Titolo: Il segreto dell’alchimista.
Scrittore: Antonia Romagnoli.
Genere: fantasy, sentimentale, drammatico.
Editore: L’età dell’acquario.
Anno: 2008.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.
Dopo alcune recensioni dedicate ad altri generi letterari, con quella odierna torniamo al settore fantasy, facendolo peraltro con un titolo italiano, tanto nell’editore quanto nello scrittore.
Scrittrice, anzi, posto che il libro in questione è Il segreto dell’alchimista, scritto da Antonia Romagnoli e pubblicato nel 2008 da L’Età dell’Acquario.
Si tratta di un libro piuttosto corposo, formato da circa 600 pagine e quindi discretamente impegnativo da leggere.
Ne è valsa la pena?
Sì e no… vediamo perché.
Il segreto dell’alchimista parte coma un fantasy classico, ambientato in un mondo medievaleggiante e in cui la magia ha una componente importante.
Tanto importante che un misterioso e potentissimo mago sta uccidendo in modo truce tutti gli altri maghi (pochi, in realtà), in modo da rimanere l’unico e poi conquistare le Terre.
A contrapporsi a lui, Ester (maga e insegnante nella città degli studi di Palaistra), nonché Nimeon (principe ereditario delle Colline) e Van (prima allievo di Ester, e poi anch’egli insegnante), oltre che svariati altri personaggi secondari, tra soldati, maghi, re e cani parlanti…
Il segreto dell’alchimista è un romanzo che ha dei pro e dei contro.
Comincio biasimando il titolo, che lascia intendere tutto un altro tipo di romanzo e che quindi è fallace e poco rappresentativo.
Ma veniamo ai pro.
Tanto per cominciare, il libro è scritto bene, e già questa è una cosa non da poco, specie per uno scrittore semi-esordiente.
Ancora, il tutto si legge in modo abbastanza scorrevole, con la trama che scivola via, benché senza esaltare.
Infine, diversi personaggi sono costruiti bene, e presumibilmente si ricorderanno anche a distanza di tempo.
Ora andiamo ai contro.
La storia è per larghi tratti prevedibile, se non proprio scontata. Per esempio, il tema dell’unione tra mondo reale e mondo fantasy è decisamente poco originale, con lo spunto già utilizzato da miriadi di libri (al volo, cito Ende, De Camp, Donaldson, e non ci sto nemmeno pensando troppo).
Ancora, certe scelte narrative sono poco credibili da parte dei protagonisti delle vicende, e sembrano intraprese per far evolvere la storia in un certo modo più che per una reale loro sensatezza.
Infine, spesso il libro si dimostra troppo sentimentalista, quasi a livelli di soap opera; in tal senso, si vede che è scritto da una donna, con la protagonista femminile che ogni tot pagine si mette a piangere, si perde nei suoi complessi, fa continui tira e molla col suo bello, etc.
Un appunto particolare merita proprio il dualismo fantasia-realtà (magari chi non ha letto il libro ed è intenzionato a farlo non legga questo paragrafo): dove si finisce andando via dalle Terre?
Ma in Italia, e in particolare a Piacenza (fa sorridere peraltro che Ester si preoccupi di dove andrà a finire per tema di non conoscere la lingua parlata in loco, quando poi Nimeon la parla tranquillamente, senza che nessuna spiegazione sia addotta in merito).
Paradossalmente, poi, il tratto del libro ambientato in Italia, come detto banale alla base, si rivela forse il migliore del libro, fresco e leggero com’è (e, anzi, spesso durante il testo si ha la sensazione che la Romagnoli comprima il suo umorismo, che ogni tanto fa capolino, dimostrandosi superiore viceversa, almeno secondo me, alle parti drammatiche).
Non mi è piaciuto molto invece il finale, anch’esso prevedibile e semplicistico.
In definitiva, Il segreto dell’alchimista di Antonia Romagnoli a parer mio è un romanzo fantasy sufficiente; visto che solitamente punto al meglio, non ve ne consiglierei la lettura (perché leggere autori fantastici secondari quando si possono leggere Martin, Card, Tolkien, Eddison, Feist?)… tuttavia, visto che si tratta di un’autrice e di un editore giovani e italiani, che vanno incoraggiati, mi permetto di segnalarveli.
Fosco Del Nero
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