Titolo: Fantasmi tedeschi.
Scrittore: Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Gustav Meyrink.
Genere: horror, racconti, fantastico.
Editore: Newton Compton.
Anno: vari.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.
E con questo siamo a quattro libri horror di fila.
Evidentemente è un momento propizio per il genere su questo sito.
Peraltro, questo è il secondo volume estrapolato dall’ormai storica collezione di libri orrorifici proposti anni fa dalla Newton Compton (molti si ricorderanno delle collane fantastiche o del terrore a 1000 lire): dopo Le case maledette, arriva ora Fantasmi tedeschi, piccola antologia dedicata per l’appunto dalla casa editrice ai racconti di fantasmi di varie nazioni.
Furono pubblicati, tra gli altri, Fantasmi italiani, Fantasmi irlandesi, Fantasmi inglesi… e anche Fantasmi tedeschi, per l’appunto.
Il testo contiene sei racconti, suddivisi equamente tra due scrittori, entrambi tedeschi, ovviamente, per quanto di periodo storico assai differente.
Il primo, il notissimo Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, vera icona del romanticismo europeo (da ricordare assolutamente i suoi Racconti notturni), nacque nel 1776 e morì nel 1822, mentre il secondo, il meno conosciuto Gustav Meyrink, nacque nel 1868, per poi morire nel 1932. Il nome di quest’ultimo è legato soprattutto all’opera di narrativa esoterica Il golem.
La prima cosa da precisare è che, mentre per noi contemporanei il vezzo delle storie di fantasmi è prevalentemente una rarità da film horror, viceversa nel 700 e nell’800 esso era un vero e proprio genere letterario a se stante, non a caso molto ricco sia nella quantità sia nella qualità.
Fantasmi tedeschi, come detto, propone sei di queste storie, tratte dalla ricchissima tradizione romantico-gotico-immaginifica della Mittel Europa, e, in questo caso, della Germania.
I tre racconti di Hoffmann qui proposti sono: L’ospite misterioso, Una storia di fantasmi, Il violino di Cremona.
I tre candidati di Meyrink, al contrario, sono: La seduta spiritica, Le stelle dell’aldilà, Chitrakarna.
Personalmente, sono un appassionato di letteratura, se non proprio del terrore, quantomeno del grottesco e del bizzarro (adoro Poe e Lovecraft, tra gli altri), per cui non posso non esprimere la mia ammirazione per i racconti di E.T.A. Hoffmann, le cui tre storie qua presenti ho trovato assai efficaci ed incisive.
Le ho preferite a quelle di Meyrink, al contrario meno immaginifiche e brillanti.
Ma questo è il mio gusto personale, col giudizio globale sul volume che, nonostante io preferisca le opere lunghe ai racconti brevi, va sicuramente oltre la sufficienza.
Fosco Del Nero
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