Il cammino del mago

Titolo: La porta sui mondi (Worlds within).
Scrittore: Rog Philips.
Genere: fantascienza, avventura, sentimentale.
Editore: Libra.
Anno: 1950.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.


Il romanzo recensito questa volta porta il titolo de La porta sui mondi, ed è datato 1950.

Si tratta di un romanzo di fantascienza, fantascienza in stile classico come andava di moda in quegli anni, scritto da tale Rog Philips, che non avevo mai avuto l’occasione di leggere e che nemmeno, a dirla tutta, conoscevo di nome.

Quanto all’edizione, era stato pubblicato nel 1979 dalla casa editrice Libra, al tempo nota proprio per le pubblicazioni di fantascienza, ma in seguito deceduta (credo abbia cambiato nome un paio di volte e poi non so che fine abbia fatto).

Ad ogni modo, gli altri libri che avevo letto tratta da tale collana, denominata Saturno, erano di qualità assai bassa (La stella fuggiasca e Il vagabondo dell’infinito, entrambi di Vargo Statten, I figli di Medusa di Theodore Sturgeon), per cui speravo che questo ne avrebbe risollevato le sorti… speranza vana, purtroppo, e a questo punto era proprio la collana ad avere un target di un certo tipo e piuttosto basso.

Ma vediamo la trama de La porta sui mondi, che mescola ad idee fantascientifiche alcune credenze o mitologie di vari popoli del mondo, soprattutto indios sudamericani: un bel giorno una bella ragazza, tale Edona, bussa alla porta di Lin Carter, inseguita da due omoni. Ovviamente l’uomo fa per difenderla, e subito dopo scopre che la Terra in cui aveva vissuto fino a quel momento – la nostra, per intenderci – non era l’unica, ma coesisteva con altre in realtà parallele, concentriche ma di differenti dimensioni quanto a grandezza del pianeta, della Luna, del Sole, etc.
In sostanza, c’è una Terra 1, una Terra 2, una Terra 3, una Terra 4, una Terra 5 e anche un sesto spazio dimensionale.
Ora, la cultura andina era depositaria di tale sapere, e in passato si era spostata tra i mondi… anche troppo, tanto che aveva aperto, e poi richiuso, un passaggio dimensionale ad una razza serpentoide malefica (ancora serpenti nel ruolo di alieni cattivi... chissà da dove è iniziata tale credenza-tendenza-mito).
Lin Carter dovrà aiutare i suddetti uomini a risolvere il problema, ripresentatosi a causa di un “cattivo”, saltando da un mondo all’altro.

La porta sui mondi è molto avventuroso, ed è antico in ogni sua pagina: fantascienza vecchio stampo, con spiegazioni e spiegazioni, sovente noiose e pedanti, avventura di livello facile, rapporti sentimentali ugualmente facili e prevedibili, figura da macho coraggioso e figura da donna sensibile, etc.
Insomma, per buona parte è un libro che sa di vecchio.

E purtroppo non ha niente che lo sollevi, se non una certa "avventurosità" e la simpatia che fa sorgere verso i due protagonisti.

Insomma, La porta sui mondi di Rog Philips non offre niente di più se non una distrazione leggera e anni "50, da prima fantascienza.
Ed ecco spiegato come mai non avevo mai sentito nominare l'autore in questione.

Fosco Del Nero


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