Scrittore: James Blish.
Genere: fantascienza.
Editore: Mondadori.
Anno: 1960.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.
Gli appassionati di fantascienza sanno bene che nei decenni intorno alla metà del secolo passato il genere in questione era in piena espansione, tanto che per quel periodo si è parlato di “età dell’oro della fantascienza”.
Se autori come Isaac Asimov, Lester Del Rey, Alfred Elton Van Vogt, Lyon Sprague De Camp, Robert Heinlein, Frederik Pohl, Jack Vance, Fritz Leiber, sono stati grandi protagonisti di quel periodo letterario e culturale, altri viceversa vi hanno partecipato da comprimari, come l’autore presentato quest’oggi, che fa peraltro il suo esordio in Libri e Romanzi: parlo di James Blish e del suo romanzo breve Guerra al grande nulla.
E per fortuna che era breve, perché ho fatto davvero tanta fatica a finirlo… nonostante si trattasse di un romanzo premiato addirittura con i più importanti premi del settore, il premio Hugo e il premio Nebula.
La mia valutazione, tuttavia, è impietosa: la trama riesce ad essere al contempo semplicistica e ridicola, i personaggi sono tratteggiati in un modo banalissimo e superstereotipato, i dialoghi sono essi stessi assai piatti, e in breve a mio avviso non c’è nel libro alcun motivo di interesse.
Peggio, vengono trattati argomenti complessi, di scienza e di spiritualità, in un modo davvero pacchiano, mettendo tutto in un calderone confuso e poco realistico, oltre che poco interessante.
Gli spunti che avrebbero pretese religioso-spiritual-esistenziali, in particolare, sono talmente ridicoli che fanno persino ridere.
L’unica parte del libro che si salva è l’inizio, che pare accennare al confronto tra due civiltà molto diverse tra di loro, quella degli uomini e quella dei lithiani, ma è un bagliore che si spegne ben presto, per lasciare il campo a quanto detto poc'anzi.
Comunque, per completezza d’informazioni cito la trama in breve: siamo in un non troppo lontano futuro, e quattro ricercatori uomini, Cleever, Agronski, Michelis e Ruix Sanchez, quest’ultimo anche gesuita oltre che scienziato come gli altri, compongono la commissione che deve rapportare all’ONU sul pianeta Lithio, abitano da una specie intelligente di genere rettiloide, molto razionale e tranquilla.
Gli sviluppi della loro decisione, non unanime, porterà grandi sconvolgimenti persino sul pianeta Terra, coinvolgendo un alieno meticcio (Egtverchi), Satana, un rivoluzione mondiale e un eventuale armageddon.
Il tutto, come detto, in modo davvero semplicistico, poco credibile, e soprattutto poco godibile nella lettura.
In conclusione, Guerra al grande nulla è stato una grande delusione, e di mio non ve ne consiglio la lettura… e, anzi, esso mi ha spiegato come mai James Blish, a differenza di altri autori suoi colleghi, sia caduto nel dimenticatoio, mentre i vari Asimov, Vance, Van Vogt, Del Rey, Heinlein ed altri siano, ancora considerati tra i classici della fantascienza e tuttora apprezzati a acquistati.
Se autori come Isaac Asimov, Lester Del Rey, Alfred Elton Van Vogt, Lyon Sprague De Camp, Robert Heinlein, Frederik Pohl, Jack Vance, Fritz Leiber, sono stati grandi protagonisti di quel periodo letterario e culturale, altri viceversa vi hanno partecipato da comprimari, come l’autore presentato quest’oggi, che fa peraltro il suo esordio in Libri e Romanzi: parlo di James Blish e del suo romanzo breve Guerra al grande nulla.
E per fortuna che era breve, perché ho fatto davvero tanta fatica a finirlo… nonostante si trattasse di un romanzo premiato addirittura con i più importanti premi del settore, il premio Hugo e il premio Nebula.
La mia valutazione, tuttavia, è impietosa: la trama riesce ad essere al contempo semplicistica e ridicola, i personaggi sono tratteggiati in un modo banalissimo e superstereotipato, i dialoghi sono essi stessi assai piatti, e in breve a mio avviso non c’è nel libro alcun motivo di interesse.
Peggio, vengono trattati argomenti complessi, di scienza e di spiritualità, in un modo davvero pacchiano, mettendo tutto in un calderone confuso e poco realistico, oltre che poco interessante.
Gli spunti che avrebbero pretese religioso-spiritual-esistenziali, in particolare, sono talmente ridicoli che fanno persino ridere.
L’unica parte del libro che si salva è l’inizio, che pare accennare al confronto tra due civiltà molto diverse tra di loro, quella degli uomini e quella dei lithiani, ma è un bagliore che si spegne ben presto, per lasciare il campo a quanto detto poc'anzi.
Comunque, per completezza d’informazioni cito la trama in breve: siamo in un non troppo lontano futuro, e quattro ricercatori uomini, Cleever, Agronski, Michelis e Ruix Sanchez, quest’ultimo anche gesuita oltre che scienziato come gli altri, compongono la commissione che deve rapportare all’ONU sul pianeta Lithio, abitano da una specie intelligente di genere rettiloide, molto razionale e tranquilla.
Gli sviluppi della loro decisione, non unanime, porterà grandi sconvolgimenti persino sul pianeta Terra, coinvolgendo un alieno meticcio (Egtverchi), Satana, un rivoluzione mondiale e un eventuale armageddon.
Il tutto, come detto, in modo davvero semplicistico, poco credibile, e soprattutto poco godibile nella lettura.
In conclusione, Guerra al grande nulla è stato una grande delusione, e di mio non ve ne consiglio la lettura… e, anzi, esso mi ha spiegato come mai James Blish, a differenza di altri autori suoi colleghi, sia caduto nel dimenticatoio, mentre i vari Asimov, Vance, Van Vogt, Del Rey, Heinlein ed altri siano, ancora considerati tra i classici della fantascienza e tuttora apprezzati a acquistati.
Fosco Del Nero
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