Il cammino del mago

Titolo: Intrigo a Buckingham Palace – Sherlock Holmes 7 (The royal flush – Sherlock Holmes Solo Mysteries).
Scrittore: Milt Creighton.
Genere: librogame, giallo.
Editore: E.L.
Anno: 1988.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.


La recensione presente è dedicata a un librogame: Intrigo a Buckingham Palace, scritto da Milt Creighton.

Di Milt Creighton avevo già recensito un librogame facente parte della serie Sherlock Holmes, ossia I Dinamitardi, il quinto libro della collana in questione. 
Mi era sufficientemente piaciuto, anche se ad esser onesto i libri più belli della serie son stati firmati da Gerald Lientz, tra cui per l’appunto l’ultimo recensito: Un duello d’altri tempi

Tuttavia, con Intrigo a Buckingham Palace Milt Creighton fa un bel passo in avanti, forse anche mettendo a frutto l’esperienza fatta col precedente libro, e realizza un librogame davvero ben fatto, che tiene testa ai migliori di Gerald Lientz.

Ecco la trama sommaria: siamo ovviamente a Londra, alla fine del diciannovesimo secolo, e siamo altrettanto ovviamente alle prese con un mistero, questa volta un mistero insanguinato: una mattina, una delle guardie del palazzo reale viene trovata gravemente ferita nella sua garitta. 
Addirittura, essa teneva in mano il sigillo reale, a cui teoricamente solo in pochissimi, tra i familiari della regina e alcuni alti notabili, avrebbero potuto aver accesso. 
Si inizia così a indagare, ma il caso non è affidato a Scotland Yard per evitare uno scandalo alla Corona: viene così affidato a un nobile di provincia, noto per la sua abilità investigativa… e non a caso è un amico di Sherlock Holmes, che come al solito compare nella sua veste di consulente.

Ovviamente tale investigatore della piccola nobiltà inglese siamo noi, e dovremo dipanare la matassa a forza di interrogatori, indizi, deduzioni….
… e si tratta di una matassa ben più aggrovigliata di quanto apparirebbe sulle prime, pur essendo sulle prime già grave di per sé, trattandosi di tentato omicidio.

Intrigo a Buckingham Palace è piuttosto appassionante: è abbastanza lineare nel suo procedere, nonché nella sua divisione in tre parti, ma presenta un sufficiente, e anzi più che sufficiente, numero di variazioni e di possibilità.

Inoltre è ben scritto, cosa che chiaramente contribuisce alla sua scorrevolezza. 

Insomma, al suo secondo tentativo Milt Creighton fa centro… e meno male, dal momento che era anche l’ultimo tentativo: la serie di librogame difatti si conclude (almeno nell’edizione italiana, ma confesso di non sapere se la serie in inglese aveva un maggior numero di volumi) con l’ottavo volume scritto dal boss Gerald Lientz, L'erede scomparso.

Fosco Del Nero


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Titolo: La sedia d’argento - Le cronache di Narnia 6 (The silver chair).
Scrittore: Clive Staples Lewis.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Mondadori.
Anno: 1953.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.


La sedia d’argento ha pagato, forse anche oltre i sue demeriti specifici, il calo progressivo di qualità del Ciclo di Narnia, ch’è partito bene, con alcuni spunti interessantissimi, nonché un simbolismo di valore, per poi scemare man mano su ambo i fronti, finendo per proporre romanzi brevi, o racconti lunghi, non malvagi ma tutto sommato trascurabili… e sempre più noiosi, a dirla tutta, per quanto anche stavolta non manchino alcuni elementi interessanti.

Ad ogni modo, veniamo a noi: La sedia d’argento è il quarto libro, in ordine di scrittura cronologica, de Le cronache di Narnia, ma è il sesto nell’ordine di lettura consigliato.
Dei sei libri in questione, questo è il primo in cui non compaiono i fratelli Pevensie (Peter, Susan, Edmund e Lucy), “sostituiti” da Eustachio Scrubb, cugino dei quattro fratelli e già visto ne Il viaggio del veliero, da Jill Pole, che esordisce nel mondo di Narnia, e da Pozzanghera, uno dei tanti animali parlanti della saga.

Ecco la trama sommaria de La sedia d’argento: Eustachio e Jill frequentano la scuola Sperimentale, un luogo non troppo felice sia per l’organizzazione educativa sia per la presenza di alcuni bulli. 
In qualche modo i due riescono a “evadere” da quella realtà finendo nel regno di Narnia; qui incontreranno il paludrone Pozzanghera e porteranno avanti la missione affidata dal leone Aslan a Jill: trovare e salvare Rilian, il Principe di Narnia, sparito in circostanze misteriose. A tal scopo, il Leone le indica quattro segni-segnali che la ragazza dovrà riconoscere per portare il suo compito a compimento.

Di mezzo, vi sarà una popolazione di giganti cannibali, nonché una strega malvagia (un’altra), la quale ha ridotto Rilian in schiavitù con le sua capacità ipnotiche, che peraltro userà anche sulla compagnia. 
I segni-compiti-percorso evolutivo e la tentazione ipnotica-addormentamento sono in effetti gli unici due elementi interessanti de La sedia d’argento, racconto altrimenti un po’ scialbo…

… tanto che, a essere onesto, sto completando la lettura de Le cronache di Narnia più per dovere che per piacere.
Dopo aver letto Il nipote del magoIl leone, la strega e l’armadioIl cavallo e il ragazzoIl principe Caspian, Il viaggio del veliero e ora La sedia d’argento, rimane L’ultima battaglia e dopo avrò finito.

Fosco Del Nero


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