Titolo: Il ciclo di Conan - Tomo 1.
Scrittore: Robert Ervin Howard.
Genere: fantasy, heroic fantasy, sword and sorcery.
Editore: Newton Compton.
Anno: 1930 circa.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.
Il libro che propongo quest’oggi è un libro mica da poco, per diversi motivi.
In primis, per il suo autore scrittore, uno dei più importanti in assoluto all’interno del genere fantastico, forse il più grande nel sottogenere della sword and sorcery (altrimenti detta heroic fantasy); in secondo luogo, per la sua corposità, dato esso comprende metà di un intero ciclo letterario.
L’autore è Robert Ervin Howard, mentre il ciclo quello celeberrimo di Conan il Cimmero (più noto però come Conan il barbaro).
L’edizione, infine, è quella della Newton Compton, che ha racchiuso l’intero ciclo in due tomi, entrambi sostanziosi, e contenenti dunque numerosi racconti e romanzi brevi.
Per dovere di completezza, elenco tutti i titoli compresi nel primo tomo, alcuni dei quali peraltro sono stati pubblicati singolarmente in altre edizioni: La torre dell'elefante, Il palazzo dei morti, Il Dio nell'urna, Gli intrusi a palazzo, La figlia del gigante dei ghiacci, La regina della Costa Nera, La valle delle donne perdute, Colosso nero, Ombre al chiaro di luna, Nascerà una strega, Ombre a Zamboula, Il diavolo di ferro, Gli accoliti del Cerchio Nero, L’ombra che scivola, Lo stagno dei neri, L'era hyboriana.
Diciotto testi, dunque, e testi mica da poco, dal momento che trattasi del meglio dell’heroic fantasy mai prodotto, genere nato dall’inventiva di William Morris intorno al 1880 e poi fiorito con le penne di Lord Dunsany, Eric R. Eddison, R. E. Howard e altri autori come Clark Ashton Smith, Catherine L. Moore e Fritz Leiber.
Nessuno di loro, però, possiede la potenza evocativa di Howard, i cui scritti trasudano vita, passione, azione, dramma.
Da ricordare poi il ruolo di Lyon Sprague De Camp, che ha contribuito alla fama di Howard, tanto durante la vita di quest’ultimo, quanto dopo il suo trapasso, avvenuto sfortunatamente in giovane età: lo scrittore americano, difatti, si è suicidato a soli 30 anni dopo che gli fu comunicato che sua madre era in coma irreversibile.
Queste le sue ultime parole, ovviamente scritte: “All fled, all done: so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire” (Tutto è andato, tutto è finito: ponetemi sul rogo. La festa è terminata e le lampade si estinguono).
Ma torniamo al dato letterario: se il ciclo più noto di Howard fu indubbiamente quello di Conan (anche grazie alla conversione cinematografica di successo degli anni 80), non è stato certamente l’unico.
Ricordiamo in tal senso anche i cicli di Solomon Kane, di Faccia di Teschio, di Almuric, di Kull di Valusia, Celta, di James Allison e Kirby Buckner, nonché alcuni racconti ambientato all’interno della mitologia di Cthulhu dell’amico Howard Phillips Lovecraft, un altro grande scrittore del periodo.
Non proseguo oltre la recensione, dato che la mia passione per Howard si è ormai bell’e capita; aggiungo solo che, nonostante i suoi testi non siano impeccabili dal punto di vista stilistico, possiedono, come già detto, una potenza descrittiva ed emotiva che raramente si riscontra in altri scrittori… un motivo che certamente dovrebbe incoraggiare la lettura.
Non è un caso se l’ascesa della letteratura fantastica prima (seguita a decenni di distanza dal cinema fantastico) si debba, stringi stringi, soprattutto a due autori: Howard e Tolkien.
Buona lettura.
Fosco Del Nero
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