Il cammino del mago

Titolo: La casa dell’alchimista (Das haus des alchimisten).
Scrittore: Gustav Meyrink.
Genere: grottesco.
Editore: Liberamente Editore.
Anno: 1932.
Voto: s.v.
Dove lo trovi: qui.


Inizio subito con due precisazioni riguardo a La casa dell’alchimista, ultimo lavoro di Gustav Meyrink.

La prima è che contavo di recensire il libro per il mio sito dedicato ai testi di genere esistenziale (com’è stato anche per Il golem, Il volto verde e La notte di Valpurga, che son sì romanzi, ma altamente esoterico-simbolici).
La seconda precisazione è anche il motivo per cui alla fine ho inserito il libro in questo blog: il romanzo è largamente incompleto, essendo stati scritti solo 3 capitoli sui 12 previsti.

Dei rimanenti si ha solo un’idea di massima, dal momento che l’autore austriaco aveva lasciato un “exposé” discretamente dettagliato, ossia un programma di come avrebbe voluto far procedere la storia… il quale peraltro si mostra discretamente diverso dall’esecuzione già nei pochi capitoli elaborati.

Per sopperire, almeno parzialmente, a tale brevità e mancanza, l’editore (non l'edizione presente in foto, visto che in rete non ho trovato l'immagine del libro in mio possesso) ha pubblicato anche il racconto L’orologiaio, accompagnato da un commentario intitolato La metafisica dell’orologiaio, di tale Arnold Keyserling.
Chiude il lotto un lungo commento di tale Gianfranco De Turris che porta il nome di Gustav Meyrink tra fantasia ed esoterismo.

A dire il vero, in apertura c’era anche una lunga biografia di Meyrink… tutto ciò volto a dare un certo numero di pagine alla pubblicazione monca, che peraltro non era stata indicata come monca, il che rappresenta una grave scorrettezza dell’editore, che basterebbe già a qualificare l’opera editoriale in senso negativo.

Per quanto mi riguarda, su circa 160 pagine di pubblicazione del volume La casa dell’alchimista, me ne interessava circa la metà, ossia quanto ha scritto Meyrink: il resto è un riempitivo che potrebbe risultare per alcuni interessante (anche se Meyrink andrebbe affrontato con la sapienza dell’iniziato, e certamente non con l’erudizione dell’intellettuale, com’è frequentemente), ma che non può comunque nascondere il fatto che si inganna il lettore… all’interno di un testo che dovrebbe essere evolutivo-spirituale, giacché l'autore in questione scriveva con l'intento di insegnare e ispirare, oltre che di intrattenere.

Parlando de La casa dell’alchimista, è davvero un peccato che Meyrink non abbia fatto in tempo a completare l’opera, poiché davvero essa si presentava come una delle sue più rappresentative. Anche perché egli non ci ha lasciato poi tanti romanzi, per cui uno in più sarebbe stato prezioso.

Stanti così le cose, non possiamo far altro che apprezzare quel che si legge nei capitoli scritti, nonché quel che si intuisce nel programma di scrittura: in quel poco c’era il miglior Meyrink, simbolico, affascinante, surreale, profondo, dallo slancio evolutivo pur in atmosfere decadenti o difficili (indimenticabile la sua Praga). 

Fosco Del Nero


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