Scrittore: Martin Waddell.
Argomenti: librogame, commedia, investigativo.
Editore: E.L.
Anno: 1984.
Voto: 7.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.
Dopo essermi letto il primo librogame della serie Detectives Club, ossia Il messaggio del morto, mi sono letto il secondo, L’antiquario, il quale peraltro non ha nessuna connessione di trama con il suo predecessore, che lo è solo numericamente, dunque.
I protagonisti della storia sono gli stessi, ossia i quattro ragazzini componenti del Detectives Club (Casey, James, Fagiolina e Bodger, che poi è anche il narratore della storia), ma le avventure sono leggibili separatamente, senza nessun collegamento tra di loro.
Lo schema è rimasto identico al libro precedente: non si usano dadi, a differenza della quasi totalità dei librigame, mentre al contrario si usa di più la vista, normalmente non importante nei librigioco, visto che molti indizi vanno trovati proprio esaminando le immagini-illustrazioni. Mentre altri, viceversa, si trovano nascosti nel testo.
Nascosti non troppo bene, dovremmo dire, e difatti il livello di investigazione non è troppo impegnativo, ma comunque sufficiente a tener viva l’attenzione del lettore e a divertirlo tra una trovata e una torta in faccia.
L’avventura precedente vedeva i protagonisti del Detectives Club impegnati a risolvere un caso di falsificazione di denaro, mentre questa de L’antiquario li vede sgominare una banda di ricettatori di oggetti d’arte.
Anche le dimensioni del libro sono le stesse: i libri della serie Detectives Club si sono sempre distinti tra i libro game per essere tra i più sottili… ciò che, a dirla tutta, me li faceva discriminare a vantaggio di altri dal rapporto grandezza-prezzo più favorevole ai miei occhi di bambino-ragazzino, tanto che ai tempi praticamente ignorai questa serie, a vantaggio di altre più corpose sia nei singoli libri, sia nella lista di avventure.
Ma per certi versi feci male, visto che sia il primo libro che il secondo sono davvero carucci e divertenti: nulla di trascendentale e di indimenticabile, ma comunque figli di un’idea originale e di una realizzazione discreta, illustrazioni comprese.
E, anzi, forse ho gradito L’antiquario ancor più de Il messaggio del morto, suo predecessore.
Fosco Del Nero
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