Titolo: Il grande inverno - Le cronache del ghiaccio e del fuoco 2 (A game of thrones - Book one of a song of ice and fire).
Scrittore: George R. R. Martin.
Genere: fantasy, epico.
Editore: Mondadori.
Anno: 1996.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.
Qualche mese fa ho proposto il primo libro della saga delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin, sarebbe a dire Il trono di spade.
Chi ha letto la recensione tuttavia si ricorderà che in realtà si trattava non del primo romanzo, ma della prima parte del primo romanzo, dato che la Mondadori, probabilmente per incassare di più, ha deciso di scomporre il libro originale in due volumi differenti, chiamando questo secondo Il grande inverno.
Dunque, Il grande inverno è parte integrante de Il trono di spade, che difatti terminava nel bel mezzo degli eventi, senza nemmeno una fine parziale.
A coloro cui era piaciuto il libro, dunque, non restava altro da fare che leggere anche il prosieguo…
… e senza indugio sono stato tra questi, data la grande qualità del narrato di Martin.
Anzi, confesso senza mezzi termini che era da molto (forse dai tempi in cui lessi Howard, Tolkien, Ende e Feist) che non mi imbattevo in uno scrittore fantasy di qualità così elevata, posto che i vari Salvatore, Erikson, Donaldson, Lewis, etc mi sono piaciuti decisamente di meno.
Non è dunque fortuita la fama largamente positiva di Martin, che non a caso conta schiere e schiere di fan.
Ok, ma che tipo di fantasy è il suo?
Più vicino a quello potteriano della Rowling, più simile a quello epico-eroico di Howard, o forse parente di quello fiabesco di Tolkien ed Ende?
Nessuno di questi in realtà, dato che Martin si muove più tra diplomazia, relazioni interpersonali e arguzia che non tra magie e razze non umane.
Anzi, a dire il vero ne Il trono di spade, se si eccettua qualcosa lasciato intravedere nel prologo, praticamente non vi era alcun elemento fantasy.
In questa seconda parte del romanzo, invece, si assiste a qualcosa in più, nonché a un’evoluzione della storia piuttosto cruda e cinica.
E questa è un’altra caratteristica di George Martin: con lui non si va tanto per il sottile, tanto che a qualunque dei numerosi personaggi, protagonisti principali o secondari, può succedere qualcosa di brutto.
E se da un lato questo può causare dispiacere in chi si è affezionato a questo o quel personaggio (un altro elemento positivo è il fatto che non vi è un protagonista centrale assoluto, ma diversi punti di vista, fatto che lascia al lettore la scelta su chi seguire con maggiore simpatia), dall’altro assicura vivacità e originalità al testo.
George R.R. Martin è dunque uno scrittore assolutamente consigliato; persino irrinunciabile per gli amanti della letteratura fantasy-epica.
Fosco Del Nero
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