Il cammino del mago

Titolo: Il covo dei pirati - Dimensione avventura 5 (Seas of blood).
Scrittore: Andrew Chapman.
Genere: librogame, avventura, fantasy.
Editore: E.L.
Anno: 1985.
Voto: 5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.


Il covo dei pirati è il quinto librogame della collana Dimensione avventura, nota per contenere soprattutto libri di Steve Jackson o di Ian Livingstone: i due stavolta si limitano a “presentare” il volume in questione, firmato invece da Andrew Chapman.

Ambientato in un immagifico mondo piratesco, propone una trama assai semplice, ma originale: in ballo c’è una scommessa tra due amici pirati, i quali scommettono di riuscire a conquistare il maggior bottino in un certo lasso di tempo, entro il quale dovranno recarsi in un luogo per confrontare le reciproche conquiste e decidere così chi è il pirata migliore.

Lo sfondo della storia comprende una mappa ben dettagliata e uno scenario fantasy, con tanto di mostri ed eventi soprannaturali, anche se l’elemento prevalente è quello avventuroso e piratesco, per l’appunto.

Prima di emettere un verdetto, devo forzatamente precisare che l'ambientazione e il genere ricordano L’abisso dei morti viventi, libro della collana Realtà virtuale, noto per la sua elevata qualità, con cui dunque Il covo dei pirati necessariamente si confronta…

… e ne esce perdente per distacco, occorre dire.

È interessante la scelta del percorso che si effettua sulla mappa, nonché l’idea originale di una sorta di “corsa al bottino”, ma sono proprio i contenuti della storia a deludere, in quanto poco brillanti e un po’ banali.
Anche la qualità di scrittura de Il covo dei pirati purtroppo non eccelle, e nemmeno le illustrazioni si fanno notare.
Insomma, il tutto rimane piuttosto mediocre: non disastroso, ma mediocre.

Curiosamente, la cosa per cui il volume si fa notare maggiormente è la mappa: non solo perché è ben fatta, ma soprattutto perché compie la scelta di usare per i suoi toponimi antichi nomi sumero-babilonesi, reali o assonanti: Assur, Kirkuk, Nippur, Enraki, Shurrupak.

Pochino, però, specialmente a confronto con i titoli che hanno preceduto questo quinto volume della collana, soprattutto La rocca del male e Appuntamento con la M.O.R.T.E.
Alla prossima occasione, sperando in meglio.

Fosco Del Nero


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Titolo: L’uomo più felice del mondo 1 (The most contented man).
Scrittore: Joseph J. Vitale.
Genere: saggistica.
Editore: Uno Editori.
Anno: 2015.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui


Mi sono accostato a L’uomo più felice del mondo, di Joseph J. Vitale, come a un testo di saggistica in senso ampio: non mi attendevo la crescita personale tipica del figlio Joe Vitale ma, essendoci di mezzo anche la sua firma, qualcosa di non troppo dissimile.

In verità, L’uomo più felice del mondo non ha assolutamente niente nella direzione della saggistica evolutivo-esistenziale, ma è essenzialmente un'autobiografia… peraltro scritta molto male, probabilmente un po’ per il testo originario e un po’ per la traduzione in italiano. 
A proposito della versione italiana: l’editore ha evidentemente curato molto poco il prodotto: di stampa piuttosto economica, impaginato non troppo bene, contiene un numero enorme di errori di punteggiatura e altro e sbaglia fin dalla copertina: l’autore infatti in alto è indicato come “Joeseph”, mentre più in basso è correttamente menzionato come “Joseph”, per poi tornare all’errato “Joeseph” nella costina laterale. 
Il tutto sa di operazione commerciale a basso costo per spremere qualcosa dai lettori di Joe Vitale.

Quanto ai contenuti, qua siamo messi un poco meglio, nonostante il libro sia scritto piuttosto male e sia enormemente ripetitivo (deve essere una tendenza di famiglia): in pratica ripercorriamo la vita di Joseph Vitale, figlio di due emigrati italiani e di conseguenza mezzo statunitense e mezzo italiano, dall’infanzia fino alla vecchiaia, passando per i Marines, il lavoro come ferroviere, l’attività fisica e altro ancora.

Lo dico subito per coloro che si approcciano al libro con intenti da saggistica esistenziale: nel libro non ci sono insegnamenti e la consapevolezza di fondo è assolutamente mediana: è proprio il libro di una persona qualunque, che in ogni frase dà prova di essere una persona qualunque.

In positivo, tuttavia, si distinguono una certa vitalità e una certa positività, le quali son certamente gli elementi che hanno portato alla pubblicazione del libro. È davvero troppo poco, tuttavia, per rendere L’uomo più felice del mondo degno di menzione da quel punto di vista.

Paradossalmente, il testo si rivela più valido proprio in senso storico-biografico, nei momenti in cui racconta episodi di vita ormai piuttosto indietro nel tempo (dagli anni “30 in poi). In questo, effettivamente, L’uomo più felice del mondo ha qualche elemento di interesse…
… ma  è davvero troppo poco per un testo presentato ingannevolmente come testo di un certo tipo, mal curato a livello editoriale e anche piuttosto breve (saranno forse 140 pagine di un’edizione standard, ossia un poco più grande e scritta un poco più in piccolo).

Insomma, de L’uomo più felice del mondo di Joseph J. Vitale boccio sia l’intento commerciale di fondo, sia la qualità scarsa della scrittura, sia la poca cura messa nel prodotto… mentre si salva, come detto, la testimonianza storica di un mondo che non c’è più.

Fosco Del Nero


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