Scrittore: Robert Silverberg.
Genere: fantascienza, distopia.
Editore: Mondadori.
Anno: 1976.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.
Ecco, ora ragioniamo: dopo due romanzi inizialmente promettenti ma non troppo convincenti nel loro pieno svolgimento (= si sarebbe potuto fare qualcosa in più e la conclusione è insoddisfacente), ossia Gli anni alieni e Base Hawksbill, finalmente Robert Silverberg mi mostra qualcosa di buon livello in tutto il suo svolgimento: è Shadrach nella fornace, il secondo romanzo presente nel volume Base Hawksbill-Shadrach nella fornace (ma che si trova in commercio anche in volume singolo).
Entrambi i romanzi, il primo del 1968 e il secondo del 1976, il primo lungo circa 150 pagine e il secondo circa 240, sono romanzi di fantascienza, entrambi ambientati in un futuro discretamente seppur non troppo lontano, ed entrambi ipotizzano degli scenari politici di tipo semidittatoriale, tanto da poter essere iscritti nel filone della distopia…
… per quanto non si concentrino proprio sull’aspetto socio-politico, come i grandi romanzi di questo genere (1984, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo), bensì sulla storia di vita dei protagonisti.
Nel caso di Base Hawksbill, il tema concerne i viaggio nel tempo, ed alcuni dissidenti politici inviati nel lontanissimo periodo cambriano, là dove non possono più cercare di destabilizzare lo stato.
Nel caso di Shadrach nella fornace, invece, il tema concerne gli equilibri sociali e politici di un futuro non troppo distante in cui una guerra batteriologica ha decimato la popolazione mondiale, spostando il centro del potere e dell’equilibrio del mondo verso est, e precisamente verso la Mongolia: Ulan Bator è la città più importante del mondo, e il dittatore mondiale è un mongolo chiamatosi Gengis II Mao IV, in onore sia di Gengis Khan che di Mao Tse Tung.
Egli è un uomo già molto anziano, la cui età stessa è dubbia (85? 90? 95?), e che è tenuto sempre in buona forma dai dottori più competenti del mondo, nonché dalla tecnologia avanzata di quel tempo, capace di innestargli un fegato o uno stomaco all’abbisogna, e in modo perfetto.
Il suo dottore personale è il protagonista del libro, Shadrach Mordechai, un americano di colore (dal nome di impronta ebrea) allontanatosi presto degli Usa ormai in decadenza e arrivato ad essere il cerusico di fiducia del dittatore Gengis Mao, con tanto di sofisticati apparecchi installati nel suo corpo e collegati al corpo di Gengis, che gli rivelano in tempo reale il suo stato di salute e tutti i dati del corpo del dittatore: sangue, pressione, reazioni chimiche, etc.
Il romanzo si muove su più livelli: il lavoro di Shadrach, la sua vita sentimentale, la situazione mondiale, le questioni etiche e politiche (in realtà un po’ trascurate a favore dell’elemento individuale del protagonista), riuscendo a dare una visione d’insieme convincente (come peraltro era stato anche per gli altri romanzi di Silberberg che ho letto), e finalmente anche un dipanarsi degli eventi convincente ed efficace, senza le chiusure affrettate e pressapochiste viste altrove.
Tanto che Shadrach nella fornace finisce dritto dritto tra i più convincenti scritti di Silverberg che ho letto (L’uomo stocastico, Pianeta senza scampo, e ora per l’appunto Shadrach nella fornace), lasciandosi alle spalle quelli meno convincenti (Gli anni alieni, Base Hawksbill)...
… i quali comunque erano sufficienti, segno, casomai servisse una prova, del fatto che Robert Silverberg è uno scrittore che sa scrivere.
Fosco Del Nero
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