Il cammino del mago

Titolo: Stregone suo malgrado (The warlock in spite of himself).
Scrittore: Christopher Stasheff.
Genere: fantasy, fantastico, commedia, grottesco.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 1969.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Oggi recensisco il libro di uno scrittore contemporaneo, e tuttavia non molto famoso, persino tra gli amanti del genere fantastico nel quale esso si cimenta: Christopher Stasheff.

Si tratta peraltro di uno scrittore che io stesso ho trovato per puro caso tra i vecchi libri dell’Editrice Nord, casa editrice specializzata nella narrativa fantasy e fantastica in generale.
E, peraltro, si tratta di uno scrittore abbastanza prolifico, avente scritto decine di romanzi di diversi cicli, tuttavia non approdati in Italia se non in piccola parte.

Stregone suo malgrado è per l’appunto il primo libro di uno dei suddetti cicli, e si situa a metà tra fantascienza e fantasy, anche se, a ben vedere l’anima del testo è più che altro una commedia ironica, persino satirica.
In tal senso, l’autore che più gli si avvicina è probabilmente Terry Pratchett (col suo ciclo del Mondo del Disco), del cui spirito  Christopher Stasheff è una sorta di precursore.

Ecco in brevissimo la trama: Rod Gallowglass è un’astronauta terrestre, che si trova ad atterrare suo malgrado in un pianeta sconosciuto, tale Gramarye, a causa del fatto che il suo computer di bordo, tale Fess, ha sbagliato le coordinate della rotta.
Quello in cui i due capitano è un mondo ben strano, curioso miscuglio di generi etnici, tra nani, elfi e streghe, nonché vivace scenario di intrighi di palazzo.

In tale ambientazione, numerosi personaggi si segnalano per la loro caratterizzazione, da una giovane e capricciosa regina a una bella streghetta innamorata del nostro Rod.

Sostanzialmente, Stregone suo malgrado comincia come un romanzo di fantascienza e poi va avanti come un racconto di tipo fantasy-medievale, ma di fatto, come detto, rivelando la sua anima di testo umoristico-satirico.

La lettura procede spedita e piacevole, vivace e curiosa, e probabilmente ad essa seguirà (così è stato perlomeno nel caso mio e di altre persone) una successiva rilettura, con l’ostacolo più grande che, paradossalmente, è rappresentato da una copertina eccezionalmente brutta, che, alla faccia del marketing, sembra far di tutto per dissuadere il potenziale lettore dall’acquisto. In tal senso, vien da chiedersi come abbia potuto chiunque facesse quello di lavoro, scegliere per questo romanzo una copertina al contempo così brutta e così poco rispondente al contenuto del libro.

Che sia per questo che Stregone suo malgrado e Christopher Stasheff non hanno avuto successo in Italia?
Ad ogni modo, ora sapete che, se la copertina è orrida, il romanzo non lo è affatto, per cui se lo trovate da qualche parte potete tranquillamente dargli un'opportunità.

Fosco Del Nero


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