dalla gente della zona per una sua caratteristica spiccata: sa ascoltare ed è di conforto per la gente che ha dei problemi e che ha bisogno di un ascolto attento.

Che poi Momo non suggerisca niente poco importa: c’è per tutti.

Un brutto giorno, però, Momo viene a contatto con i Signori Grigi, personaggi che rubano il tempo agli uomini, di fatto vampirizzandoli e riducendoli all’apatia e alla noia.
Essi vedono in Momo, capace al contrario di ispirare gli altri, un ostacolo al loro dominio sul genere umano. 

Inizia così una guerra lunga, prima a distanza e poi ravvicinata, in cui faranno la loro parte anche Beppo lo spazzino, Gigi il cantastorie, la tartaruga Cassiopea, il custode del tempo Mastro Hora.
Oggetto della battaglia: il tempo e la vita degli uomini, che da soli tendevano a sprecarlo e a perderlo a vantaggio dei Signori Grigi.

Ancora una volta Michael Ende mi dà la sensazione di “saperne più di quanto dice”: La storia Infinita, per chi ha occhi per vedere, contiene verità esistenziali di una certa portata, mascherate dentro una storia fantasy, e gli stessi racconti de Lo specchio nello specchio, titolo che è tutto un programma, avevano qualcosa di interessante.

Anche Momo, col suo parlare del tempo, dell’esistenza e dell’amore, rivela qualcosa di chi scrive… e al contempo dona qualcosa a chi legge.

Se ho gradito il libro come contenuti, non mi ha però entusiasmato proprio dal punto di vista narrativo, come stile e ritmo, da cui la valutazione positiva ma un po’ tiepida.

Mio parere ovviamente: se a voi le avventure della giovane Momo ispirano, o se volete leggere una favola metropolitana, il romanzo di Michael Ende potrebbe fare al caso vostro.

Fosco Del Nero


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Titolo: La valle degli eroi (Heroes of the valley).
Scrittore: Jonathan Stroud.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Tea.
Anno: 2009.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.


Jonathan Stroud ha avuto un notevole successo nel mondo con il suo Ciclo di Bartimeus, con cui ha venduto più di sei milioni di copie.
Il suo libro che vi presento oggi non appartiene tuttavia al suddetto ciclo, ma è un romanzo indipendente: La valle degli eroi.

È anch’esso un fantasy, ma di genere un po’ particolare, visto che il libro, pur utilizzando spada e magia, ha come caratteristiche principali una garbata ironia di fondo, nonché una certa predilezione per le caratterizzazioni psicologiche… e difatti di fantasy nel romanzo non c’è quasi nulla.

Ecco in sintesi la trama: la Valle degli Eroi è una vallata suddivisa tra dodici case, una per ciascuno degli antichi eroi fondatori della valle, i quali hanno cacciato oltre certi confini i Trow, esseri malvagi e terribili che infestano tuttora i confini oltre la valle, segnati dai tumuli, ossia le tombe in cui sono stati sepolti gli antichi eroi e a seguire tutti i loro discendenti.
Halli appartiene alla nobile Casa di Svein, il più grande tra gli antichi eroi… o forse no? In effetti, un giro per la valle e qualche chiacchierata con esponenti di altre case renderà il giovane più elastico nelle sue idee, tanto da iniziare a dubitare di tutte le leggende, compresa l'esistenza dei Trow.

La valle degli eroi parte dunque con un’idea di fondo che ricorda molto il film The village, ma poi ci mette del suo, tra antiche storie e vicende del momento, che vedono Halli in veste di eroe-antierore; eroe perché coraggioso e di ingegno brillante, antieroe perché basso e tozzo, certamente non il prototipo del guerriero o dell’avventuriero.
Sta di fatto che, tra una cosa e l’altra, il ragazzo di avventure ne vivrà fin troppe…

Il giudizio largamente positivo assegnato a La valle degli eroi era d’obbligo, visto che ho letto le sue 400 pagine in tre giorni, segno che mi ha coinvolto da subito e fino alla fine.
L’atmosfera e il protagonista principale, difatti, sono accattivanti.

Anche se, a onor del vero, al libro manca lo spessore del capolavoro fantasy, e peraltro molte legittime curiosità del lettore non trovano risposta alcuna nelle pagine del romanzo, il quale lascia molte cose scontate e altre sospese, cosa che non mi è mai piaciuta troppo.
Sono gli unici nei all'interno di un romanzo ben congeniato, originale, appassionante e divertente: difficile lamentarsi avendo davanti un'opera di così ottimo valore.

Nel libro vi sono anche intelligenza, garbo e buona capacità di scrittura, tanto che esso si merita una valutazione molto buona e che induce a leggere altri libri di Jonathan Stroud, a cominciare da L'amuleto di Samarcanda, che difatti leggerò prossimamente.

Fosco Del Nero


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