Titolo: La lama dei druidi (Daggerspell).
Scrittore: Katharine Kerr.
Genere: fantasy, esistenziale.
Editore: Tea.
Anno: 1986.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.
La recensione de La lama dei druidi di Katharine Kerr non si prospettava affatto scontata: il romanzo, lungo circa 500 pagine, sulle prime non mi aveva catturato e neppure in corso d’opera, tanto che in diversi momenti ho pensato di interromperne la lettura, cosa che non ho fatto solo in virtù del mio voto di concludere i libri che inizio a leggere.
Tuttavia, in dirittura d’arrivo, più o meno nelle ultime 150 pagine, il libro ha cominciato a interessarmi ed è terminato al culmine del mio interesse… tanto che sono passato rapidamente dall’idea di disfarmi tanto de La lama dei druidi quanto del suo seguito, L’incantesimo dei druidi, che già avevo, all’idea di leggermi non solo il secondo romanzo, ma di completare la tetralogia, composta anche da Il destino di Deverry e Il drago di Deverry.
In generale, il cambio di rotta mi ha fatto collocare Katharine Kerr tra i migliori autori fantasy che ho mai letto: personaggi molto ben caratterizzati, trama accattivante, scrittura elegante ed efficace, e in più il valore aggiunto dei contenuti esistenziali, inseriti nel testo in maniera discreta, e ininfluente per chi non fosse loro interessato, ma ben visibili per coloro che invece avessero tale interesse.
A dirla tutta, La lama dei druidi, e presumo in generale tutta la Saga di Deverry, tratta i seguenti temi: reincarnazione, energia, destino, aura, corpi astrali, spiriti elementari, percorso evolutivo... e anche anime gemelle e magia, chiara e scura. Un programma affatto trascurabile, per quanto non sbandierato ai quattro venti.
Un consiglio: quando nel testo leggete “wyrd”, traducete con “destino”, e quando leggete “dweomer” traducete con “energia”, “maestria sull’energia” o “potere”.
Ecco la trama sommaria de La lama dei druidi, storia che si svolge su diversi livelli temporali: partiamo dal 1050 circa con le vicende di Cullyn e Jill, padre e figlia, il primo guerriero mercenario e la seconda aspirante tale; poi andiamo indietro al 640, e seguiamo la vicenda che dà origine al tutto: il quadrilatero tra Galrion e Brangwen, innamorati e promessi sposi, Blaen, anch’egli interessato alla ragazza, e Gerraent, il di lei fratello.
Dopo di ciò, ci spostiamo al 700 circa, seguendo le medesime anime incarnate però in corpi e in vite differenti… ma preda di dinamiche simili, col quadrilatero che è diventato un triangolo, giacché uno dei protagonisti, Galrion, è nel mentre uscito dalla ruota delle reincarnazioni per dedicarsi, sotto il nuovo nome di Nevyn, alle energie e al percorso evolutivo, suo e dell’umanità in generale. Non a caso, il suo nuovo nome significa “Nessuno”: ossia, l'ego è stato sconfitto.
Spiegate tali dinamiche, si torna al 1060 per il gran finale, comprendendo ora meglio il rapporto “storico” tra i vari protagonisti.
La lama dei druidi non è un libro per tutti, e per poco non venivo incluso io stesso nella non-lista, forse per averlo sottovalutato all’inizio o per avergli dedicato una lettura distratta nel suo abbrivio.
Sta di fatto che, pur non disdegnando l’azione, il testo propone soprattutto relazioni tra i personaggi e questioni emotivo-interiori, e in tal senso si vede che è stato scritto da una donna.
Una donna assai brava a scrivere e interessata ad argomenti esistenziali, il che rende La lama dei druidi un romanzo non solo bello, ma anche utile e ispirante.
Peccato che non sia più in stampa da anni, tanto che tutta la Saga di Deverry si trova solo sul mercato dell’usato. È un peccato perché i classici, i libri di valore, dovrebbero essere sempre in circolazione, magari al posto di qualche libro contemporaneo di scarso livello. Ma, per l'appunto, è tutta una questione di livelli, di coscienza e di periodo storico.
Fosco Del Nero