Il cammino del mago

Titolo: L’erede scomparso – Sherlock Holmes 8 (The lost heir – Sherlock Holmes Solo Mysteries).
Scrittore: Gerald Lientz.
Genere: librogame, giallo.
Editore: E.L.
Anno: 1988.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.


Gli ultimi due librogame della serie Sherlock Holmes sono tra i più belli della collana: il settimo è Intrigo a Buckingham Palace, mentre l’ottavo e ultimo è L’erede scomparso, scritto da Gerald Lientz, il “boss” della collana Sherlock Holmes, l’autore che non a caso ha aperto e chiuso la collana.

L’aveva aperta, per la memoria, con Omicidio al Diogenes Club, e l’ha chiusa per l’appunto con L’erede scomparso, un librogame che somiglia al primo nel suo proporre due scenari investigativi e non solo uno, proprio come era capitato al primo esponente della collana.

Il primo è una partita a golf per capire se uno dei due giocatori bara; il secondo scenario è una misteriosa eredità, misteriosa nel senso che l’identità del beneficiario è in dubbio e si son presentati all’appello ben cinque individui, di cui ovviamente quattro impostori.
Spetta a noi, amico e collaboratore di Sherlock Holmes, portare luce nel doppio mistero, con la solita consulenza a distanza del noto investigatore inglese.

Se la struttura di gioco è simile a quella degli altri libri, con indizi, deduzioni e decisioni, ne L’erede scomparso c’è una novità: la presenza della tabella investigativa, utile a interrogare i cinque pretendenti all’eredità. Una novità piacevole, devo dire, e ben studiata.

Per il resto il libro è ben scritto, ben congeniato e anche piuttosto realistico.
Nel complesso, L’erede scomparso di Gerald Lientz è una più che degna chiusura per la serie Sherlock Holmes. Ma in generale tutti i libri scritti da Lientz per la suddetta collana sono buoni, con l’eccezione del solo Watson sotto accusa, sotto tono rispetto ai suoi dirimpettai. Tra gli altri, da evitare invece Lo smeraldo del fiume nero; escluso quello, tutti gli altri meritano la lettura.

Fosco Del Nero


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Titolo: L’ultima battaglia - Le cronache di Narnia 7 (The last battle).
Scrittore: Clive Staples Lewis.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Mondadori.
Anno: 1956.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


Con L’ultima battaglia ho concluso la letture de Le cronache di Narnia di Clive Staples Lewis, saga composta da sette romanzi, scritti in un arco temporale piuttosto ristretto (dal 1950 al 1956).
Li riporto nell’ordine di lettura generalmente consigliato, ch’è differente dall’ordine di scrittura:
7. L’ultima battaglia.

Personalmente, il mio gradimento è stato piuttosto altalenante: maggiore nei primi romanzi e inferiore nei seguenti. Fortunatamente, l’ultimissimo rappresentante, almeno dal mio pounto di vista, è tornato su livelli buoni, sia a livello della narrazione sia al livello del simbolismo.

Ecco la trama sommaria: a Narnia regna il Re Tirian, pronipote di Caspian, ma presto egli è costretto ad affrontare una fortissima crisi: la scimmia Cambio convince l’ingenuo asino Enigma a indossare una pelle di leone che i due avevano rinvenuto casualmente. Di seguito, lo convince a impersonare Aslan, il leone-dio, e a comandare sugli animali di Narnia con l’inganno.
Egli giunge a stringere un accordo con gli abitanti di Calormen, allo scopo di soggiogare l’intera Narnia spartendosi potere e guadagni… fino a che Tirian non invoca gli “aiutanti terrestri”: stavolta giungono in soccorso Jill ed Eustachio, i quali s’adopereranno per aggiustare le cose… cosa alquanto difficile poiché nel mentre è intervenuto anche Tash, una sorta di demone contrapposto ad Aslan.

L’ultima battaglia è altamente simbolico, e certamente Lewis non lo ha scelto a caso come conclusione della saga: lo scimmione Cambio è una sorta di falso profeta-anticristo, capace di ingannare i più (tra l'altro la figura della scimmia pare accennare alla mente e quindi all'ego); la lotta tra narniani e calormeniani è una sorta di armageddon finale; segue poi la distruzione della Terra e una sorta di giudizio universale, secondo il quale “uno viene preso e l’altro lasciato”; viene infine rivelato che la Terra e la materia non erano altro che una copia sbiadita del vero reame, quello spirituale-celeste-paradisiaco, al quale possono accedere per l’appunto solamente quelli che son pronti e adatti.

In pratica, L’ultima battaglia è una sorta di rivisitazione fantasy e narrata dell’Apocalisse di Giovanni… il che non mi è dispiaciuto affatto, anche perché l’aspetto simbolico, ben presente nei primi romanzi del ciclo, si era poi andato dileguando, tanto che i romanzi centrali della saga risultavano discretamente trascurabili (e come concetti e a volte anche come narrazione).

Son dunque contento di aver concluso Le cronache di Narnia di Clive Staples Lewis, e di averlo fatto con un testo degno della saga; una saga non irrinunciabile, ma valida, soprattutto in riferimento all’infanzia (per gli adulti, per larghi tratti è molto semplicistica).

Fosco Del Nero


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