Scrittore: Walter Moers.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Tea.
Anno: 2003.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.
Solo di recente ho sentito parlare di Walter Moers, scoprendo che in realtà si tratta di un autore oramai molto affermato e da molti apprezzato, autore della saga di Zamonia, iniziata col libro Le 13 vite e mezzo del capitano Orso Blu, e proseguita con Ensel e Krete e Rumo e i prodigi nell’oscurità, il quale è il romanzo oggetto della recensione odierna.
Se ho cominciato dal terzo, è perché:
1. mi è capitato sotto mano questo,
2. ho letto che i vari romanzi sono sì calati nella medesima ambientazione, ma in realtà sono indipendenti l’uno dall’altro, e quindi leggibili separatamente.
Per fortuna, devo dire, giacché Rumo e i prodigi nell’oscurità, da solo, è capace di incutere un certo timore, con le sue 715 pagine stampate piuttosto fitte.
Insomma, è un bel mattoncino, che si approccia solamente sulla scorta delle opinioni quasi unanimemente positive relative a Walter Moers.
Meritate, devo dire, e ora vediamo perché.
Innanzi tutto, il libro parte già simpatico per via delle varie mappe e dei vari disegni che lo ornano, davvero tanti e davvero simpatici, pur nella loro semplicità. Fatti tra l’altro dallo stesso Moers, che è anche illustratore oltre che scrittore.
Secondo punto: il libro è l’incarnazione della fantasia e della creatività, e in 700 e passa pagine non si fa mancare praticamente nulla.
C’è, anzi, talmente tanto, che è persino difficile classificare Rumo e i prodigi nell’oscurità in un genere preciso: certamente l’area è quella del fantasy, ma c’è anche una forte componente umoristica, una forte componente avventurosa, a tratti sprazzi di intellettualismo, e i tanti disegni sparsi qui e lì unitamente allo stile descrittivo parecchio visivo del’autore gli danno un’aria da fumetto.
E, per non farci mancare niente, il romanzo possiede anche un’anima romantico-sentimentale, e possiede anche i contorni del romanzo di formazione, col protagonista che peraltro parte neonato e man mano diventa grande e forte.
Ecco in grandissima sintesi la trama di Rumo e i prodigi nell’oscurità: Rumo è un giovane croccamauro, ossia una specie di cane con delle corna sulla testa e un apparato fisico-sensoriale d’eccellenza, che lo porta ad essere un segugio e un lottatore nato.
La storia parte da un piccolo villaggio di Lontandisotto, una delle tante zone del continente di Zamonia, ma si sposta presto altrove: nelle Diavorocce vaganti, a Croccamauria, a Nebbiolina, nel Bosco delle Norme, a Forte Vermicchio, nel Mondo di Sotto, etc.
Dite un nome a caso, e probabilmente in Rumo e i prodigi nell’oscurità c’è una località che quantomeno gli somiglia… oppure un animale, oppure uno dei protagonisti, insomma qualcosa.
Se il protagonista indiscusso della storia è Rumo, vi sono molti altri comprimari, e anzi nel complesso veniamo a conoscere una pletora di strani animali e di strani personaggi: lo squalo-verme Smeik, per esempio, lo studioso dai quattro cervelli Kolibril, lo spadaccino Uscian DeLucca, i fratelli croccamauri Rolv e Rala, il primo avversario giurato di Rumo e la seconda sorella del primo e innamorata del secondo, il re folle Gaunab, il generale robotico Tiktak, le due essenze Dentedileone e Grinzold, imprigionate nella spada di Rumo e udibili mentalmente solo da lui... per non parlare di sanguisciutti, vermicchioni, vrachi, tartarini, tutte specie di animali stranissimi che si è inventato Moers e che abitano l’incredibile continente di Zamonia.
Una recensione di un giornale, per commentare Moers e la sua Zamonia, lo ha definito come il luogo “dove tutto è possibile, eccetto la noia”.
In effetti, è una buona descrizione dello stile narrativo di Moers e della sua straordinaria creatività, che non annoia pur in 700 pagine, pur alternando come ovvio che sia momenti più o meno ispirati, e spezzoni più o meno scorrevoli e fluidi.
Nel complesso, comunque, Rumo e i prodigi nell’oscurità è un libro che ha un valore assoluto, che certamente potrà piacere più o meno a seconda dei gusti, ma che comunque propone una sua ricetta validissima.
Poi, come sempre, tutto dipende da ciò che il singolo lettore cerca nel libro che sta leggendo; rimanendo in ambito fantasy, Rumo e i prodigi nell’oscurità non raggiunge il livello formativo de La storia infinita di M. Ende, né il livello introspettivo de Il mago di U. Le Guin, né l’umorismo de L'amuleto di Samarcanda di J. Stroud, né l’epicità picaresca de Lo hobbit di Tolkien, ma in quanto a creatività e fantasia credo non sia secondo a nessuno, pur non disdegnando nemmeno tutti gli altri versanti.
Insomma, Walter Moers qua da me è promosso a pieni voti, in attesa di future altre letture.
Fosco Del Nero
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