Scrittore: Gildas Sagot.
Argomenti: librogame, fantasy, avventura.
Editore: E.L.
Anno: 1988.
Voto: 4.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.
Altro libro game recensito, dopo quelli già presentati (Oberon, Detective Club, Asimov Galactic Foundation): stavolta è il turno di Caithness l’elementalista, primo libro della serie Partita a quattro.
Intanto, una premessa: questa seria si distingueva proprio per il fatto di poter essere giocata da più lettori-avventurieri contemporaneamente, ognuno avente in mano uno dei libri della serie (gli altri tre sono Keldrilh il menestrello, Pereim il cavaliere e Kandjar il mago)… il che già da solo introduce un elemento complesso e innovativo, che ovviamente va realizzato come si deve per evitare che il gioco sia troppo complicato o farraginoso.
Ora, io ho giocato solo questo libro, ma ho il forte dubbio che una vera partita a quattro-multiplayer sarebbe davvero complessa… per il semplice fatto che l’avventura è complessa anche in solitaria.
La serie Partita a quattro, difatti, è ben lontana dai classici librogame, con un personaggio da costruire prima e una storia da seguire poi, ma propone svariate innovazioni: la mappa generale, in cui ci si può muovere quasi liberamente, il sistema dei turni, gli incantesimi da imparare a memoria, le scelte di potere tra i quattro atteggiamenti disponibili.
A parte incantesimi, sistema di combattimenti o atteggiamenti possibili, comunque, l’elemento sostanziale su cui si regge il librogame e su cui ha quindi puntato l’autore di Caithness l’elementalista è la mappa, con i vari posti che corrispondono ai vari paragrafi: ciò, se da un lato dà una sensazione di maggiore libertà, dall’altro diminuisce fortemente il fattore narrativo, e quasi lo fa scomparire, tanto che il libro, tra la mappa e le varie regole da imparare, alcune non tanto chiare, ha davvero poco sex appeal.
La storia l’ho fatta fino alla fine (anche se questa serie non propone una fine vera e propria data la sua struttura), però l’avventura mi ha annoiato per larghi tratti.
E, difatti, la serie Partita a quattro non è tra le più apprezzate nel mondo dei librogame.
Insomma, valutazione nettamente negativa per Caithness l’elementalista… tanto che non so se mi leggerò mai le altre avventure degli altri personaggi, che ovviamente, essendo anche sovrapponibili, ne condividono l’ambientazione generale (mappa e luoghi).
In conclusione, tra un libro deludente e l’altro inizio a sentire la mancanza di Sortilegio e delle altre mie serie preferite di librogame (Alla corte di Re Artù, Grecia antica, etc), che probabilmente prima o poi faranno la loro comparsa sul blog…
Intanto, una premessa: questa seria si distingueva proprio per il fatto di poter essere giocata da più lettori-avventurieri contemporaneamente, ognuno avente in mano uno dei libri della serie (gli altri tre sono Keldrilh il menestrello, Pereim il cavaliere e Kandjar il mago)… il che già da solo introduce un elemento complesso e innovativo, che ovviamente va realizzato come si deve per evitare che il gioco sia troppo complicato o farraginoso.
Ora, io ho giocato solo questo libro, ma ho il forte dubbio che una vera partita a quattro-multiplayer sarebbe davvero complessa… per il semplice fatto che l’avventura è complessa anche in solitaria.
La serie Partita a quattro, difatti, è ben lontana dai classici librogame, con un personaggio da costruire prima e una storia da seguire poi, ma propone svariate innovazioni: la mappa generale, in cui ci si può muovere quasi liberamente, il sistema dei turni, gli incantesimi da imparare a memoria, le scelte di potere tra i quattro atteggiamenti disponibili.
A parte incantesimi, sistema di combattimenti o atteggiamenti possibili, comunque, l’elemento sostanziale su cui si regge il librogame e su cui ha quindi puntato l’autore di Caithness l’elementalista è la mappa, con i vari posti che corrispondono ai vari paragrafi: ciò, se da un lato dà una sensazione di maggiore libertà, dall’altro diminuisce fortemente il fattore narrativo, e quasi lo fa scomparire, tanto che il libro, tra la mappa e le varie regole da imparare, alcune non tanto chiare, ha davvero poco sex appeal.
La storia l’ho fatta fino alla fine (anche se questa serie non propone una fine vera e propria data la sua struttura), però l’avventura mi ha annoiato per larghi tratti.
E, difatti, la serie Partita a quattro non è tra le più apprezzate nel mondo dei librogame.
Insomma, valutazione nettamente negativa per Caithness l’elementalista… tanto che non so se mi leggerò mai le altre avventure degli altri personaggi, che ovviamente, essendo anche sovrapponibili, ne condividono l’ambientazione generale (mappa e luoghi).
In conclusione, tra un libro deludente e l’altro inizio a sentire la mancanza di Sortilegio e delle altre mie serie preferite di librogame (Alla corte di Re Artù, Grecia antica, etc), che probabilmente prima o poi faranno la loro comparsa sul blog…
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