Il cammino del mago

Titolo: Il viaggio dell’assassino (Assassin’s quest).
Scrittore: Robin Hobb.
Genere: fantasy, drammatico.
Editore: Fanucci.
Anno: 1997.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui


Dopo L’apprendista assassino e L’assassino di corte, ecco il terzo e ultimo romanzo della Trilogia dei Lungavista scritta dall'ottima Robin Hobb: Il viaggio dell’assassino

Trilogia in senso stretto: più che di tre romanzi differenti, stiamo parlando di un’unica storia, suddivisa in tre volumi, tanto che i primi due libri si segnalavano, in negativo, per dei finali praticamente assenti.

Tuttavia, se la storia è unica, i romanzi sono piuttosto differenti tra di loro: L’apprendista assassino è un romanzo di formazione, che mostra il protagonista della saga, Fitz Chevalier, quando è bambino; L’assassino di corte mostra invece complotti, intrighi politici e obiettivi dei vari personaggi; Il viaggio dell’assassino, come suggerisce il titolo (in effetti i tre titoli sono molto “onesti”), descrive il viaggio di Fitz, e in ciò il romanzo è certamente il più fantasy e tradizionale dei tre, con le sue avventure, le sue difficoltà, la sua ricerca… nonché il finale, tanto imponente quanto rapido, che fa succedere nel giro di poche pagine più di quanto non era successo nelle precedenti 750.

Tanto è lungo, difatti, Il viaggio dell’assassino: molto lungo, molto descrittivo, a tratti ripetitivo, molto impattante… tanto che il personaggio di Fitz, ma anche coloro che gli girano intorno, rischiano seriamente di entrare dentro il lettore.

Ecco in breve la trama del libro: Fitz è scampato alla morte, grazie al suo senso dello Spirito, “resuscitato” da Burrich e Umbra, pur se la sua coscienza è ancora lontana e va “richiamata”, essendosi fusa per un certo lasso di tempo con quella del lupo Occhidinotte
Ripristinata la sua umanità, inizia per lui un nuovo percorso: ufficialmente morto, con Regal sul trono e la sua Molly sparita chissà dove, il suo nuovo obiettivo è quello di uccidere lo zio usurpatore, e parallelamente di ritrovare l’altro zio, Veritas, a cui di diritto spetterebbe il trono dei Sei Ducati.

I quali sono stati in buona parte abbandonati, da Regal, al loro destino contro i pirati delle Navi Rosse, le loro incursioni e la successiva forgiatura, che rende gli esseri umani gusci vuoti simili a zombi. 
La missione è doppiamente difficile: sul piano fisico, perché ora Regal ha a disposizione un intero esercito; sul piano invisibile, perché Regal comanda la confraternita creata da Galen e ora capeggiata da Fermo, assai più forte nell’Arte rispetto a Fitz.

Com’era stato per i suoi due predecessori, ho divorato anche Il viaggio dell’assassino, leggendolo d giorno e di notte… segno principale della bontà di un romanzo.

Non che il libro sia esente da qualche difetto: avrebbe potuto essere più snello, in taluni casi è ripetitivo, sia nelle considerazioni emotive del protagonista sia negli eventi esterni (compresi tanti salvataggi all’ultimo secondo), è molto arbitrario in alcuni punti (per esempio, il lupo ha una coscienza e una capacità di ragionamento e di linguaggio praticamente pari a quella umana, mentre tutti gli altri animali sono praticamente snobbati)… e certamente non risparmia al lettore alcuni colpi bassi.

Intendiamoci, se si sono lette le Cronache del ghiaccio e del fuoco si è abituati a ben peggio… anche se qui la sofferenza è più intima, mentre nel caso dei libri di George Martin lo sconvolgimento era più “esteriore”, legato a eventi e morti di taluni personaggi.

A proposito delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, successive di alcuni anni: a quanto pare la Hobb aveva anticipato Martin sul tema della riconquista del potere cavalcando dei draghi al proprio servizio… anche se ne Il viaggio dell’assassino il discorso è assai più ampio.

Ad ogni modo, terminata la Trilogia dei Lungavista, inizierò subito con la Trilogia dell’Uomo Ambrato, una delle tre trilogie della Hobb aventi come protagonista Fitz Chevalier (quella seguente è la Trilogia di Fitz e del Matto).

Al di là delle preferenze individuali per determinate ambientazioni o narrazioni, c’è assolutamente da dire una cosa: Robin Hobb, come scrittrice, sa il fatto suo.

L’editore un po’ meno quando pubblica, a inizio libro, una mappa praticamente illeggibile: sgranata e “mangiata” nella parte centrale che unisce le due pagine di sinistra e di destra. Non hanno controllato prima di stampare?

Fosco Del Nero


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