Titolo: Maledette piramidi (Pyramids).
Scrittore: Terry Pratchett.
Genere: fantasy, umoristico.
Editore: Sonzogno.
Anno: 1989.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.
Era da molto che non leggevo un romanzo di Terry Pratchett, autore che ho sempre guardato con simpatia per il suo gradevole connubio tra fantasy e umorismo, ma di cui in verità non ho letto moltissimo.
Maledette piramidi è il quinto libro della lista dopo Il colore della magia, La luce fantastica, A me le guardie! e Tartarughe divine.
Il genere è sempre il solito, anche se siamo solo marginalmente all’interno del Ciclo del Mondo del Disco di Pratchett, il quale scriveva un po’ secondo saghe e un po’ secondo romanzi singoli, i quali comunque son sempre rimasti piuttosto individuali, come questo stesso Maledette piramidi, al di là che fossero inseriti o meno in un ciclo letterario.
Ecco la trama sommaria di Maledette piramidi: Teppic è un apprendista assassino che sta per completare i suoi studi presso la Gilda degli Assassini della città di Ankh-Morpork… ma che in breve si trova proiettato in un’altra dimensione, dapprima metaforicamente e poi anche letteralmente. Si dà il caso infatti che egli sia l’erede al trono dell’Impero di Djelibeybi, una sottile linea di terra posta tra i regni di Tsort e Efebe, eterni rivali rispetto ai quali Djelibeybi funge da cuscinetto.
Insediatosi come nuovo faraone, naturalmente dotato di poteri divini, almeno nell’immaginario collettivo, Teppic conosce svariati personaggi, tra cui l’ancella Ptraci e il sommo sacerdote Dios; naturalmente, dopo l’insediamento cominciano immediatamente i guai.
Maledette piramidi è carino: la rivisitazione dell’Egitto, in parte in salsa umoristica e in parte in salsa metafisica, funziona e risulta credibile, nella misura in cui il termine “credibile” può essere utilizzato per tale testo; i personaggi son discretamente caratterizzati e funzionano; c’è un discreto e garbato umorismo, come negli altri libri di Pratchett…
… ma, proprio come negli altri libri di Pratchett, manca qualcosa affinché il romanzo abbia una marcia in più, per così dire.
Anzi, forse Maledette piramidi si trova un gradino sotto quelli già recensiti; o forse col tempo io son diventato più esigente e dunque più severo. La sensazione è sempre quella per cui oltre un discreto e garbato umorismo non ci sia nient’altro, o comunque davvero poco altro.
Anzi, forse con tale quinto tentativo si è conclusa la mia avventura nell’universo letterario di Terry Pratchett.
Fosco Del Nero
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