Il cammino del mago

Titolo: Il principe elefante - La storia di Ganesh (The story of Ganesh).
Scrittore Amy Novesky, Belgin K. Weidman.
Genere: racconti, illustrazioni, infanzia, induismo.
Editore: Eifis Editore.
Anno: 2004.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Personalmente apprezzo molto i libri illustrati, che siano indirizzati a piccoli o adulti, così ogni tanto me ne procuro uno…

… o semplicemente lo leggo, giacché solitamente a leggere una ventina o trentina o quarantina di pagine per metà piene di figure e magari scritte pure a caratteri larghi non ci vuol molto.

È stato proprio così per Il principe elefante - La storia di Ganesh, libro illustrato prodotto dal duo Amy Novesky-Belgin K. Weidman, la prima autrice dei testi e il secondo delle illustrazioni, e pubblicato in Italia da Eifis Editore.

Cominciamo col dire che il libro giocava in casa, data la mia passione per l’India e la cultura indiana in generale… nonché per Ganesh in particolare, di cui non a caso mi son portato a casa svariate statuette o immagini dal mio viaggio in India.

Il principe elefante - La storia di Ganesh, per la precisione, racconta una delle storie sulla genesi di Ganesh, e ovviamente sul motivo per cui egli ha la testa d’elefante e non da uomo.
Gli altri personaggi della storia, se vogliamo chiamarli così, sono le altre deità del pantheon indù, ossia Parvati e Shiva, rispettivamente madre e padre di Ganesh.

La storia è quella, e in tal senso non c’è molto da dire, se non che è stata riportata in modo semplice e scorrevole. Al massimo si può fare un commento sul fatto che sia stata narrata una versione piuttosto che un’altra… e la spiegazione in questo senso è ovvia visto che l’altra versione era decisamente più macabra, mentre in questo libro illustrato si è voluta riportare la magia della cultura indiana.

Riuscendoci, devo dire, grazie a delle illustrazioni bellissime, davvero meravigliose, sia nei tratti, che nei colori, nei personaggi e nei panorami.

L’essenza de Il principe elefante - La storia di Ganesh sta tutta qui, in poche parole, e in tal senso, per la bellezza che propone, il libro vale certamente la spesa.
Sappiamo bene che il rapporto tra testo e numero di pagine gioca a sfavore dei testi illustrati, ma dalla loro parte essi hanno per l’appunto la possibilità affatto trascurabile di poter proporre bellezza visiva, nonché immaginifica, cosa in cui il libro realizzato da Amy Novesky e Belgin K. Weidman ha pienamente successo.
Bella anche l’edizione dell’editore italiano.

Fosco Del Nero


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Titolo: Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (Zen and the art of motorcycle maintenance).
Scrittore Robert M. Pirsig.
Genere: autobiografico, psicologico, filosofico, esistenziale.
Editore: Superpocket.
Anno: 1974.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


La consapevolezza è davvero incredibile.
O, se volete utilizzare un’espressione più comune, la differenza di prospettiva derivante dal punto di vista e dal cambiamento interiore è davvero incredibile.

Lessi la prima volta Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta quando ero ragazzino, credo il primo anno d’università (avevo 18 anni), e allora mi parte un libro davvero profondo, colmo di significati esistenziali e di gran valore.

L’ho riletto ora, e la mia visione su di esso è incredibilmente mutata.
Non che ora lo ritenga un libro pessimo o non valido, tutt’altro…

… ma, come sempre, ogni bocca ha bisogno di un certo cibo, e il cibo vecchio si riconosce subito come tale.

Ora, infatti, ho percepito il romanzo di Robert Pirsig come estremamente mentale, filosofico nel senso negativo del termine, lento, pesante, complicante cose in realtà semplici.
E, per di più, avente nessuna attinenza con il termine “zen”, che viceversa indica un atteggiamento interiore ed esistenziale del tutto opposto: orientato alla semplicità piuttosto che alla complessità, orientato all’anima piuttosto che alla mente, orientato alla serenità piuttosto che alle turbe intellettuali.

Insomma, Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta con lo zen non c’entra praticamente niente… come essenza, dico, anche se ogni tanto qualche frase e qualche spunto di valore esce fuori, e in quel momento si nota l’esperienza pluriennale dell’autore in India.
Anche se, purtroppo, molto più spesso esce fuori il passato da filosofo di Pirsig, col romanzo che è in buona parte autobiografico, e che si perde in intellettualismi davvero poco utili per molte decine di pagine, e anzi per centinaia.

Ciò, però, non è bastato per interrompere la mia simpatia per Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, giacché evidentemente esso è stato un libro che mi ha dato qualcosa a suo tempo, quando mi serviva, e inoltre è un libro ben scritto… ma è bastato per decidere con gran facilità di non leggere mai più il libro di Robert M. Pirsig.

Fosco Del Nero


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