Titolo: Il leone, la strega e l’armadio - Le cronache di Narnia 2 (The lion, the witch and the wardrobe).
Scrittore: Clive Staples Lewis.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Mondadori.
Anno: 1950.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.
Avendo deciso di leggermi tutto il ciclo letterario de Le cronache di Narnia, ed avendo letto di recente Il nipote del mago, era questione di poco tempo prima che mi leggessi anche Il leone, la strega e l’armadio, il quale peraltro, cronologicamente parlando, è il libro che ha dato avvio al ciclo in questione, essendo stato scritto per primo, nell’ormai lontano 1950.
Passo subito alla trama sommaria del romanzo di Clive Staples Lewis, che è ambientato svariati decenni dopo gli eventi del primo libro, tanto che il bambino protagonista di quella storia, Digory, è ora un anziano professore: siamo nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, allorquando quattro bambini, Peter, Susan, Edmund e Lucy, vengono trasferiti da Londra sino a una casa di campagna, per proteggerli dai bombardamenti, di proprietà dell’eccentrico professor Digory Kirke.
L’abitazione è grande e, agli occhi dei bambini, misteriosa: il posto ideale in cui giocare a nascondino… se non fosse per il fatto che uno dei suoi armadi conduce nel regno di Narnia, e vi conduce per prima la piccola Lucy: essa incontra il fauno Tumnus, dal quale viene a sapere che nel regno vi è una sorta di inverno perenne (“ma senza Natale”, viene detto a più riprese) causato dalla cattiva Strega Bianca. Quanto al buon Aslan, il reggente originario di quel regno, è assente da molto tempo, cosa che ha reso possibile l’avanzata della strega.
Lucy torna indietro e racconta gli eventi ai suoi fratelli, i quali però non le credono.
Edmond fa un’esperienza simile, ma di verso opposto: incontra la Strega, la quale gli dà una versione diversa dei fatti e gli promette di nominarlo Re di Narnia, nonché di dargli dolci a volontà, se l’avesse aiutata nel suo intento e le avesse portato i suoi fratelli.
Questo è l’abbrivio della storia, la quale, similmente al romanzo precedente, contiene, oltre che vari elementi del folklore tradizionale, come fauni e centauri, anche vari simboli cristiani: Aslan è chiaramente un’iconografia di Gesù Cristo, si riferisce a un Imperatore d’Oltremare ancora più potente di lui (Dio), e come Gesù prima si offre in sacrificio per redimere i peccati di qualcuno e poi resuscita. Lo scontro tra Aslan e la Strega rappresenta l’eterno scontro tra la luce e le tenebre: da un lato abbiamo carisma e candore; dall’altro abbiamo menzogna ed ego.
Abbiamo poi l’Antica Legge, che rappresenta le leggi dello spirito, e abbiamo la Tavola di Pietra, su cui erano incise delle scritte, su cui viene sacrificato Aslan-Gesù e che poi si spezza: essa rappresenta le tavole della legge mosaica, spezzata e superata dall’avvento del cristianesimo (ossia, il Vecchio Testamento è superato e messo da parte dal Nuovo Testamento).
C’è poi il simbolo dell’inverno perenne: il male è freddo e algido, mentre il bene è calore e piacevolezza. Non a caso, nel freddo perenne della Strega Bianca non c’è il Natale, ossia la festa cristiana per eccellenza.
A proposito di cristianesimo, il re-eroe designato è Peter, il primo dei quattro fratelli: Peter è Pietro, come il primo papa. Chiaramente la scelta del nome non è stata casuale.
Ho gradito discretamente Il leone, la strega e l’armadio, a cui, come al suo predecessore, assegno un mezzo punto in più del suo reale valore narrativo per la presenza di simboli spirituali, cosa che lo rende particolarmente adatto al pubblico infantile, com’era infatti nelle intenzioni di Lewis.
Un ultimo commento, questo personale: quando ero bambino, con i miei fratelli facevamo un gioco ch’era molto simile al meccanismo della storia di Lewis. Nella nostra immaginazione, i vari armadi di casa portavano in vari luoghi a noi noti: uno portava al mare, l’altro a casa di nostra nonna, un altro ancora portava in un'altra città da uno zio… altro elemento che mi rende simpatiche le Cronache di Narnia.
Di seguito mi leggerò Il cavallo e il ragazzo.
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