Il cammino del mago

Titolo: Il drago di Deverry (The dragon revenant).
Scrittore: Katharine Kerr.
Genere: fantasy, esistenziale.
Editore: Tea.
Anno: 1990.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


Dopo aver letto La lama dei druidiL’incantesimo dei Druidi e Il destino di Deverry, era scontato che leggessi anche il quarto e ultimo libro del Ciclo di Deverry, ossia Il drago di Deverry.
L’autrice ovviamente è sempre Katharine Kerr, e il romanzo è datato 1990.

Ecco la trama sommaria de Il drago di Deverry: Deverry rischia di vivere una guerra civile dovuta a una successione incerta. Rhys, il regnante di Aberwyn, uno dei regni di Deverry, è molto malato, forse vittima di un avvelenamento da parte di qualche nemico politico, e attualmente non ha alcun erede. L’erede al trono sarebbe così Rhodry, il fratello, che tuttavia Rhys aveva esiliato tempo prima… e che non si sa dove sia, né se sia ancora vivo.
Ecco che tutti si muovono per i loro rispettivi interessi: i nobili tessono trame politiche per approfittare della situazione; il maestro della luce Nevyn si muove per ritrovare Rhodry e portarlo a casa, e così pure il di lui fratello Salamander e l’innamorata Jill; il maestro dell’oscurità, il Vecchio, agisce invece per scopi opposti. In mezzo a tali grandi movimenti, si muovono anche personaggi secondari, o comunque secondari in questo romanzo: il padre di Jill, Cullyn; la madre di Rhodry, Lovyan; il bizzarro e bizzarramente dotato Perryn; il membro della confraternita oscura Gwin; l’altro membro Baruma; la matrona Alaena, e altri ancora… in effetti tanti altri che si fatica a ricordarne i nomi, e in tal senso non sarebbe stata una brutta idea un elenco dei personaggi messo a inizio o a fine volume. Perlomeno, ne Il drago di Deverry, a differenza dei precedenti tre libri della serie, non si torna indietro nel tempo, cosa che risparmia qualche sforzo mnemonico al lettore.

Devo dire la verità: Il drago di Deverry è il libro dei quattro che mi è piaciuto di meno. 
Katharine Kerr scrive sempre bene, naturalmente, ma in questo romanzo si perde qualcosa rispetto ai suoi predecessori, e anzi sembra un po’ forzato in taluni passaggi.

Inoltre, è anche quello meno significativo come contenuti simbolico-esistenziali, e anzi in esso c’è veramente poco, quasi niente, mentre al contrario i primi libri, soprattutto i primi due, si rivelavano piuttosto significativi da questo punto di vista.
Forse l’autrice aveva esaurito i contenuti e stava andando avanti per inerzia.

Questo, nonché qualche commento che ho letto in rete, mi ha convinto a non proseguire la letture con i cicli successivi. Se il Ciclo di Deverry è terminato con Il drago di Deverry, infatti, altre due saghe ne costituiscono il prosieguo: Le terre occidentali (composto da quattro libro), Le terre del drago (composto da tre libri)… e poi ci sarebbe anche The silver wyrm, saga inedita in italiano (e composta da altri quattro libri). 
Almeno per ora, ma magari in futuro rivedrò la decisione. Per il momento, dunque, mi congedo da Katharine Karr e dal suo bel Ciclo di Deverry.

Fosco Del Nero


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