Il cammino del mago

Titolo: Il vagabondo.
Scrittore: Hermann Hesse.
Genere: saggistica, viaggio, psicologia.
Editore: Newton Compton.
Anno: 1896-1919.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.


Non credo che Hermann Hesse abbia bisogno di presentazioni; non tanto per il Premio Nobel per la letteratura vinto nel 1946, quanto per il fatto di aver scritto alcuni romanzi entrati letteralmente nella storia, e non solo della letteratura, ma della coscienza e dell’immaginario collettivo.
Si pensi a SiddhartaNarciso e Boccadoro, Il lupo della steppa, Il giuoco delle perle di vetro.

Tra i suoi romanzi, ce n’è uno intitolato Storia di un vagabondo… che è quello che pensavo che mi stessi accingendo a leggere, per quanto con un titolo leggermente diverso, Il vagabondo.

Viceversa, il volume che avevo in mano non era la suddetta opera di Hesse, ma una serie di suoi scritti, articoli, poesie o brani tratti da alcuni suoi libri, sul tema del viaggio e dell’esplorazione, esteriore e interiore.

Il tema è invero interessante, ma ciò non toglie che quella della casa editrice sia una manovra truffaldina e manipolatrice, atta a ingannare i suoi lettori… cosa che parla da sé della sua qualità, difatti contestata da diversi punti di vista, a cominciare dalle traduzioni, ma che dalla sua aveva il fatto di proporre letteratura classica, di ogni genere, a bassissimo prezzo e in edizioni super-economiche. In effetti, da adolescente ero un accanito lettore delle pubblicazioni Newton Compton, di genere fantascientifico, fantasy, orrorifico, ma anche dei classici, che per l’appunto mi potevo procurare a basso costo. Pro e contro come sempre.

Ma torniamo al libro Il vagabondo: dopo un’introduzione e una nota bibliografica, che sono in realtà piuttosto lunghi e riducono a sole sessanta pagine il contenuto vero e proprio dell’opera (al posto delle cento promesse in copertina… a proposito di essere cristallini e onesti), si arriva ai ventitrè brani proposti, che come detto spaziano dagli articoli alle poesie, e spaziano anche temporalmente, dal 1896 al 1919, nonché geograficamente, per quanto vi siano due luoghi ad avere preminenza, i quali entrambi sono stati importanti per la vita e la carriera di Hesse: l’Italia e l’India.

Oltre a poesie e articoli, nel catino viene buttato anche qualche brano dei suoi libri minori, come Novalis, Knulp, Hermann Lauscher.

Per quanto l’opera sia spuria e editorialmente discutibile, si tratta comunque di Hermann Hesse, ossia di una persona colta, intelligente, con una notevole apertura mentale e con una predisposizione agli apprendimenti esistenziali… che però si vedono poco in questi brani, come pure nelle sue opere successive e finali risultano solo parzialmente acquisiti, e infatti Hesse ha avuto una vita a dir poco frastagliata e incerta.

Ma ha dato così tanto all’umanità che certamente glielo si può perdonare.
Nel complesso, questo Il vagabondo è sufficientemente interessante, anche se il grosso di Hesse è ovviamente altrove.
Nel blog seguiranno a breve le recensioni di Peter Camenzind, Narciso e Boccadoro e Siddharta… e probabilmente anche di qualcos'altro in un futuro più remoto.

Fosco Del Nero


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