Il cammino del mago

Titolo: La spada delle rune - Saga della spada delle rune 1 (Kingmaker’s sword).
Scrittore: Ann Marston.
Genere: fantasy, avventura, drammatico.
Editore: Tea.
Anno: 1996.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.


La recensione odierna è dedicata a un romanzo fantasy, il primo di una trilogia, scritta da un’autrice che finora non conoscevo: il libro è La spada delle rune, la saga porta il medesimo nome, e la scrittrice è Ann Marston.

Andiamo a vedere come è andata, cominciando da un accenno sintetico della trama: siamo in un contesto fantastico e fortemente fantasy, di quel fantasy tendente all’heroic fantasy, con spada e magia. Il mondo è inventato, tuttavia lo stile dei popoli che vi abitano sa molto di Scozia, con tanto di tartan, kilt, capelli rossi, etc.
Il protagonista centrale de La spada delle rune è un ragazzo che da piccolo viveva come schiavo; veniva chiamato Mouse e il suo padrone, tale Drakon, era naturalmente cattivo e perfido, tanto da aver seviziato e ucciso davanti ai suoi occhi la ragazza di cui Mouse, adolescente, era innamorato, perché essa era destinata proprio a Drakon e gli era stata così “rubata”.
Quanto a Mouse, era destinato a diventare un eunuco… cosa che lo spinge a fuggire.
Dopo la sua fuga, incontrerà Cullin, un guerriero nobile, Kerri, una guerriera altrettanto nobile, e, sorpresa, scoprirà presto che è nobile di nascita pure lui, di nome Kian… e non solo, visto che di mezzo ci sono spade magiche, profezie, e altro ancora.

Detto della trama, diciamo ora qualcosa dei contenuti de La spada delle rune.
L’incipit, le primissime pagine, non è particolarmente accattivante, anche per via di un linguaggio il quale, seppur pulito e preciso, e anzi globalmente evocativo, risulta spesso ampolloso e pesante, e a tratti noioso. Fortemente descrittivo, sovente si perde nelle sue descrizioni… può piacere o meno, e a me non piace troppo, visto che io tendo più all'essenza che alla forma.
I nomi scelti dapprincipio fanno sorridere: Mouse e Drakon sono tra il banale e il ridicolo, mentre Isgard e Mendor ricordano troppo i tolkeniani Isengard e Mordor. In seguito tutto va ad assumere contorni più caratteristici e a mio avviso assai più efficaci.
Anche se l’esclamazione “Hellas”, ossia il nome antico della Grecia, lascia parecchio perplessi per dei guerrieri di stile scozzese.

Mi sono piaciuti di più invece i dialoghi, credibili e, da quanto entra in campo il personaggio femminile di Kerri, anche dotati di un certo humor, cosa che allenta un po’ la tensione della narrazione. Piuttosto intensa, cosa positiva, e anche piuttosto drammatica, fatto questo abbondante e sospettosamente forzato: molte morti, e spesso cruente, e violenze varie più o meno gratuite.

Passiamo alla trama: la storia fila via bene, e la trama è interessante, anche se tutto sommato leggera, nel senso che non succede moltissimo, e buona parte delle 270 pagine del testo di formato medio sono impiegate dalla descrizione sensoriale e visiva delle cose, che come detto a tratti mi è risultata pedante e noiosa.

Globalmente, comunque, ho sufficientemente gradito La spada delle rune.
Non so se, avendo avuto tra le mani solamente questo primo romanzo, mi sarei procurato anche i due successivi, ossia Il Re d’Occidente e La spada infranta, giacché non reputo tale lettura irrinunciabile per un fan del fantasy… ma avendoli già inclusi nel volume-trittico che ho acquistato, li leggerò senz’altro.

Fosco Del Nero


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