Il cammino del mago

Titolo: I Malavoglia.
Scrittore: Giovanni Verga.
Genere: drammatico, verismo.
Editore: Einaudi.
Anno: 1882.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


Come sempre su Libri e Romanzi si alterna parecchio, passando dal fantasy serio (come Alvin l’apprendista di Orson Scott Card) al fantasy umoristico (Il castello d’acciaio di Lyon Sprague De Camp), dalla spiritualità romanzata (ad esempio La decima illuminazione di James Redfield) alla spiritualità in forma di saggistica (Gli annali dell’Akasha di Daniel Meurois-Givaudan), dalla fantascienza avventurosa (cito Il segreto del dr. Hodson di David Case) ai classici (l’ultimo capitato è Madame Bovary di Gustave Flaubert).

Quest’oggi torniamo tra i classici, con uno dei romanzi italiani più importanti in assoluto, peraltro simbolo di un intero movimento letterario: parlo de I Malavoglia, di Giovanni Verga, romanzo che rappresenta la corrente del verismo (a sua volta sorta di rappresentante nostrano del naturalismo francese).

I Malavoglia è datato 1882, ed è stato all’epoca un libro rivoluzionario, tanto nel tema quanto nello stile.

Riguardo a quest’ultimo punto, da sottolineare come Verga abbia introdotto nel narrato, ovviamente di lingua italiana, modi di dire tipici della regione in cui è ambientato, ovviamente la Sicilia.
Il gran numero di dialoghi, nonché il fatto che il narratore lascia parlare i suoi personaggi, non comparendo mai nel racconto, ha portato all’innovazione sopra detta, con un romanzo quasi “oggettivo”, che presenta molti personaggi ma che in qualche modo è privo di individualismo, come una sorta di ritratto espressivista.

Peraltro, la forte componente conservatrice lo pone anni luce lontano dalla vicina (anagraficamente parlando) corrente letteraria e culturale del romanticismo, con il suo sentimentalismo e il suo surrealismo (che spesso ha sfociato anche in un certo senso del fantastico, specie nel nord Europa).

Ma andiamo rapidamente alla trama de I Malavoglia: esso racconta la storia della famiglia Toscano (detta per l'appunto, "i Malavoglia"), una famiglia di pescatori che vive nel paesello di Aci Trezza, vicino Catania.
All’appello rispondono i vari Padron 'Ntoni (il capofamiglia, vedovo), Bastianazzo (suo figlio), Maria la Longa (la di lui moglie), 'Ntoni, Luca, Filomena, Alessio e Rosalia (i cinque figli della coppia).

Il loro principale mezzo di sostentamento è la Provvidenza, una piccola barca usata per pescare, che finirà al centro della vicenda, portando con sé una morale di fondo piuttosto triste, in perfetta sintonia col Ciclo dei Vinti, all’interno del quale figurava il romanzo suddetto: chi cerca di modificare il proprio destino andrà incontro a una sorte triste (ideologia dell’ostrica tipica di Verga).

All’interno del ciclo anche i romanzi Mastro don Gesualdo (scritto), La Duchessa di Leyra (cominciato), L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso (questi due mai scritti).

Detta la storia, ecco il mio parere: come sempre, e questo riguarda anche i classici, il gusto individuale porta a gradire un certo romanzo piuttosto che un altro.
Personalmente, per esempio, e rimanendo in tema di classici nostrani, apprezzo molto Pirandello e Svevo, mentre Verga mi risulta un po’ indigesto (a tratti molto indigesto).

La valutazione, dunque, positiva ma non troppo, riflette questo gradimento assolutamente personale, fermo restando l’importanza storica di Giovanni Verga e de I Malavoglia.

Fosco Del Nero


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Titolo: Gli annali dell’Akasha (Les annales akashiques - Portail des mémoires d’éternité).
Scrittore: Daniel Meurois-Givaudan.
Genere: spiritualità, saggistica, esoterismo.
Editore: Edizioni Amrita.
Anno: 2007.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


Gli annali dell’Akasha è il terzo libro di Daniel Meurois Givaudan che recensisco su Libri e Romanzi, precisamente dopo L’altro volto di Gesù e Akhenaton, il folle di Dio.

La differenze con i due precedenti testi è che quelli erano scritti sotto forma di romanzo, per quanto, stando alle dichiarazioni del loro autore, si tratta di visioni da egli avute durante l’esplorazioni dei piani dell’Akasha, sorta di piano spirituale contenente la memoria del pianeta, e dunque di qualunque evento mai verificatosi.

Il presente libro, invece, è un testo di saggistica, che illustra proprio come Daniel Meurois Givaudan ha scoperto tale possibilità esplorativa, descrivendo i suoi inizi e portando all’attenzione del lettore alcuni aneddoti significativi.

L’autore analizza così svariati aspetti della vicenda: il quando si è pronti per “vivere” gli annali dell’Akasha, i rischi connessi a ciò, la questione del tempo, la questione del karma, la differenza tra Akasha e Prana, etc.

Ne deriva un libriccino abbastanza agile, di circa 120 pagine, ma comunque denso di contenuti, scritto in modo tanto schietto quanto appassionato, che lascia a chi legge la sensazione che chi scrive sia sincero, anche per la grande prudenza con cui tratta la questione, onde evitare l’esplosione di bolle emotivo-spirituali portate come esempio di “esplorazione inopportuna”.

Nel complesso, Gli annali dell’Akasha di Daniel Meurois-Givaudan si rivela un testo interessante per chiunque voglia saperne un po’ di più sulla questione “viaggi nell’Akasha”, leggendo la testimonianza diretta di uno dei maggiori esponenti del fenomeno (che, lo ricordiamo, annovera anche grandi autori del passato come Edgar Cayce o Rudolf Steiner).

Fosco Del Nero


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Titolo: Ardusli e gli gnomi dell’Appennino.
Scrittore Giovanni Zavalloni.
Genere: fiaba, commedia.
Editore: Macro Edizioni.
Anno 2004.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.


Ardusli e gli gnomi dell’Appennino è un libro che mi ha incuriosito da subito, un po’ perché ne avevo letto dei commenti positivi, e un po’ perché edito da un editore del settore miglioramento personale e non da un editore di narrativa.

Si prospettava dunque non solo una fiaba, ma anche un testo più profondo, magari di tipo esistenziale-spirituale o chissà cos’altro.

La curiosità iniziale tuttavia è stata in buona parte delusa, dal momento che si tratta in buona sostanza di una fiaba “made in Italy”, peraltro priva di un intreccio sufficientemente interessante, e anche mal gestita in quanto a tempi e conclusione.

In sintesi Ardusli e gli gnomi dell’Appennino racconta le vicende di Ardusli, il leader della comunità italiana di gnomi che risiede per l’appunto nell’Appennino italiano, in un suo punto non meglio precisato, al quale accede per puro caso Giovanni, che, scelto dallo stesso Ardusli, viene introdotto al mondo degli gnomi, alle loro usanze e alla loro esistenza.

Tramite Giovanni (o Gioaen, come lo chiamo lo gnomo) veniamo così a conoscere lo stile di vita degli gnomi, le relazioni sociali, il loro cibo, i loro lavori, la loro vita nei boschi, etc.

Ogni tanto fa capolino qualche accenno a tematiche omeopatiche, come le erbe, i cristalli, oltre che, ed era quasi ovvio, il rapporto privilegiato con la natura, ma nulla di più, tanto che, come detto, Ardusli e gli gnomi dell’Appennino si riduce a una fiaba per adulti (letteralmente, dato che scopriamo anche le tendenze sessuali degli gnomi, compresi gli gnomi omosessuali!) simpatica e leggibile, se vogliamo, ma non certo indimenticabile.

Concludendo, ribadisco quanto detto in apertura: dal libro di Giovanni Zavalloni mi attendevo qualcosa di più, e non avendovi trovato né un sostrato letterario di rilievo, né un testo di sviluppo personale importante ne sono rimasto inevitabilmente deluso (non dalla veste grafica, però, assai curata e gradevole).
A chi volesse procedere, comunque, buona lettura.

Fosco Del Nero


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