Scrittore: William Somerset Maugham.
Genere: drammatico, sentimentale.
Editore: Newton Compton.
Anno: 1897.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.
Essenzialmente le mie letture oscillano tra tre generi: la letteratura esistenziale, i romanzi di genere fantastico e i classici dei grandi autori del passato, in questo ordine di preferenza.
Di grandi classici ne leggo pochi, ma ogni tanto qualcuno arriva, ed è il caso odierno, con Liza di Lambeth di William Somerset Maugham.
Maugham peraltro è un autore con una qualche vicinanza col primo genere, come provano romanzi come Il filo del rasoio (che non ho letto, ma di cui ho visto la bella conversione cinematografica) o Il mago (che lessi da ragazzino, e che solo a posteriori seppi essere stato disegnato sulla figura dell’esoterista Aleister Crowley).
Tuttavia, il romanzo recensito non ha affatto contenuti esistenziali, ma piuttosto sociali e drammatici. Liza di Lambeth peraltro è il primo scritto dell’autore e, grazie al successo che ebbe fin da subito, lo convinse a lasciare la carriera di medico per dedicarsi a quella di scrittore, che avrebbe portato avanti fino alla fine della vita.
Ecco la trama sintetica di Liza di Lambeth: siamo in un sobborgo di Londra, Lambeth per l’appunto, alla fine del diciannovesimo secolo, e siamo alle prese col micromondo proletario e operaio di un quartiere ben preciso, quasi mondo nel mondo, dove tutti si conoscono bene e in cui il giudizio sociale è tanto forte da determinare i destini di una persona.
Almeno è quanto il romanzo sembra tratteggiare, nell’accompagnare la relazione adulterina tra la giovane Liza, appena diciottenne, e il maturo Jim, quasi quarantenne… relazione che terminerà in dramma, per l’appunto.
Laddove invece il libro era iniziato con un’atmosfera gioiosa, quasi da sagra di paese, con Liza, da tutti conosciuta e ambita perché bella, che sgambettava per le strade del rione, ballando e cantando insieme agli altri ragazzi e ragazze della zona.
Al tempo Liza di Lambeth fece scalpore per la sua schiettezza nel raccontare una storia realistica, profondamente calata in un contesto sociale non degradato, ma certo non nobiliare, e nemmeno agiato. La critica di allora si divise nella considerazione di questo romanzo breve, mentre il pubblico apprezzò, tanto che la fama non tardò ad arrivare per Maugham.
Personalmente, ho gradito a sufficienza questo libro, anche se a dire il vero non amo troppo drammi e contro-drammi.
Ma, se capiterà, concederò un’altra chance a William Somerset Maugham, scrittore di valore.
Fosco Del Nero