Scrittore: Arthur C. Clarke.
Genere: fantasy, avventura, esistenza.
Editore: Mondadori.
Anno: 1973.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.
Di recente mi son comprato, usato, un piccolo lotto di vecchi romanzi di fantascienza della collana Urania: Schiavi degli invisibili, Il segreto della doppia ascia, Una famiglia marziana, La pietra sincronica, Terzo dal Sole e Incontro con Rama.
I primi quattro li ho già letti e mi sono piaciuti tutti, per cui mi sono avvicinato a Incontro con Rama speranzoso che l’effetto scia continuasse…
… incoraggiato in questo dal fatto Incontro con Rama era scritto da un big della fantascienza come Arthur C. Clarke, autore di quel 2001 – Odissea nello spazio che ha fatto la storia del cinema e della letteratura stessa.
Sfortunatamente, nonostante il blasone e la buona fama che circonda il romanzo, non mi è piaciuto troppo, per i motivi che poi dirò.
Per ora, invece, ne traccio la trama sommaria: l’11 settembre (evidentemente è un giorno in cui bisogna stare attenti al cielo) 2077 un grosso meteorite si abbatte sulla Pianura Padana, devastandola e uccidendo tantissime persone (stiano attenti dunque soprattutto gli italiani di quelle parti).
Per prevenire altri disastri di quel tipo, viene fondato il progetto Guardia Spaziale, incaricato di sorvegliare i cieli con un potentissimo radar. Il quale, molti anni dopo, nel 2130, effettivamente scova qualcosa che si sta dirigendo verso la Terra.
Dapprima si pensa sia un meteorite, ma poi si nota indubitabilmente che trattasi di oggetto artificialmente, di forma perfettamente cilindrica.
Si tratta dunque di un prodotto di una civiltà aliena, enorme peraltro, e per indagare in merito viene spedita l’astronave Endeavour, guidata dal comandante Norton, il quale si troverà di fronte un mistero di non poco conto.
Incontro con Rama è romanzo che gode di buona fama presso i lettori della fantascienza più classica, ossia quella più mentale e scientifica.
E, in tal senso, il romanzo di Clarke rispetta tutti i suoi canoni: viaggio nello spazio, spiegazioni scientifiche, descrizioni fisiche minuziose e dettagliate, ignoto ed esplorazione.
In tutto ciò, la caratterizzazione dei personaggi è davvero scarsa, giacché, all’interno di questo scenario concettuale, si muovono figurine o poco più.
Inoltre il tutto sa terribilmente di freddo e di cerebrale… proprio come era buona parte della fantascienza degli anni “50-“60 e dintorni.
Ancora, la storia è piuttosto lenta.
Come sempre dipende da cosa piace a chi legge: quando io penso alla fantascienza penso ad Isaac Asimov e ai suoi contesti sociali e politici assai compositi e ricchi, o penso a Jack Vance e alla sua ottima caratterizzazione dei personaggi, o ancora a Alfred Elton Van Vogt con i suoi ritmi rutilanti.
Arthur Clark, con le sue descrizioni sì dettagliate e minuziose, ma anche terribilmente noiose e lente, non rientra nelle mie corde.
Così come non amo gli scampoli, le visioni ridotte e analitiche, mentre preferisco quelle panoramiche, ampie e sintetiche.
In Incontro con Rama viene descritto nel dettaglio un dettaglio, per l’appunto: dettaglio spaziale e temporale, ma il puzzle generale non è minimamente affrontato, tanto che la storia sostanzialmente termina senza che il lettore ne sappia di più rispetto all’inizio.
Insomma, Incontro con Rama dimostra che Arthur C. Clarke, pur bravo nel suo genere, non è il mio autore… e probabilmente è per questo motivo che esso non era ancora stato recensito sul blog e che non lo avessi mai letto prima di ora.
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