Il cammino del mago

Titolo: Io sono Rossamund - Monster blood tattoo 1 (Monster blood tattoo - Book 1 - The foundling).
Scrittore: D.M. Cornish.
Genere: fantasy, fantastico, avventura.
Editore: De Agostini.
Anno: 2006.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


Mentre alcuni libri li punto da lontano, perché ne conosco l’autore o la fama, altri mi capitano addosso come per caso, e così è stato per Io sono Rossamund, primo romanzo della trilogia Monster tattoo di D.M. Cornish, che ho adocchiato in un supermercato in una cesta di vecchi libri scontati e ho poi preso al volo.

Anzi, ad esser più preciso nella suddetta cesta ho adocchiato il secondo e il terzo libro della trilogia, ossia Luci dell'impero e All'ombra dell'imperatore… per poi recuperare in separata sede il primo dei tre libri, Io sono Rossamund, il quale è l’oggetto della recensione odierna.

Iniziamo subito ad evidenziare una particolarità di questo libro: piuttosto corposo dall’esterno, è in realtà meno sostanzioso di quanto non sembri, giacché su 450 pagine circa, 330 sono romanzo, e quasi 120 sono pagine di appendice, tra vocabolario, mappe, calendario, disegni di soldati imperiali, disegni di navi, etc.

Si dà il caso, infatti, che D.M. Cornish sia disegnatore, oltre che scrittore, e pure discretamente dotato su ambo i fronti.

Fatta questa ricca introduzione, passiamo alla trama sommaria di Io sono Rossamund: Rossamund è un orfano che vive presso la Stimata Società Nautica per Trovatelli di Madame Opera, che non è altro che un orfanotrofio in cui vengono accolti dei bambini, i quali vengono poi educati col fine di piazzarli presso alcuni lavori dell’Impero, quelli per i quali si dimostrano più portati. 
Abbiamo così educatori, insegnanti, e ragazzi di varie fasce d’età, tra cui Rossamund, che curiosamente porta un nome da ragazza.
Tra i vari personaggi presenti in questa fase della storia, abbiamo Gosling, il Maestro Fransitart, Verline.
Nella seconda parte, con Rossamund fuori dall’orfanotrofio e destinato ad un lavoro come lampionaio, conosciamo invece Capitano Poundich, Europe e il suo factotum Licurius, l’autista Fouracres, e altri ancora.

Il bailamme è discreto, nutrito anche dai numerosi mostri che si incontrano lungo il cammino, dal momento che Io sono Rossamund è un fantasy puro, e anche assai vivace.

Non è un fantasy campato per aria, però, e anzi Cornish crea letteralmente un mondo, di cui la ricca appendice ne è una rappresentazione: abbiamo una struttura sociale e politica, abbiamo diverse razze, tanti lavori socialmente utili, abbiamo tante mappe e tanti disegni, nonché tantissimi nomi un po’ bizzarri, che immagino siano costati un certo impegno al traduttore di questo fantasy assai fuori dalle righe, che non credo abbia avuto un gran successo – non in Italia, almeno – ma che ha dalla sua parecchi assi nella manica, tanto che sono contento di aver preso la trilogia in blocco, e tanto che il secondo volume, Luci dell'impero, non tarderà ad essere letto.

Osservazione finale: vanno bene le saghe, le trilogie e le pentalogie (ormai sembra che gli scrittori siano incapaci di scrivere meno di tre romanzi), ma un singolo libro deve avere perlomeno una fine.
Magari una fine non “definitiva”, ma almeno parziale, ciò che pare sia diventato cosa rara… e anche Io sono Rossamund non fa eccezione: si interrompe quando è terminata un’avventura, ma proprio all’inizio di un’altra, il che non è una fine degna di un romanzo.

Fosco Del Nero


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