Il cammino del mago

Titolo: Harry Potter e il principe mezzosangue (Harry Potter and the half-blood prince).
Scrittore: J. K. Rowling.
Genere: fantasy.
Editore: Salani.
Anno: 2005.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.


Harry Potter e il principe mezzosangue è il sesto romanzo della saga che la Rowling ha dedicato al piccolo e oramai celebre maghetto inglese e, come quelli che lo hanno preceduto (specie dal terzo in poi), anch'esso è ottimo.


Rispetto ai suoi predecessori, tuttavia, questo libro è quello che più si svolge all'esterno della scuola di Hogwarts, tanto perchè l'anno scolastico comincia tardi rispetto all'inizio del romanzo, quanto perchè gli eventi in itinere, con lo scontro con Voldemort e i Mangiamorte sempre più imminente, spostano poco a poco lo scenario dalla dimensione scolastica a quella della "vita vera" (ma, come sappiamo, in Harry Potter tale suddivisione non è mai stata netta, e fin dall'ingresso del mago nella scuola vi è stata una forte commistione tra vita scolastica e vicende personali).

Come sempre (ripeto, specie dal terzo romanzo in poi: è evidente la crescita della storia parallelamente a quella di J.K. Rowling e dei suoi lettori, dal primo libro breve e lineare agli ultimi assai complessi e più maturi), i personaggi sono interessanti, così come sono interessanti gli spunti proposti, efficaci nel comporre un romanzo lungo dall'alto livello di coinvolgimento.
In effetti, Harry Potter ha il "potere" di tenerti incollato al libro come pochi altri testi.

In particolare (non leggete questo paragrafo se non conoscete la storia e avete intenzione di leggerla a breve), risultano drammatiche e toccanti la scena dell'uccisione di Silente da parte di Piton e a scenda di Fleur e Bill dopo l'incidente di quest'ultimo.

Stimolante anche la storia tra Harry e Ginny, che contribuisce a dare linfa vitale al testo, che come al solito vede protagonisti, oltre a Harry, gli amici Hermione e Ron, gli insegnanti della scuola, i Mangiamorte, il Ministero della Magia... e in più un misterioso Principe mezzosangue, la cui identità è però ignota...

Insomma, dopo gli altri cinque best seller internazionali, un altro centro da parte di J.K. Rowling!

Fosco Del Nero


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Titolo: Il profeta (The prophet).
Scrittore: Kahlil Gibran.
Genere: spiritualità.
Editore: Demetra.
Anno: 1923.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.


Immagino che Kahlil Gibran non abbia bisogno di presentazioni, e che nemmeno abbia bisogno di discorsi introduttivi Il profeta, il testo che ha assicurato al suo autore una grande fama.

Una fama, a mio parere, meritata, viste la bellezza del libro e la profondità delle sue parole.

Si tratta, difatti, di un testo che, a dispetto della sua non eccessiva lunghezza, risulta profondo e notevole per sensibilità.

Il libro di fatto investe tutti gli aspetti fondamentali della vita, e ha il raro dono di gettare su ognuno di essi un raggio di luce, che ovviamente sta al singolo lettore cogliere e apprezzare appieno (la strada ci può essere al massimo indicata, sta poi a noi percorrerla o meno).

In poche parole, Il profeta è la storia di un uomo, il profeta, che viene a contatto con un popolo e ad esso dispensa la sua saggezza e le sue idee.
Molte domande gli vengono rivolte, e ad ognuna di esse egli risponde, senza sottrarsi mai.

Come detto, il testo di Kahlil Gibran è piuttosto breve, fatto che però non fa altro che risaltarne la rilevante ispirazione.

Personalmente lo consiglio senza indugio: potrebbe anche non piacere, ci mancherebbe, ma potrebbe pure risultare importante per chi decidesse di leggerlo... perchè dunque privarsi di questa possibilità?

Fosco Del Nero


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Titolo: Le cronache di Thomas Covenant l'incredulo - Libro secondo - La guerra dei giganti (The chronicles of Thomas Covenant, the Unbeliever - The Illearth war).
Scrittore: Stephen R. Donaldson.
Genere: fantasy.
Editore: Mondadori.
Anno: 1979.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


La guerra dei giganti è il secondo libro della trilogia di Thomas Covenant, seguito del già recensito La conquista dello scettro.

In realtà, la trilogia iniziale è stata seguita da una seconda trilogia, fatto che testimonia il buon successo dell'opera.

Successo che si deve, sostanzialmente, a un elemento di originalità; se alcuni punti sono da fantasy classico, e quindi non particolarmente originali (la contrapposizione netta tra bene e male; il protagonista sbalzato dal mondo reale a quello fantastico), un altro fattore è risultato determinante per attirare lo sguardo dei lettori: la psicologia del protagonista, Thomas Covenant per l'appunto, uomo pieno di problemi nella vita "reale" (un matrimonio fallito, una comunità sociale che lo evita, ma soprattutto la lebbra!) ma chiamato a fare l'eroe nel mondo fantastico in cui si viene inspiegabilmente a trovare.
Tale contrapposizione tra l'uomo qualunque, e anzi un uomo del tutto codardo, e l'eroe che tutto un popolo si attende che egli sia, sostanzialmente rimane per tutta la durata della trilogia, non risolvendosi mai.

Anzi, gli stessi abitanti della Landa, la terra fantastica in cui egli finisce, lo chiamano l'Incredulo, proprio per il suo dubitare di tutto, e soprattutto di se stesso.

Rispetto al primo volume della saga, La conquista dello scettro, questo La guerra dei giganti opera una profonda rivoluzione narrativa: gran parte degli eventi, infatti, è raccontata non più dal punto di vista di Covenant, ma da quello di un altro uomo, anch'egli proveniente dal nostro tempo, la cui vita s'intreccerà con quella dello stesso Thomas Covenant.

Anche questo secondo romanzo di Donaldson, come il primo, non è particolarmente innovativo (anzi, l'elemento dell'ambivalenza psicologica del protagonista sa di ripetizione), purtuttavia risulta un poco più efficace (forse perchè lo scrittore è stato bravo nel far interessare i suoi lettori alla storia), rimanendo comunque su livelli non più che discreti.

Ma, naturalmente, vale la pena di leggerlo solo se si è letto già il suo predecessore.

Fosco Del Nero


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Titolo: I ribelli di Treason (Treason).
Scrittore: Orson Scott Card.
Genere: fantascienza, fantasy, fantastico.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 1988.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Considero Orson Scott Card uno dei migliori scrittori di romanzi attualmente viventi, non solo perchè è stato l'unico autore a vincere il Premio Hugo e il Premio Nebula per due anni di fila, o perchè un suo romanzo è stato votato come secondo miglior romanzo fantastico di tutti i tempi, o perchè è un autore importantissimo nei paesi anglosassoni, o perchè il celebratissimo Harry Potter pare avere non pochi punti in comune con il suo Il gioco di Ender, tanto da aver scatenato all'estero delle accuse di plagio alla Rowling (non da noi, evidentemente, giacchè non sappiamo nemmeno chi sia O. S. Card).

Non solo per questi motivi, dunque, ma per un motivo molto più semplice: ho letto un suo romanzo, Domani le stelle, ed era bellissimo; ne ho letto un altro, Il gioco di Ender, ed era strepitoso; ne ho letto un terzo, Il riscatto di Ender, ed era favoloso; ne ho letto poi un altro ancora, I ribelli di Treason, ed era notevole; sono arrivato a quota cinque, con I giorni del cervo, e non sono rimasto affatto deluso; ho fatto sei, con Il custode dell'uomo, e ne sono rimasto rapito.

Basta per conquistare la vostra fiducia?

La mia Card la ha già in cassaforte, e non a caso ho già comprato il terzo episodio della fenomenale saga di Ender (Ender III - Xenocidio), il seguito di Domani le stelle (E per noi le stelle), nonché due dei tre volumi della saga di Alvin l'apprendista.
In effetti a questo punto sono probabilmente uno dei maggiori esperti di Orson Scott Card in Italia...

Dico subito che I ribelli di Treason si colloca alcuni gradini sotto Il gioco di Ender, ma per il semplice fatto che Il gioco di Ender è un paio di gradini sopra quasi chiunque.
Evitiamo dunque i paragoni e vediamo le caratteristiche di questo romanzo.

Card scrive sia fantascienza (per esempio, Ender), sia fantasy (per esempio, Alvin): I ribelli di Treason si colloca più dal lato della letteratura fantascientifica, specialmente per le descrizioni relative alle varie specie, ma contiene esso stesso degli elementi fantasy.

Il testo è dotato di un buon impianto narrativo e di molti spunti, alcuni dei quali dal sapore vagamente filosofico-esistenzialistico (i grandi autori fanno sempre pensare, a qualunque genere si dedichino).

Il giudizio sul libro è dunque assai positivo, e poco importa ora stare a dire che si tratta del viaggio-fuga di un esponente di una razza semi-umana che ha la bizzarra caratteristica di mutare spontaneamente il proprio corpo.

Più importante è dire che tale viaggio è non solo fisico, ma anche e soprattutto interiore, tanto per il protagonista quanto per il lettore.

Ancora più importante, tuttavia, è dire che si tratta di un libro di Card: se vedete scritto Orson Scott Card, comprate a scatola chiusa.

Fosco Del Nero


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Titolo: L'anello del tritone (The tritonian ring).
Scrittore: Lyons Sprague De Camp.
Genere: commedia, fantasy, avventura, umorismo.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 1951.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


Lyon Sprague De Camp è un autore che non ha bisogno di presentazioni per gli amanti della letteratura fantastica, particolarmente del genere fantasy.

Si tratta infatti di uno scrittore assai famoso, e per due buoni motivi.

Il primo è che è uno dei maggiori esponenti di un sottogenere fantasy, quello brillante-umoristico (un altro di essi è il celebre Terry Pratchett, autore della saga del Mondo del Disco, iniziata con Il colore della magia).

Il secondo è che è stato uno dei principali curatori dell'opera di Robert Ervin Howard, altro grande, anzi grandissimo, esponente del fantasy, seppure di un altro sottogenere, la "sword and sorcery" (spesso definita in Italia "kappa e spada").
In questa sede ci occupiamo del primo punto.

L.S. De Camp è uno dei miei autori preferiti di sempre, sin da quando, ragazzino (non che siano passati dei secoli, intendiamoci :), leggevo le raccolte curate da Isaac Asimov contenenti racconti dai grandi della letteratura fantastica americana (e non solo).
De Camp era uno dei più brillanti e divertenti.

In seguito mi sono procurato alcuni suoi libri, rimanendone sempre entusiasta: la saga di Jorian re di Iraz, composta da tre libri, è divertentissima, così come bello è Il castello d'acciaio.

Recentemente ho quindi letto L'anello del tritone con alte aspettative, le quali, però, sono andate parzialmente deluse.
Intendiamoci, è un discreto romanzo di intrattenimento, piacevole alla lettura, ma senza la pretesa del capolavoro.

Per quanto non ai livelli dei volumi sopracitati, comunque, vi si trova la tipica ironia di L.S. De Camp, che costruisce un fantasy all'interno di un'ambientazione simil-mediterranea (a volte i richiami sono decisamente forti).
Il risultato è un simpatico e divertente turbinio di personaggi, situazioni e diverse società.

In definitiva, discreto ma non ottimo.

Fosco Del Nero


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Titolo. Nome e indirizzo: sconosciuti (Name & address withheld).
Scrittore: Jane Sigaloff.
Genere: commedia femminile, commedia.
Editore: Harlequin Mondadori.
Anno: 2002.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Altro romanzo di narrativa femminile, dopo I love shopping, Al diavolo piace dolce, Devo comprare un mastino e compagnia bella (di sicuro me ne sto dimenticando qualcuno :).

Se avete letto le altre recensioni, sapete già che sono un appassionato di narrativa femminile, per cui non mi soffermerò a dire che apprezzo molto l'ironia e la freschezza di cui di solito è pervaso questo relativamente recente genere letterario.

Genere letterario di cui è un ottimo esponente questo Nome e indirizzo: sconosciuti di Jane Sigaloff, scrittrice a me altrettanto sconosciuta prima dell'acquisto del volume.

Il romanzo è divertente, brillante, coinvolgente.
Lizzie è il personaggio principale, donna al contempo alla mano e attraente (come sottolineato in un'altra recensione, un punto irrinunciabile del genere è la presenza di una protagonista carina ma senza esagerare, simpatica ma un po' imbranata, con enormi problemi personali e/o professionali), e si viene a trovare al centro di un triangolo amoroso.

Dunque gli elementi di banalità sono due: la protagonista della storia e il triangolo lei-lui-lei. :)
Inoltre, come abbiamo detto, anche il genere in sè e per sè non è particolarmente innovativo, e anzi è molto di voga in questi anni, da I love shopping in poi.

Ma, a dirla tutta, quelli di Nome e indirizzo: sconosciuti sono difetti trascurabili, e il romanzo di Jane Sigaloff, divertente e ironico, si fa leggere molto bene, e anzi si legge molto in fretta, segno inequivocabile che l'autrice ha colto nel segno.
Dunque, se desiderate leggere una commedia fresca e divertente, questo potrebbe essere il libro giusto.

Fosco Del Nero


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Titolo: Corradino e l'infernale jet-set.

Scrittore: Francesco Falcone.
Genere: drammatico, commedia, surreale.
Editore: Robin Edizioni.
Anno: 2006.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.


Corradino e l'infernale jet-set di Francesco Falcone è un romanzo veramente poco noto, che io stesso ho conosciuto per puro caso.

La poca notorietà deriva sia dal fatto che il suo autore, che ha già al suo attivo diversi libri, non ha mai sfondato, sia dal fatto che egli finora ha pubblicato con piccole case editrici, di cui Robin Edizioni è un esempio.
Andiamo a vedere se questi fattori sono casuali o meno.

Cominciamo dal genere, piuttosto meticcio: si tratta in sostanza di una commedia, che però non risparmia degli elementi drammatici (in fondo in fondo, anzi, tutto si riconduce a un fattore che in molti uomini definirebbero molto drammatico :) nonchè qualche sprazzo di mistero.

E' la storia di Corradino, un giovane cha ha dalla sua la bellezza e la ricchezza, ma che tuttavia è tormentato da alcuni problemi, fisici e psicologici, probabilmente connessi peraltro.

E' la storia sua e di coloro che gli stanno intorno, amici, amiche e potenziali ragazze, giacché lui, che è desiderato da tutte, non sta con nessuna.

E' la storia sua e della tipica borghesia italiana, con il suo ambiente bene e le convenzioni sociali da rispettare.

In poche parole, Corradino e l'infernale jet-set è una lettura veloce e piacevole, che presenta sia elementi positivi, sia gravi difetti.

Tra i primi, un'ottima capacità affabulatoria dello scrittore, nonché l'interesse suscitato dalla vicende di Corradino e compagnia.
Tra i secondi, la pessima punteggiatura, molto spesso sfociante in errori sintattici o refusi di ogni tipo.

A ciò si aggiunge l'indeterminatezza del finale, rappresentato da una serie di appunti e di ipotesi: tra dna insettoidi, ipotesi di suicidio e omicidio, Madonne scomparse e confusioni allucinatorie, l'impressione è che l'autore abbia calcato troppo la mano, forse nella sua stessa indecisione su come far terminare la storia.

In definitiva, il giudizio generale su Corradino e l'infernale jet-set di Francesco Falcone è una piena sufficienza, che peraltro avrebbe potuto essere qualcosa di meglio con molto poco (per esempio con una punteggiatura in grazia di Dio, e qua le colpe vanno equidivise tra scrittore ed editore).

Fosco Del Nero


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Titolo: Lei - La donna eterna (She).
Scrittore: Henry Rider Haggard.
Genere: fantastico, fantasy, storico, drammatico.
Editore: Newton Compton.
Anno: 1887.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.


Lei, conosciuto anche come La donna eterna, è un romanzo pubblicato nel 1887 dallo scrittore inglese Henry Rider Haggard, autore di numerosi classici (Le miniere di Re Salomone, Bisanzio, etc) e celebre già da vivente.

In particolare, Lei fu un grande successo letterario di fine Ottocento, un vero best seller ante litteram, che confermò la grande fama di Haggard, scrittore e viaggiatore.

A posteriori, il romanzo in questo è considerato una sorta di precursore del moderno movimento letterario fantasy, di cui anticipa alcune tematiche.
Più in generale, si è trattato di un periodo molto florido per la letteratura fantastica, che in quell'epoca ha messo a segno alcuni colpi di grande spessore: lo stesso La donna eterna (1887), Il ritratto di Dorian Gray (1891), Dracula (1897), per citare solo alcuni romanzi divenuti poi dei veri e propri classici.

I viaggi di H.R. Haggard furono concentrati soprattutto nel continente africano, e non a caso nella stessa Africa sono ambientati molti dei suoi romanzi, da Allan Quatermain a Lei (seguito a qualche anno di distanza da Il ritorno di Ayesha).

Ecco, in breve, la trama del libro: Holly, un quarantenne tanto intelligente quanto poco attraente, riceve da un amico una strana eredità: una rendita mensile, un compito... e il figlio. Le tre cose sono peraltro connesse: l'uomo, ormai morente, è convinto di essere il discendente di alcuni antichi personaggi (greci), di cui ha ritrovato dei riferimenti su cocci e pergamene e di cui ha seguito la discendenza sino ai tempi contemporanei.
Ebbene, lui e il figlio sarebbero i discendenti di una donna, Amenarta, e di un uomo, Callicrate, che sarebbero stati perseguitati da una fantomatica regina dai grandi poteri, Ayesha, la quale peraltro avrebbe ucciso lo stesso Callicrate. Il loro compito, in quanto eredi, sarebbe quello di vendicare il torto subito.
Ed è esattamente il compito che l'uomo desidera che il figlio si assuma una volta adulto, e a tal scopo mette a disposizione di lui e del futuro tutore, Holly per l'appunto, una ingente somma di denaro e i reperti che li condurranno dalla regina in questione.
Holly accetta, più per il bene del pargolo che non per fiducia in quelle che anzi ritiene le parole deliranti di un uomo logorato dalla malattia e prossimo alla morte (che infatti arriverà dopo poche ore).
Holly dunque si assumerà l'impegno di crescere il giovane Leo, quest'ultimo tanto bello e gradito alle donne quanto il primo brutto e misogino.
Non a caso, i soprannomi che i due riceveranno dalla tribù africana cui giungeranno, per il desiderio di Leo di continuare la ricerca del padre, saranno rispettivamente "il Leone" e "il Babbuino".
Il loro viaggio sarà lungo e denso di imprevisti, e certamente misterioso e appassionante.

Non per niente, si sta parlando di uno dei più importanti libri dell'Ottocento, tutt'oggi considerato un classico.
I personaggi di Ayesha, Holly e Leo sono semplicemente memorabili, come memorabile è la loro avventura in Africa nell'antica Kor.
La capacità narrativa di Henry Rider Haggard è ottima, peraltro impreziosita da numerosi riferimenti colti (lingue, popoli, culture).

Nel testo serpeggia qualche anacronismo culturale, peraltro del tutto comprensibile data la distanza temporale tra chi ha scritto e chi legge, ma la lettura è senza dubbio di ottimo livello.

Fosco Del Nero


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Titolo: Vita di un perdigiorno (Aus dem leben eines Taugenichts).
Scrittore: Joseph von Eichendorff.
Genere: romanticismo, commedia.
Editore: Newton Compton.
Anno: 1826.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


"Se sono un buono a nulla, allora voglio andare in giro per il mondo e costruirmi da me la mia fortuna. Mi sentivo come fosse un'eterna domenica".

Questa frase, non a caso riportata sulla copertina dell'edizione della Newton Compton di Vita di un perdigiorno, potrebbe essere il manifesto del protagonista del libro, nonchè del suo autore, Joseph von Eichendorff, e persino del movimento culturale che egli ha rappresentato.

Il giovane protagonista del romanzo non ha voglia di lavorare, e viene dunque mandato dal padre in giro per il mondo affinchè trovi una sua vocazione.
Inizia da qui un viaggio, non solo fisico ma anche mentale, che lo porterà a conoscere diverse persone (tra cui Leonardo da Vinci!), a vivere in diversi posti, ad innamorarsi.
Ma il viaggio sembra non finire mai...

Questa novella, che diede a Eichendorf un'immediata fama presso i suoi contemporanei, è emblematica di quel filone romantico cui l'autore aderiva, che esaltava la vita vissuta, l'amore, la poesia, il viaggio di scoperta e la natura quali suoi canoni di riferimento.

Peradigmatico allora di una nuova cultura e di un nuovo modo di vivere la vita, oggi Vita di un perdigiorno e Joseph von Eichendorff sembrano senza dubbio anacronistici (e ci mancherebbe altro), ma conservano comunque intatto il loro gusto per l'arte e per la libertà.

Fosco Del Nero


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Titolo: Colazione da Tiffany Trott (The trials of Tiffany Trott).
Scrittore: Isabel Wolff.
Genere: commedia, commedia femminile.
Editore: Tea.
Anno: 1998.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Che mi piacciano molto le commedie femminili in stile I love shopping lo avevo già confessato, e dunque non sorprenda la recensione di un nuovo esponente del genere dopo lo stesso I love shopping, Devo comprare un mastino e Al diavolo piace dolce.

Questo Colazione da Tiffany Trott, titolo che evidentemente fa il verso al celeberrimo film Colazione da Tiffany, ha avuto molto successo in Inghilterra, sua madre patria, nonchè nei paesi in cui è stato tradotto, tanto che è stato tradotto ance da noi (che spesso siamo gli ultimi).

La formula, se vogliamo, è più o meno la stessa: una protagonista single, simpatica e carina che ha problemi personali, professionali, ma soprattutto sentimentali.

Rispetto agli altri casi, Colazione da Tiffany Trott presenta una protagonista meno giovane, visto che Tiffany Trott, questo è proprio il nome della "star", ha trentasette anni e non venticinque o trenta come le protagoniste di altri libri similari.
Questo sposta, e non di molto, la sua missione di vita: meno lavoro e più amore.

Non a caso, Tiffany Trott desidera con tutto il cuore trovare l'uomo da sposare, e per farlo è disposta a tutto: appuntamenti classici, appuntamenti al buio, agenzie matrimoniali, annunci sui giornali, vacanze da single nei villaggi turistici, etc.
Tuttavia, la giovane donna inizia ad avere dubbi sui suoi progetti vedendo la situazione disastrosa delle sue amiche, probabilmente meno felici di lei.

Divertente, ironico e ispirato.
Questi gli aggettivi che dedicherei a questo romanzo di Isabel Wolff, che colpisce per la sua spontaneità di contenuti e per la sua brillantezza stilistica. Elementi che unti alla brevità del testo, contribuiscono a che esso sia letto tutto d'un fiato.

In effetti, quando lo schema di base non è particolarmente innovativo, ciò che fa la differenza in un libro è come è scritto e quanto riesce a interessare il lettore, punti su cui Colazione da Tiffany Trott e Isabel Wolff guadagnano un buon voto.

Fosco Del Nero


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Titolo: Il nome della rosa.
Scrittore: Umberto Eco.
Genere: giallo, storico, thriller, religioso, esoterico.
Editore: Bompiani.
Anno: 1980.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.


Il nome della rosa è il primo romanzo scritto da Umberto Eco... e come libro d'esordio certamente non è male...

Sostanzialmente il genere narrativo è il giallo, anche se definire uno dei più importanti romanzi italiani di sempre un giallo è probabilmente un poco riduttivo. Vi sono tuttavia molti altri elementi, dallo storico al thriller, dal religioso all'esoterico.

Anche se ciò che maggiormente colpisce è certamente la grande cultura che esso letteralmente emana, e non a caso il romanzo propone differenti livelli di lettura, a seconda del tipo di lettore che lo impugna.

Il nome della rosa è ambientato nel Medio Evo (nel 1327) ed è presentato come il manoscritto di un anziano monaco relativo a un'avventura da egli vissuta da novizio al fianco del suo maestro in un monastero benedettino dell'Italia settentrionale.

Il protagonista novizio è Adso da Melk, mentre il suo maestro Guglielmo da Baskerville.
Ma molti personaggi del libro (alcuni fittizi e altri realmente esistiti), da cui è stato tratto il noto film con protagonisti Sean Connery e Christian Slater, sono memorabili: Malachia, Jorge, Salvatore, Abbone, Bernardo Gui, Remigio, Severino, Berengario, Venanzio, etc.

La trama in breve: il colto e acuto Guglielmo da Baskerville, noto per la sua abilità investigativa (egli tra l'altro è un ex inquisitore, e certamente ricorda il Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, come peraltro suggerisce la stessa provenienza di Guglielmo, citazione del più famoso scritto legato a Sherlock Holmes, Il mastino dei Baskerville; in tal senso, Adso sarebbe la controparte di Watson, e anche qui l'assonanza è evidente), è stato chiamato al monastero suddetto per investigare su una misteriosa morte che lo ha colpito.

Adso lo segue in qualità di suo allievo, e parteciperà a vario titolo alle indagini, che dureranno sette giorni e presenteranno numerosi colpi di scena, legati anche all'imminente concilio francescano che si svolgerà nel monastero.

Il nome della rosa, a mio avviso, è un libro semplicemente monumentale: la trama è ricca e coinvolgente, i personaggi come detto ben riusciti, i riferimenti culturali dottissimi e molteplici, e la scrittura dell'autore ottima.
Secondo me è uno dei migliori manoscritti italiani di sempre.

Chiudo con la citazione latina da cui ha origine il titolo del romanzo di Umberto Eco: "stat rosa pristina nomine, sed nomina nuda tenemus" (la rosa esiste prima e a prescindere dal suo nome, ma noi non ne abbiamo che il nome): all'uomo dunque sfuggirebbe l'essenza delle cose, al contrario di quanto sosteneva Aristotele.

Fosco Del Nero


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Titolo: Stargirl (Stargirl).
Scrittore: Jerry Spinelli.
Genere: commedia, drammatico, surreale.
Editore: Mondadori.
Anno: 2000.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Ecco un romanzo "speciale".
Stargirl di Jerry Spinelli a prima vista sembrerebbe una commediola su un ragazzino e una ragazzina di una scuola americana di provincia, ma di fatto nasconde molo di più.

In poche parole, ecco la trama del libro: in una scuola americana qualunque di una cittadina di periferia qualunque, entrambe trionfo della medianità (parola che somiglia molto a mediocrità), arriva all'improvviso una nuova studentessa, che si fa chiamare Stargirl.

Lei è diversa: si veste in modo bizzarro, mostra senza indugio i suoi sentimenti, fa regali di compleanno a sconosciuti di cui si è appuntata la data di nascita, alle partite di pallacanestro applaude sia per la squadra della scuola sia per gli avvesari, e così via.
Aggiungiamoci il fatto che è sempre allegra e spensierata e il quadro di stranezza è completo.

Come reagisce la scuola a questa mina vagante?
Non molto bene, se è vero che in molti non la sopportano per le sue bizzarrie e che persino Leo, che prova per lei un sentimento piuttosto forte, non riesce ad accettarla completamente per quello che è.

E il tema del romanzo di Jerry Spinelli, andando al nocciolo della questione, è proprio questo: il coraggio di essere speciali da un lato e l'accettazione dell diversità dall'altro.
Nonché l'importantissimo corollario del coraggio di mostrare i propri sentimenti a chi li merita.
Non sono argomenti da poco.

Stargirl di Jerry Spinelli scivola via, tra un episodio allegro e uno triste, in un clima di surrealtà, fino alla sua conclusione, agrodolce.
Dopo di essa, si capisce con nettezza che si tratta di un bel libro: quando è finito, infatti, dispiace (a mio avviso il segno più inequivocabile della bontà di un prodotto).

Consigliato a tutti.

Fosco Del Nero


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Titolo: Kitchen (Kitchen).
Scrittore: Banana Yoshimoto.
Genere: drammatico, commedia, surreale.
Editore: Feltrinelli.
Anno: 1988.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


Kitchen è un romanzo scritto dall'autrice giapponese Banana Yoshimoto (e non chiedetemi il perché del suo nome) nel 1988 e tradotto in Italia nel 1991.


In realtà il volume, piuttosto breve, contiene due racconti, uno più lungo, Kitchen per l'appunto, e il secondo breve, Moonlight shadow.

Entrambi i racconti hanno portato molta fortuna alla sua autrice: il secondo era la sua tesi di laurea, con cui ha vinto un premio di facoltà, mentre il primo ha avuto un grande successo internazionale.

Il successo di Banana Yoshimoto è dovuto essenzialmente a due fattori.

1. Uno stile narrativo giovane e fresco, ispirato ai manga giapponesi, e in particolare agli shojo manga (i manga per ragazze... vi ricordate Georgie e Candy Candy per esempio? Ecco, quel genere lì).

2. Un mix tra vari generi narrativi: commedia, drammatico e surreale (nel primo racconto prevale il dramma, nel secondo la bizzarria).

Questo volume, in particolare, si distingue per la sua scorrevolezza e per il suo lunatico surrealismo.
Borghesia giapponese, mondo dei manga e una vena fantastica si uniscono nella narrazione della scrittrice, piacevole e godibile.

Alla fine della fiera, Kitchen di Banana Yoshimoto a mio avviso non è un capolavoro, a mio avviso, ma un discreto libro sì.

Fosco Del Nero


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Titolo: La spada di Shannara (The sword of Shannara).
Scrittore: Terry Brooks.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Mondadori.
Anno: 1977.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.


La spada di Shannara è il primo libro dell'epopea fantasy scritta da Terry Brooks, il primo scrittore fantasy a scalare la classifica del New York Times dai tempi di Tolkien. E proprio Tolkien risulterà in qualche modo centrale, per i motivi che andremo a vedere dopo.

La spada di Shannara narra la storia dei dei fratelli Shea e Flick Ohmsford, coinvolti loro malgrado nella lotta contro il Signore degli Inganni, figura oscura che incombe sulle Quattro Terre e che, si viene presto a scoprire, può essere fermato solo tramite la mitica spada di Shannara, e solo se ad utilizzarla è un erede diretto dell'omonima altica casata elfica... il quale è ovviamente Shea, che in effetti è mezzo uomo e mezzo elfo.


Questo romanzo è il primo della Saga di Shannara, che alla trilogia iniziale (La spada di Shannara, Le pietre magiche di Shannara, La canzone di Shannara) ha fatto seguire molti altri romanzi, per un totale di circa 15... ho perso il conto ormai).


Come nella migliore tradizione fantasy, La spada di Shannara ci porta in un mondo sospeso tra materia e magia, abitato da gnomi, nani, troll, druidi, e in perenne equilibrio tra il bene e il male.
Al di là dei singoli elementi, ciò che maggiormente riesce a coinvolgere il lettore è il tessuto epico della vicenda narrata. In tal senso, il libro è piuttosto corposo.

Esso, però, presenta un neo, ed è un neo non irrilevante: in moltissimi punti sembra ricalcare proprio il Il signore degli anelli di Tolkien.
Non a caso, Terry Brooks è stato spesso accusato di poca originalità, se no proprio di plagio, anche se lui si è sempre difeso affermando che le somiglianze appartengono ai comuni topos della letteratura fantasy-epica.

Io, nel dubbio, mi sono appuntato alcuni punti in comune tra i due, ricordando che Il signore degli anelli precede il rivale di circa 30 anni.

In entrambi i libri:
- un protagonista popolano viene portato va da una valle felice e coinvolto in una guerra molto più grande di lui (Frodo - Shea),
- tale protagonista è guidato da un mago forte ed esperto (Gandalf - Allanon),
- il protagonista viene cercato da demoni volanti (Nazgul - Messaggeri del Teschio),
- il protagonista è in possesso di un oggetto magico che però, se usato, rivela la sua posizione agli esseri magici che gli stanno dando la caccia (anello - pietre magiche),
- c'è un potente artefatto magico cercato dai vari contendenti (anello - spada),
- in entrambi i casi si forma una compagnia composta da uomini, elfi e nani, tutti alleati contro il mago oscuro,
- la compagnia, per sviare dall'aspettativa dei nemici, attraversa un'antica montagna-caverna abitata da spiriti dei morti (Miniere di Moria - Cripta dei re),
- un re-reggente viene corrotto dal potere magico dello stregone cattivo (Theoden - Palance, Grima Vermiliguo - Stenmin),
- si ha a che fare con una bizzarra creatura impazzita (hobbit - gnomo),
- la suddetta creatura folle entra in possesso dell'oggetto magico ricercato dai due schieramenti (anello - spada),
- gli alleati elfi arrivano in soccorso proprio al termine di una battaglia campale,
- il mago buono sostiene una feroce lotta, dalla quale sembra uscire morto,
- la compagnia si divide,
- vi è uno scambio di ruoli per il protagonista principale (possessore dell'anello - discendente di Shannara).

E non ho segnato tutte le somiglianze!

Ad ogni modo, voi traete le vostre conclusioni; io in tale sede vi dirò che il La spada di Shannara è un romanzo fantasy quasi decente, e che Terry Brooks sa scrivere benino... tuttavia sulla sua opera grava la pesante spada di Damocle della non eccessiva originalità (per usare un eufemismo) nel confronto con l'eccellente dirimpettaio, nonché un livello dei dialoghi, degli eventi e dei comportamenti dei personaggi spesso un po' troppo semplicistico o forzato, cosa che mina fortemente sia l'atmosfera generale sia la credibilità della narrazione.

Fosco Del Nero


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Titolo: La pattuglia del tempo (The time patrol).
Scrittore: Poul Anderson.
Genere: fantascienza.
Editore: Mondadori.
Anno: 1991.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


Intanto, per chi non conoscesse Poul Anderson, dico in breve che si tratta di uno degli scrittori storici dell'età dell'oro della fantascienza americana, pluridecorato con i vari premi Hugo, Nebula, Campbell, etc.
La sua produzione è decisamente vasta, così come vaste sono state le sue vendite.

Noi in particolare ci occupamo de La pattuglia del tempo, volume facente parte dell'omonima serie e contenente diversi racconti, ambientati ognuno in una differente epoca storica.

Quindi, per quanto mi riguarda, già si inizia male, giacché io preferisco i romanzi ai racconti. Ma questo è questione di gusti, e vediamo come si presenta il testo al di là di tale fattore.

Intanto, il tema scelto da Poul Anderson, come intuibile dal titolo, è quello del viaggio del tempo; tema che viene affrontato con arguzia e rigore storico.
Ogni avventura descritta, infatti, presenta uno specifico scenario dall'eccellente ricostruzione storico-culturale.

Tuttavia, e questo è il maggiore limite de La pattuglia del tempo, l'interesse che riesce a suscitare nel lettore è incostante e altalenante, cosa che in parte limita il piacere della lettura.

Ad ogni modo, un prodotto discreto, che non potrà che piacere ai fan di Poul Anderson o della fantascienza storica.

Fosco Del Nero


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