Il cammino del mago

Titolo: Le trombe di Gerico - Trilogia templare 2 (The templare trilogy - 1 - The trompex of Jerico).
Scrittore: Nicholas Wilcox.
Genere: drammatico, avventura.
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro.
Anno: 2000.
Voto: 3.5.
Dove lo trovi: qui.


Tempo fa avevo letto e recensito I falsi pellegrini, romanzo d’avventura con sfondo storico scritto da Nicholas Wilcox e facente parte di una trilogia, la Trilogia templare, di cui mi erano stati dati in regalo i primi due libri: I falsi pellegrini, per l’appunto, e Le trombe di Gerico, oggetto della recensione odierna.

Il romanzo, pur se probabilmente immerso in una sorta di revisionismo, col fattore storico che era solo sfondo e rivisitato a piacimento, tanto più che si parlava dell’ordine dei Templari, tutt’ora avvolto nel mistero e sul quale dunque è quasi impossibile redigere documenti storici in quanto a obiettivi, credo interno, scioglimento, eventuale sopravvivenza, etc, si presentava gradevole dal punto di vista meramente narrativo, tanto che si era guadagnato una sufficienza, pur se stretta.

Molto probabilmente, se non avessi già avuto a casa il suo seguito, non avrei considerato la trilogia degna d’esser continuata… ma lo avevo, per cui ecco qui la recensione de Le trombe di Gerico, che si sposta dal quattordicesimo secolo al ventesimo secolo, nel bel mezzo della seconda Guerra Mondiale, che è lo sfondo storico di questo secondo romanzo della trilogia.

Passo subito alle due motivazioni che stanno alla base della debacle rispetto al primo libro.
La prima delle due è squisitamente narrativa: i protagonisti di questo secondo romanzo, semplicemente, sono meno carismatici e meno interessanti di quelli del primo romanzo, e già questo fa tutta la differenza del mondo.

La seconda delle due è forse persino più grave della prima, e consiste in ciò che avevo già intravisto nel primo libro, e che qua è portato all’ennesima potenza.
D’accordo, dai romanzi a sfondo storico non ci si aspetta “storicità” saggistica e storiografica, ma Le trombe di Gerico rasenta il ridicolo… e non nella questione dell’arca dell’alleanza, che diviene ciò che si accenna che fosse nella Bibbia, ossia un’arma vera e propria (questa, anzi, è forse la cosa più storica del libro), quanto nel modo spudorato in cui Wilcox presenta rispettivamente vincitori e perdenti della guerra.
D’accordo, la storia la scrivono i vincitori, lo si sa, ma c’è un limite a tutto: qua Churchill è buono, Eisenhower è buono, i tedeschi ovviamente sono cattivi, spregevoli, volgari, brutti e sporchi, mentre gli ebrei sono povere vittime... ma neanche tanto visto che dalla loro hanno la cabala e l’arca dell’alleanza. 

Peggio: i tedeschi sono invischiati fino al collo nell’esoterismo nero… mentre la cabala bianca degli ebrei fa vincere la guerra agli Alleati.

Romanzo ridicolo, letteralmente inchinato, prono, al revisionismo storico operato dall’Occidente in questi decenni, che tuttavia prima o poi sarà smascherato dalla storia perché, come diceva Buddha, “Tre cose non possono essere nascoste a lungo: il sole, la luna e la verità”.

E con questo libro Nicholas Wilcox entra nella lista dei “cattivi”. 

Fosco Del Nero


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