Scrittore: Ian Page, Joe Dever.
Genere: librogame, fantasy.
Editore: Edizioni E.L.
Anno: 1985.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: nel mercato dell’usato.
Recensione un po’ particolare quella di oggi su Libri e romanzi, giacché è la prima rappresentante di un genere narrativo decisamente particolare, di cui molti non hanno mai sentito parlare ma che è stata una delle mie passioni quando ero ragazzino: i librigame, o librigioco, se si vuole italianizzare il nome.
Per chi non sapesse di cosa si tratta, dirò che si tratta di libri, solitamente di genere fantastico e/o avventuroso, dotati di una trama e di un impianto narrativo di fondo, ma con la caratteristica di essere giocabili da chi li legge, il quale, seguendo un certo regolamento, e impersonando il protagonista della storia, può scegliere di volta in volta cosa fare e dove andare, interagendo così con la storia stessa, secondo possibilità più o meno vaste a seconda del singolo librogame.
Tali libri divennero famosi negli anni ''80, pur non essendo mancati tentativi precedenti (risalenti addirittura agli anni ''40), e lo divennero soprattutto con la collana di Lupo Solitario, rimasta difatti mitica o quasi, a cui si affiancavano peraltro tante altre serie, ognuna di un genere specifico (fantasy, fantascienza, horror, investigativo, storico, mitologico, rosa, etc) e con uno schema di gioco particolare.
Dopo un iniziale successo in Italia, che fece addirittura registrare un ritorno alla lettura dei bambini-adolescenti di allora, che viceversa si stavano avvicinando in massa a svaghi più tecnologici, la fiamma dei librigioco si spense, tanto che persino l’editore di punta, le Edizioni E.L. (dico di punta perché ad essa si affiancarono altri editori ed altre serie, comunque rimaste sempre minori), smise di stamparne… con l’imprevisto risultato di dar vita a una sorta di collezionismo delle vecchie edizioni, alcune difficilmente trovabili e venduti per cifre dai 50 ai 500 euro.
La recensione odierna si riferisce al primo libro della serie Oberon, una serie di genere fantasy, che è partita con Oberon il giovane mago, per terminare poi al quarto volume, e quindi relativamente presto (Lupo Solitario fu la più longeva, con ben 28 libri, mentre certe serie sono durate appena 1 o 2 volumi, per quanto il dato mediano era forse sui 5 libri).
Il protagonista della storia è per l’appunto Oberon, giovane mago sedicenne al quale viene affidata dai suoi mentori, i magi del popolo Shanti, una missione difficilissima: distruggere il dominio del negromante Shazarak.
Il primo passo da compiere è trovare l’antico popolo dei Kundi, gli unici a sapere dove trovare il Cancello dell’Ombra, entrata per il Mondo degli Astri, dove si trova la potente Pietra della Luna, con cui si potrà sconfiggere il mago nero.
Oberon parte così per la prima parte della sua missione…
Detto del genere e della trama sommaria, vengo ora al commento del libro: l’atmosfera è gradevole e sufficientemente convincente, e non a caso questa è una di quelle serie che è rimasta maggiormente nel ricordo dei “librogiocatori”, anche se a disdoro del libro va detto che la linea narrativa non si discosta mai dai canoni prefissati dai due autori, Ian Page e Joe Dever (quest'ultimo il creatore di Lupo Solitario), limitando molto la libertà del giocatore.
Altra cosa da dire: il livello di difficoltà, per i numeri proposti in fase di creazione del personaggio, è troppo elevato, nel senso che è davvero improbabile uscire indenni dai vari confronti e dalle varie difficoltà, persino con buoni valori di partenza.
Tali fattori minano la riuscita di Oberon il giovane mago, che comunque rimane un buon prodotto, avente peraltro alcuni spunti interessanti a livello di dialoghi e di concetti.
Per chi non sapesse di cosa si tratta, dirò che si tratta di libri, solitamente di genere fantastico e/o avventuroso, dotati di una trama e di un impianto narrativo di fondo, ma con la caratteristica di essere giocabili da chi li legge, il quale, seguendo un certo regolamento, e impersonando il protagonista della storia, può scegliere di volta in volta cosa fare e dove andare, interagendo così con la storia stessa, secondo possibilità più o meno vaste a seconda del singolo librogame.
Tali libri divennero famosi negli anni ''80, pur non essendo mancati tentativi precedenti (risalenti addirittura agli anni ''40), e lo divennero soprattutto con la collana di Lupo Solitario, rimasta difatti mitica o quasi, a cui si affiancavano peraltro tante altre serie, ognuna di un genere specifico (fantasy, fantascienza, horror, investigativo, storico, mitologico, rosa, etc) e con uno schema di gioco particolare.
Dopo un iniziale successo in Italia, che fece addirittura registrare un ritorno alla lettura dei bambini-adolescenti di allora, che viceversa si stavano avvicinando in massa a svaghi più tecnologici, la fiamma dei librigioco si spense, tanto che persino l’editore di punta, le Edizioni E.L. (dico di punta perché ad essa si affiancarono altri editori ed altre serie, comunque rimaste sempre minori), smise di stamparne… con l’imprevisto risultato di dar vita a una sorta di collezionismo delle vecchie edizioni, alcune difficilmente trovabili e venduti per cifre dai 50 ai 500 euro.
La recensione odierna si riferisce al primo libro della serie Oberon, una serie di genere fantasy, che è partita con Oberon il giovane mago, per terminare poi al quarto volume, e quindi relativamente presto (Lupo Solitario fu la più longeva, con ben 28 libri, mentre certe serie sono durate appena 1 o 2 volumi, per quanto il dato mediano era forse sui 5 libri).
Il protagonista della storia è per l’appunto Oberon, giovane mago sedicenne al quale viene affidata dai suoi mentori, i magi del popolo Shanti, una missione difficilissima: distruggere il dominio del negromante Shazarak.
Il primo passo da compiere è trovare l’antico popolo dei Kundi, gli unici a sapere dove trovare il Cancello dell’Ombra, entrata per il Mondo degli Astri, dove si trova la potente Pietra della Luna, con cui si potrà sconfiggere il mago nero.
Oberon parte così per la prima parte della sua missione…
Detto del genere e della trama sommaria, vengo ora al commento del libro: l’atmosfera è gradevole e sufficientemente convincente, e non a caso questa è una di quelle serie che è rimasta maggiormente nel ricordo dei “librogiocatori”, anche se a disdoro del libro va detto che la linea narrativa non si discosta mai dai canoni prefissati dai due autori, Ian Page e Joe Dever (quest'ultimo il creatore di Lupo Solitario), limitando molto la libertà del giocatore.
Altra cosa da dire: il livello di difficoltà, per i numeri proposti in fase di creazione del personaggio, è troppo elevato, nel senso che è davvero improbabile uscire indenni dai vari confronti e dalle varie difficoltà, persino con buoni valori di partenza.
Tali fattori minano la riuscita di Oberon il giovane mago, che comunque rimane un buon prodotto, avente peraltro alcuni spunti interessanti a livello di dialoghi e di concetti.
Fosco Del Nero