Il cammino del mago

Titolo: L’incantesimo dei druidi (Darkspell).
Scrittore: Katharine Kerr.
Genere: fantasy, esistenziale.
Editore: Tea.
Anno: 1987.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Come ho scritto nella recensione de La lama dei druidi, il primo romanzo della Saga di Deverry di Katharine Kerr, mi stavo apprestando a terminare il tomo con una valutazione bassa e conseguentemente a mettere da parte il secondo romanzo, L’incantesimo dei druidi, che già avevo… 

… quando all’improvviso la mia valutazione sul testo è mutata, e nettamente, tanto che ora sono qui a recensire L’incantesimo dei druidi, secondo romanzo del ciclo in questione.

Come già aveva abituato il primo, anche il secondo libro effettua salti avanti e indietro nel tempo di Deverry, il quale sarebbe una sorta di mondo parallelo al nostro, con un passato in comune ma con un’evoluzione differente. In tale passato, ad esempio, si citano Greci e Romani, con tanto di nomi di alcuni autori, come Cicerone o Aristotele.
Il mondo in cui è ambientata la storia è però un mondo di stile celtico, e letteralmente fantasy, con tanto di magie, stregoni, incantesimi e altro ancora.

Quel che più interessa me, comunque, è la presenza di alcune tematiche esistenziali come la reincarnazione, il destino, il percorso evolutivo, nonché riti magici (di cui la Kerr dà notizia discretamente precisa, riti di magia nera compresi).

Anche stavolta abbiamo un protagonista principale, il mago Nevyn (che nel linguaggio della storia significa “Nessuno”… e anche questo da solo è un concetto esistenzial-evolutivo), circondato dalle nuove incarnazioni dei suoi amici: Jill e Rhodry, con la prima che è la sua antica innamorata Brangwen, la quale si reincarna di volta in volta in attesa di essere portata sulla "via del dweomer", ossia la via della maestria sulle energie… "wyrd" permettendo, ossia destino permettendo.

Stavolta la narrazione è meno cavalleresca, meno ambientata tra corti, cavalli e combattimenti, e più magica, giacché la battaglia tra il mago buono Nevyn e il mago oscuro Alastyr (e il suo apprendista Sarvyn) ha lo spazio principale sulla scena, e con essa folletti, incantesimi, visioni a distanza, e come detto riti di magia nera.

La scrittura è eccellente, i personaggi ben caratterizzati e la trama accattivante; la valutazione de L’incantesimo dei druidi è dunque tanto positiva quanto quella del suo predecessore, e stavolta senza il rischio di recensioni negative… tanto che mi sono procurato i due successivi e conclusivi romanzi della saga, Il destino di Deverry e Il drago di Deverry, che leggerò e recensirò in avvenire.

Per il momento, sistemo Katharine Kerr tra gli autori di narrativa fantastico-fantasy di ottimo spessore.

Fosco Del Nero


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