Il cammino del mago

Titolo: Le radici del male - Firewolf 4 (Sagas of the demonspawn - Ancient evil).
Scrittore: J.H. Brennan.
Genere: librogame, fantasy.
Editore: E.L.
Anno: 1985.
Voto: 5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.


Altro librogame recensito su Libri e romanzi: questa volta è il turno di Le radici del male, il quarto libro della serie Firewolf.

Quarto e ultimo, dovrei precisare, giacché la serie scritta dal buon J.H. Brennan, uno dei due o tre autori di librigame più famosi al mondo, termina proprio con Le radici del male.

La serie era iniziata con Il barbaro ribelle, che si distingueva in due sensi.
Il primo era un regolamento di gioco astruso che rendeva il librogame a dir poco difficile, se non proprio impossibile.
Il secondo era l’essere poco librogame e molto romanzo, con tanto di titoli dei capitoli… i quali ovviamente erano dei passaggi obbligati. E se ciò è abbastanza comune per un librogame, anche se non imprescindibile, il modo in cui il libro e l’intera serie di Firewof procede non è tanto quello di un librogame, in cui chi legge decide le sorti dell’avventura, quanto quello di un romanzo interattivo: la storia è quella, i capitoli sono quelli, gli eventi sono quelli, e il lettore decide solo alcuni particolari.
Quindi un librogame non molto librogame, diciamo… e forse non è un caso che in seguito Brennan si è messo a scrivere proprio romanzi, e non più librigame.

A Il barbaro ribelle seguirono Le cripte del terrore e Nel regno dei demoni, che andavano avanti per la medesima strada: ambientazione fantasy, combattimenti e magia, poche scelte sostanziali e capitoli immobili… e, ancora una volta, un livello di difficoltà esagerato, tanto che, o dico chiaramente, ho preso a leggere i libri della serie Firewolf senza fare combattimenti, ossia saltandoli come se fossero vinti in automatico.
Credo peraltro che lo stesso Brennan ci giocasse su, perché alcune cose erano davvero improponibili, e forse il tutto rientrava nel suo bizzarro senso dell’umorismo, per cui è famoso da Alla corte di Re Artù in poi.

Ad ogni modo, Le radici del male non è una grande conclusione della saga: devo essere onesto. È tutto un po’ forzato e anche un po’ stereotipato rispetto a quanto mostrato in precedenza: demoni, cripte, magia, le mappe su cui scegliere il paragrafo di destinazione.
Brennan se la cava perché sa scrivere bene e un minimo di brio ce lo mette sempre… ma Le radici del male non è una grande opera.
Forse l’unico spunto valido è quello legato alla spada del destino, mentre per il resto tutto è un po’ scontato e telefonato, e anzi probabilmente il peggiore dei quattro libri (due di essi mi son piaciuti abbastanza, uno decentemente, e questo ultimo mi ha deluso).

Serie Firewolf finita; ora passiamo ad altro.

Fosco Del Nero


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