Il cammino del mago

Titolo: La furia dell’assassino - Trilogia dell’uomo ambrato 2 (Fool’s gold).
Scrittore: Robin Hobb.
Genere: fantasy, drammatico.
Editore: Fanucci.
Anno: 2001.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui


Eccoci giunti al secondo romanzo della Trilogia dell’Uomo Ambrato, di Robin Hobb: La furia dell’assassino, che segue il precedente Il risveglio dell’assassino

… che a sua volta seguiva la Trilogia dei Lungavista, ossia L’apprendista assassinoL’assassino di corte e Il viaggio dell’assassino.

I luoghi e i personaggi delle due storie sono gli stessi, pur se a distanza di una quindicina d’anni, e nonostante in tale spazio temporale Robin Hobb ci abbia messo un’altra trilogia (leggibile a parte o insieme, secondo preferenze), ossia I mercanti di Borgomago.

Veniamo a noi e alla trama sintetica de La furia dell’assassino: Fitz Chevalier, oramai tramutatosi nel personaggio sotto copertura di Tom lo Striato, vive nuovamente a Castelcervo, dopo oramai molti anni, e collabora con Umbra negli affari del Regno. Sul trono siede Kettricken, vedova di Veritas, amato zio del ragazzo ora divenuto uomo, e dietro al trono sta Umbra, passato dal ruolo di assassino invisibile a quello di consigliere reale.

Salvato il giovane Devoto dal rapimento dei Pezzati, Fitz è comunque subissato di impegni e problemi: il ruolo fittizio di servitore di Messer Dorato (ossia il Matto), la collaborazione con l’ex mentore Umbra, le lezioni d’Arte prima a Devoto e poi a Ciocco, i contatti a distanza con la figlia di sangue Urtica, le intemperanze col figlio adottivo Ciocco, la relazione con Jinna, le minacce continue dei Pezzati, nonché risse da taverna, missioni diplomatiche e altro ancora (compresi antichi miti e rimembranze delle Navi Rosse).

In tutto ciò, non mancano gli screzi col Matto, con Umbra stesso, con Jinna e con Ciocco, per non parlare dei tentativi di assassinio.

Sarò sincero: dei cinque romanzi di Robin Hobb letti finora, questo è quello che mi ha coinvolto di meno, nel quale, anzi, ho visto in misura maggiore i difetti della scrittrice: una notevole lungaggine (anche se non succede niente, se ne vanno comunque centinaia di pagine), una certa predisposizione al melodramma (che differenza con gli scrittori fantasy maschi, sia nel bene che nel male), il medesimo schema di fondo (che ora è visibile e prevedibile, il che non aiuta la suspence).

Inoltre, ancor più che nei precedenti romanzi, l’autrice sembra si diverta a far capitare qualsiasi cosa spiacevole al suo protagonista: sembra quasi che abbia un conto in sospeso con lui (il quale, dal canto suo, mostra dei sensi di colpa per praticamente qualunque cosa, quasi tutti insensati). Peraltro, il protagonista stesso, quando potrebbe cavarsi d’impiccio semplicemente dicendo qualcosa (la verità, senza andare a cercare molto lontano), non lo fa, procurandosi problemi ancora maggiori (relazionali e non solo); la cosa è poco logica e anche leggermente snervante.
Va bene mettere fieno nella cascina dei problemi da affrontare, sia per la tensione scenica sia per macinare un certo numero di pagine, ma non bisogna abusare del meccanismo.

Per questi motivi, la valutazione de La furia dell’assassino è “solamente” discreta-buona e non ottima come nei quattro casi precedenti.

La Trilogia dell’Uomo Ambrato andrà a concludersi con Il destino dell’assassino.

Fosco Del Nero


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