Scrittore: Matteo Ficara.
Genere: fantasy.
Editore: Vydia Editore.
Anno: 2013.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.
Quest’oggi recensisco un romanzo fantasy, e si tratta del romanzo d’esordio di un giovane autore italiano: il libro porta il nome de Le Nuove Terre, mentre l’autore è Matteo Ficara.
Si tratta di un romanzo lungo circa 330 pagine e dal sapore decisamente aulico, come evidente fin dalle prime battute.
Al tono sostenuto della narrazione, peraltro, corrisponde anche uno sfondo decisamente esistenzial-filosofico, cosa che non stupisce dato che l’autore, come si legge nella quarta di copertina, è laureato in filosofia e appassionato di discipline olistiche.
Ogni tanto, infatti, spuntano fuori, oltre a concetti esistenziali, anche ammiccamenti a discipline spirituali, allo gnosticismo, alle antiche scritture occidentali, a divinità varie, etc.
Dunque, sì un fantasy, ma non un fantasy leggero, di puro svago; anche se, a dire la verità, si può leggere anche come mera narrazione, dal momento che trama e azione lo permettono.
E andiamo dunque a vedere la trama, perlomeno in estrema sintesi: il protagonista centrale è Callisto, lo Scrivano, possessore del Diario, elemento molto importante per l’equilibrio delle terre, vecchie e nuove che siano.
Di lui seguiamo praticamente quasi tutta la vita, narrata in modo variamente veloce dalla sua formazione fino al suo grande amore per Zajmah, dal suo incontro misterioso con la giovane Tskab fino alla sua rinascita come Hurghimellor.
Il libro è strutturato secondo grandi capitoli-epoche, nelle quali tra l’altro cambia anche il punto di vista, tanto che il protagonista principale Callisto a volte lascia spazio agli altri protagonisti della storia.
Riferiti gli “estremi” del libro, arriva ora il mio parere.
L’inizio è ottimo e davvero accattivante, sia dal punto di vista della narrazione, sia da quello del protagonista e della trama. Con inizio intendo le prime 90-100 pagine.
Dopo, però, la storia perde efficacia, tanto che rischia di perdere il lettore, un po’ perché il protagonista principale sparisce, per poi tornare dopo, un po’ perché insieme ad esso spariscono anche tensione narrativa e anche parte della precisione linguistica.
Il libro si riprende successivamente, e l’ultima parte ritorna interessante.
In sostanza, l’espediente narrativo dei cambi di scena e di punto di vista tra i vari protagonisti a mio avviso non ha funzionato molto, forse per un carisma superiore di Callisto rispetto agli altri personaggi del libro, o forse, semplicemente, perché la prima parte era più ispirata di quella successiva.
Nella quale, tra l’altro, il lettore rischia anche di perdersi con tanti nomi e riferimenti e personaggi, luoghi o entità del passato, e che magari non sarebbe stato male ridurre di numero oppure colorare in modo più vivo, in modo che non fossero solo nomi ma elementi portanti della storia.
Spuntano inoltre qui e lì ingenuità linguistiche da autore esordiente, nonostante, lo ripeto, la scrittura in generale rimanga ottima, e a tratti eccellente, curata e aulica come poche... considerazione rara da parte mia, segno dunque delle capacità di scrittura dell'autore.
Insomma, la sensazione che ho avuto de Le Nuove Terre è quella di un buon romanzo d’esordio, e buono in generale, a cui però sarebbe bastato non molto per essere di un livello superiore.
Poco male: se Matteo Ficara ha talento, lo dimostrerà con altri libri.
Fosco Del Nero
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