Il cammino del mago

Titolo: Gli inganni di Locke Lamora (The lies of Locke Lamora).
Scrittore: Scott Lynch.
Genere: fantasy.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


Ho atteso alcuni anni per leggere Gli inganni di Locke Lamora, romanzo scritto da Scott Lynch e finito fuori commercio nonostante un gradimento medio piuttosto elevato da parte dei suoi lettori.
Leggerlo non era un imperativo categorico, certamente, però ormai mi era venuta curiosità, per cui a un certo punto me lo sono procurato usato (ma è raro pure nel mercato dell'usato!).

Si tratta di un romanzo fantasy stilisticamente elegante, piuttosto ricercato nella costruzione scenografica, e anche piuttosto complesso riguardo al mondo che lo popola, fatto di capi, capetti, personaggi ancora più grossi, nobili, figure semi-mitiche e via discorrendo. In effetti la cosa è eccessiva, visto che a un certo punto quasi chiunque era o un personaggi mitico, o un importante agente di qualche interesse privato o qualcos’altro di parimenti rilevante.

Ad ogni modo, andiamo a vedere la trama sommaria de Gli inganni di Locke Lamora (molto sommaria, visto che il libro conta 600 pagine): Locke Lamora è un bambino tanto intelligente quanto imprudente, che rischia diverse volte di morire e di morire assassinato. Infine, viene consegnato a tale Padre Catena, un finto sacerdote che ne fa un ladro provetto. 
Da grande, il ragazzo farà parte del gruppo dei Bastardi Galantuomini, il quale comprende anche i gemelli Calo e Galdo Sanza, il combattente Jean Tannen, l’apprendista Cimice e la ragazza Sabetha (che però non appare in quanto lontana). La ghenga, a sua volta, è uno dei tanti gruppi di ladri e ladruncoli della città di Camorr, tutti gestiti da Capa Barsavi, il boss dei bassifondi, per così dire.
Gli altifondi, invece, sono governati dal Duca… ma di mezzo ci sono anche il Ragno e il Re Grigio, due di quelle figure semi-mitiche di cui non si sa molto e che alcuni dubitano persino che esistano. Al novero dei semi-mitici si aggiunge anche la famigerata Spina di Camorr… e a un certo punto spunta fuori anche un Mago dell'Alleanza, potentissima affiliazione di maghi super-pagati.

Avevo sempre letto che Gli inganni di Locke Lamora era un libro intelligente e ironico. Non è del tutto vero: è un libro ben elaborato, ma di ironia e umorismo raffinato ce ne son pochi, essendoci invece una brio più popolano… d’altronde i protagonisti principali son popolanissimi. C’è anche una certa dose di volgarità, altro fattore che per quanto mi riguarda fa abbassare la valutazione.

Nel complesso Gli inganni di Locke Lamora di Scott Lynch è un discreto romanzo fantasy: ben studiato e ben svolto, ma non imperdibile come mi ero illuso che fosse; primo di una saga che, per l’appunto, non continuerò (ammesso che i suoi seguiti si trovino sul mercato, cosa di cui dubito visto che già il primo era di difficile reperibilità).

Fosco Del Nero


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Titolo: La ragazza della torre - Trilogia di Bitterbynde 1 (The ill – Made mute).
Scrittore: Cecilia Dart-Thornton.
Genere: fantasy.
Editore: Tea.
Anno: 2001.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui


Avevo a casa da ormai parecchio tempo il romanzo di Cecilia Dart-Thornton La ragazza della torre e alla fine me lo sono letto.

“Da parecchio tempo” nel caso specifico significa circa 15-16 anni, e “alla fine” va collegato al fatto che prima di me l’aveva letto un’amica che però non ne era rimasta entusiasta, e che sapevo trattarsi del primo romanzo di una trilogia, la Trilogia di Bitterbynde.

Lo so che al giorno d’oggi scrivere un singolo romanzo fantasy pare brutto, e anzi credo ci sia anche una pena pecuniaria per chi lo fa, però mi scoccia sempre un po’ leggermi un romanzo che è l’inizio di una saga, dal momento che le possibilità sono tre:
- il libro è molto bello, e allora ci si deve procurare anche i libri successivi della saga,
- il libro non è nulla di che, e allora si è perso tempo,
- il libro è pessimo, e a maggior ragione come sopra (in realtà il perdere o meno il tempo non dipende dalla qualità dei libri che si legge, ma questo è un altro discorso).

In realtà c’è anche una quarta possibilità, quella per cui il romanzo piace molto ma non si trovano i successivi libri, o perché non più stampati o perché mai tradotti in italiano... e questa è forse l’eventualità peggiore tra tutte.

Ma passiamo a La ragazza della torre e a Cecilia Dart-Thornton, che leggo ora per la prima volta. Di lei tuttavia sapevo qualcosa, ossia che tende a uno stile piuttosto descrittivo e che in molti considerano lento.

È vero, ma la cosa in sé non è male, se alla descrizione e al ritmo lento si accompagnano contenuti profondi e una bellezza che travalica la velocità del narrato…
… purtroppo questo non capita con La ragazza della torre, e anzi il romanzo si distingue per uno dei più grandi difetti della narrativa fantastica moderna: lasciare tutto in sospeso in attesa del secondo libro, che magari poi farà lo stesso col terzo, che poi farà lo stesso col quarto, e via discorrendo. Viceversa, un grande autore, pur se intende continuare un’opera in una saga più ampia, consegna al singolo libro un suo finale e una sua completezza, altrimenti dimostra pochezza come autore e anzi, quel che è peggio, scarsa considerazione per i suoi lettori.

La ragazza della torre comincia con alcuni misteri, ma andando avanti apre più parentesi di quante non ne chiuda… e anzi a ben vedere non chiude niente ma apre solamente.

Inoltre, come affermato da tanti, il testo è parecchio descrittivo: l’autrice sa scrivere molto bene, cosa che personalmente apprezzo, a condizione come detto che vi sia bellezza oltre la forma.

Sfortunatamente, però, La ragazza della torre si segnala, oltre che per una clamorosa incompiutezza (l’autrice nemmeno fa finta di dare una conclusione parziale al romanzo), anche per una certa freddezza cerebrale: molte descrizioni, molte conoscenze naturali, una notevole ricerca nel campo dei miti anglosassoni (scozzesi, irlandesi, etc); anche la sceneggiatura a volte non convince affatto.

Ad ogni modo, ecco la trama sommaria del romanzo: nella grande fortezza di Isse si risveglia il protagonista della storia, una creatura dal volto orribilmente sfigurato, malata, debole e immemore del suo passato, nonché incapace di parlare. Questo protagonista, che a un certo punto diverrà una protagonista (prima non si era accorta di essere una femmina, il che suggerisce problemi cognitivi oltre al mutismo), vive per un po’ nella fortezza, come servitore, per poi fuggire, avventurarsi nel mondo e incontrare dei personaggi, nonché tante creature soprannaturali, spesso malvage.

Mi dispiace un po’ valutare in modo insufficiente La ragazza della torre, giacché dietro al libro c’è evidentemente un notevole lavoro e l’autrice sa scrivere bene, ma nel testo c’è davvero troppo poco, come eventi e come contenuti, per giustificare oltre 500 pagine.

Fosco Del Nero


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