Scrittore: Terry Brooks.
Genere: fantasy, avventura.
Editore: Mondadori.
Anno: 1982.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.
Ormai parecchio tempo fa ho recensito La spada di Shannara, il primo romanzo del Ciclo di Shannara scritto da Terry Brooks.
Il quale non è che mi fece impazzire, anche per via dell’evidente plagio (non ispirazione o vaga somiglianza, ma proprio plagio) de Il signore degli anelli…
… tuttavia nel mentre mi ero già procurato i suoi due seguiti, ossia Le pietre magiche di Shannara e La canzone di Shannara, per cui così sia.
La recensione odierna è proprio riferita al secondo capitolo della trilogia iniziale, che poi è stata espansa con altri libri e altri cicli correlati.
Devo dire che, tra il primo libro e il secondo, Terry Brooks è migliorato molto.
Intanto, compie la scelta intelligente di staccarsi nettamente dal primo libro, protagonisti compresi e ambientazioni pure (anche perché probabilmente non sapeva come farlo proseguire, non essendoci un seguito de Il signore degli anelli!), e propone uno scenario completamente nuovo.
Quasi completamente, a dire il vero: le uniche conferme sono per il druido Allanon e per le pietre magiche di Shannara, oggetto centrale del primo libro, nel frattempo passate di mano dal precedente proprietario Shea al nipote Wil…
… il che, peraltro, volendo continuare le somiglianze con l’universo tolkeniano, ricorda molto il passaggio dell’anello da Bilbo al nipote Frodo (anche se a voler essere precisi nel primo caso la relazione è nonno-nipote, mentre nel secondo è zio-nipote).
Per il resto cambia tutto, e cambia completamente anche la missione: sconfitto il Signore degli Anelli… ehm, volevo dire il Signore degli Inganni, stavolta il nemico sono i demoni che stanno per infrangere il divieto dell’Eterea, un antico albero nato dalla magia elfica che è quasi giunto al termine della sua esistenza, cosa che porterebbe con sé l’invasione di una vera e propria armata demoniaca nelle Terre dell’Ovest degli elfi.
Dopo cinquant’anni dalla precedente minaccia (terre pericolose, a quanto pare), Allanon torna dunque in campo, coinvolgendo stavolta Wil Ohmsford, al quale è affidato il compito di proteggere la giovane elfa Amberle nell’improba missione che l’attende, quella di salvare l’Eterea ridandole nuova vita e così salvare anche tutte le terre conosciute, elfiche, umane o naniche che siano.
Le pietre magiche di Shannara come detto fa decisamente un passo avanti.
Il libro non si rivela un capolavoro del fantasy, ma un discreto romanzo sì.
Terry Brooks è riuscito a spurgare, oltre che i riferimenti all’opera di Tolkien, anche l’eccessiva semplicità di molte situazioni, nonché l’ingenuità di molti dialoghi.
Rimane una certa aria un po’ naif, per cui a volte si ha la sensazione di comportamenti, atteggiamenti o parole forzate, utili giusto a far andare la storia come desidera l’autore, senza però che vi sia in essi una coerenza interna, ma comunque la situazione è molto più leggera rispetto al precedente libro, che in questo senso era un po’ pesante.
Per il resto, qualche scenario un po’ scontato, ma un livello globalmente discreto, tanto che le 500 pagine del romanzo scivolano via abbastanza facilmente… impreziosite anche da qualche situazione dal sapore esistenziale, che sia voluta o non voluta dall’autore, e che lascio comunque alla lettura dell’eventuale lettore
Fosco Del Nero
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