Ogni tanto mi rileggo qualche classico del passato, e questa volta è toccato a Il giro del mondo in ottanta giorni, il long seller di Jules Verne, romanzo entrato di diritto nella letteratura educativa per l’infanzia/gioventù nonché oggetto di diverse conversioni cinematografiche.
Peraltro, a essere onesto non son del tutto sicuro di averlo letto quando ero bambino, per cui questa potrebbe essere in verità la prima lettura… anche se la storia de Il giro del mondo in ottanta giorni è talmente famosa che gli eventi grossomodo son conosciuti.
Ecco la trama assai sintetica de Il giro del mondo in ottanta giorni: un bel giorno il ricco e abitudinario Phileas Fogg fa una scommessa con i suoi colleghi soci del Reform Club, un club di Londra per persone benestanti. La scommessa verte sul riuscire a fare il giro del mondo in ottanta giorni precisi, usufruendo ovviamente della migliore tecnologia dell’epoca, ossia del 1982.
In ciò coinvolgerà il suo domestico francese Passepartout… che è appena entrato al suo servizio proprio per la fama di abitudinario del signore inglese.
Sta di fatto che il viaggio prende il via, che il giovane francese accompagnerà il suo padrone, che i due vedranno tanti posti e usanze particolari e che durante il viaggio conosceranno diverse persone, tra cui la giovane donna indiana Auda e l’ispettore britannico Fix.
Va da sé che la tematica del viaggio compiuto in ottanta giorni è divenuta obsoleta, dal momento che tale viaggio oggi si compie, volendo, in poche ore. Non è tuttavia divenuto obsoleto, in quanto sempiterno, il valore di questo libro, ch’è un valore sia letterario sia educativo.
Dal primo punto di vista, abbiamo avventura e cultura, e scritte bene; dal secondo punto di vista abbiamo coerenza e onore, valori che nel corso dei decenni son gradualmente scemati… e difatti è in buona parte venuto meno anche il ruolo didattico, oltre che di intrattenimento, dei classici per l’infanzia, i quali peraltro son buoni anche per gli adulti. In realtà, qualunque libro che va bene per un bambino deve andar bene anche per un adulto, altrimenti non è un buon libro.
Penso ad esempio a Il mago di Oz, Alice nel paese delle meraviglie, I viaggi di Gulliver, L’isola del tesoro e tanti altri ancora, che in effetti non sarebbe una brutta idea recuperare, sia come letture per i propri figli sia come letture per se stessi (e in versione integrale, elemento che sottolineo dal momento che spesso gli editori avevano/hanno il bruttissimo vizio di accorciare i romanzi destinati all’infanzia, ovviamente peggiorandoli e facendo loro perdere integrità).
Tornando a Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, si tratta di un bel romanzo, con protagonisti che rimangono nell’immaginario, con avventure che hanno un piacevole sapore lette anche nel 2018 e con dei bei valori umani da trasmettere.
Una precisazione: io ho letto un’edizione di pregio, ben rifinita e con le illustrazioni originali, fatto che aumenta ulteriormente il fascino dell’opera (ho sempre pensato che in un romanzo dovrebbero esservi sempre delle illustrazioni, fossero anche solo in bianco e nero e d’aspetto semplice); la traduzione, invece, lascia un po’ a desiderare, con molti termini riportati in inglese per qualche misterioso motivo e parallelamente parecchi refusi.
Consiglio nel consiglio: cercate edizioni con illustrazioni.
Fosco Del Nero