Il cammino del mago

Titolo: Narciso e Boccadoro (Narziss und Goldmund).
Scrittore: Hermann Hesse.
Genere: avventura, esistenziale.
Editore: Mondadori.
Anno: 1930.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.


Dopo le recensioni de Il vagabondoPeter Camenzind e Siddharta, giunge quella del quarto libro di Hermann Hesse che mi son comprato: Narciso e Boccadoro, uno dei romanzi più famosi dello scrittore tedesco, probabilmente insieme allo stesso Siddharta, a Il lupo nella steppa e a Il giuoco delle perle di vetro (di questo ho ascoltato un lungo audiolibro, e prima o poi leggerò anche il libro).

Narciso e Boccadoro segue di otto anni Siddharta, e un lettore interessato agli argomenti esistenziali, come era lo stesso Hesse, si attenderebbe in un così lungo lasso di tempo un aumento di consapevolezza da parte di chi scrive… e invece non è stato così.
Anzi, in Narciso e Boccadoro i limiti di consapevolezza di Hesse si notano ancor più che in Siddharta, che forse è il libro meno hessiano tra i suoi (o almeno tra quelli che ho conosco io), e che anzi non pare nemmeno un romanzo quanto una composizione da tesi di laurea.

Viceversa, Narciso e Boccadoro è romanzo duro e puro, e narrativamente dà qualche lunghezza a Siddharta, che però, nel suo essere più lindo e sintetico, gli è avanti in quanto a messaggio… anche perché molto probabilmente per “comporlo” Hesse si è rifatto alla tradizione spirituale indiana, senza metterci troppo del suo.

Ma veniamo alla trama di Narciso e Boccadoro, ambientato in un Medioevo non meglio precisato temporalmente e geograficamente, ma molto ben precisato culturalmente: i due protagonisti si conoscono in un monastero cattolico e fanno presto amicizia, riconoscendo l’uno la grandezza dell’altro. Quella di Narciso, intellettuale ed erudito per vocazione, è un po’ più avanti essendo egli più anziano, mentre quella di Boccadoro, viaggiatore ed epicureo, è un po’ più indietro essendo egli più giovane.
Due qualità molto diverse, dunque, accomunate dal fatto di essere ognuna un’eccellenza nel suo campo, cosa di cui si avvede presto il savio Narciso, il quale è presente nella narrazione all’inizio e alla fine, mentre nel centro c’è il solo Boccadoro con le sue esperienza di vita… vivaci, variegate e dedicate al viaggio, alla sopravvivenza, alla carnalità e ai sentimenti.

Era da molto che un libro non mi teneva incollato alle sue pagine, anche in ore notturne, mentre Narciso e Boccadoro lo ha fatto: ciò, da solo, è un punto d’onore a suo vantaggio… ma che Hesse fosse un ottimo autore non era oggetto di discussione.
Non vi ho trovato la profondità che, otto anni dopo Siddharta, auspicavo che vi fosse, ma pazienza; il romanzo rimane comunque un grande romanzo, ed ha una dote non comune: quella di suggerire al lettore la sua natura, e quindi anche il suo destino inteso come percorso esistenziale preferibile, in base al fatto che egli si “sintonizzi” maggiormente con lo studioso Narciso o con l’artista Boccadoro.
Peccato che nessuno dei due personaggi arrivi al punto massimo di quella strada, ma come detto pazienza.

Nel cammino c’è comunque spazio per insegnamenti e riflessioni: sulla propria natura di fondo, come detto, ma anche sull’impermanenza delle cose materiali e sulla ricerca interiore.
Non tanto da farne un testo “esistenzial-spirituale”, ma abbastanza affiancato a un romanzo di gran qualità.

Fosco Del Nero


Per rimanere aggiornato con le recensioni di Libri e Romanzi, iscriviti al feed!

Argomenti