Il cammino del mago

Titolo: Lo scrittore mago.
Scrittore: Loretta Sebastianelli.
Genere: saggistica, scrittura.
Editore: Uno Editori.
Anno: 2018.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.


Sarò sincero: ho acquistato Lo scrittore mago, testo saggistico di Loretta Sebastianelli, esclusivamente perché l’ho visto in vendita a 1 euro in un negozio online presso il quale stavo già effettuando un ordine.

I due motivi aggiuntivi che mi hanno spinto all’acquisto sono stati il titolo, il quale faceva intendere un processo di scrittura originale, e anzi dalla tendenza interiore e profonda (unitamente all’editore, che si occupa di crescita personale) e il fatto che l’argomento della scrittura mi interessa per definizione, essendo io stesso uno scrittore.

Forse quest’ultimo punto è stato quello decisivo per farmi valutare Lo scrittore mago in modo non troppo elogiativo, nel senso che ho trovato scontati quasi tutti i contenuti dell’opera, nonché tendenzialmente mentale-cerebrale lo stile e l’energia di fondo.

Nel dettaglio, le citazioni di cui l’autrice si avvale a completamento del suo discorso confermano questo secondo punto... come dico sempre, parafrasando un noto proverbio: "dimmi chi citi e ti dirò chi sei".

Il sottotitolo, che prometteva una “guida pratica al processo alchemico per trovare la tua vera voce creativa” l’ho trovato piuttosto eccessivo e, in definitiva, il testo non fa che elencare alcuni punti, corredandoli di alcune argomentazioni ed esercizi, spesso banali i primi e i secondi.

Ma forse, sarò sincero anche qui, sono eccessivamente critico nei confronti dell’opera recensita, dal momento che probabilmente essa si rivolge a chi non hai mai scritto, o lo ha fatto in modo incerto, e non a chi di libri ne ha già scritto una ventina… e che non ha alcun problema di struttura o di blocco creativo (almeno, finora).

In effetti, molti dei punti esposti li osservo anche io (compreso il principio della “creatività all’interno di una struttura”)… il che vuol dire che li apprezzo e li ritengo validi.

Diciamo che dai suddetti titolo e sottotitolo, nonché dalla pubblicazione dell’editore in questione, mi attendevo un’opera davvero “magico-alchemica”, cosa che Lo scrittore mago assolutamente non è… pur essendo probabilmente utile a livello di consigli e di sprone per i neofiti della scrittura.

In questo caso, l’autrice mi perdoni di aver valutato il testo dal mio punto di vista.

Fosco Del Nero


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Titolo: Asutra - Ciclo di Durdane 3 (The asutra).
Scrittore: Jack Vance.
Genere: fantascienza, avventura.
Editore: Euroclub.
Anno: 1973.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.


Dopo aver letto Il mondo di Durdane e Il popolo di Durdane, era scontato che giungesse anche la recensione di Asutra, il terzo e conclusivo romanzo del Ciclo di Durdane, scritto da Jack Vance all’inizio degli anni “70.

Purtroppo, se i primi due romanzi, pur se privi della profondità (interiore, coscienziale, spirituale) che personalmente vorrei vedere in qualunque testo, quale che sia il suo genere letterario, erano risultati dinamici e gradevoli, Asutra risulta solo dinamico e perde la freschezza dei primi due libri.

In verità, sembra più che altro una conclusione un po’ raffazzonata di quello che viceversa era cominciato come un ciclo avente una sua integrità e un suo fascino: in Asutra, invece, si perde praticamente tutto, con le cose che si fanno dispersive e davvero poco convincenti.

Ecco la trama sommaria di Asutra: dopo aver spodestato l’Anome (primo libro) e dopo aver scongiurato la minaccia dei Roguskhoi (secondo libro), Gastel Etzwane decide di andare alla fonte del problema, cercando di scoprire chi minaccia l’umanità di Durdane. Scopre che sono gli Asutra, una razza aliena capace di connettersi con un “ospite” orientandone il comportamento. Ci ha provato con l’umanità, e ancora prima ci aveva provato con la razza dei Ka, vivente in un altro pianeta.

Se il primo romanzo aveva come elemento centrale gli intrighi di palazzo e la strategia operativa, mentre il secondo la strategia bellica contro i barbari invasori, il terzo si dedica ad astronavi, viaggi spaziali e combattimenti… un calo netto di qualità che onestamente non mi sarei atteso.

Ma forse, banalmente, Vance non sapeva come far proseguire il ciclo oppure era intenzionato a chiuderlo il prima possibile. Lo stesso finale di Asutra lascia il tempo che trova, col personaggio che, ancora una volta, sembra non sapere cosa fare della propria vita.

Insomma: bene il primo, bene il secondo, male il terzo.
Questo potrebbe essere il giudizio sintetico sul Ciclo di Durdane di Jack Vance, il quale è un buon autore quando indaga l’aspetto psicologico e sociologico dei personaggi e dei mondi che crea, ma che scivola nella mediocrità più assoluta quando si dedica all’azione e al mero dinamismo.

Fosco Del Nero


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