Titolo: La collana del vagabondo (The wanderer’s necklage - Part 2).
Scrittore: Henry Rider Haggard.
Genere: fantasy, fantastico, avventura, sentimentale.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 1914.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.
Da poco ho recensito la prima parte della saga di Olaf Spadarossa di Henry Rider Haggard, uno degli scrittori cui sono rimasto più affezionato dall’adolescenza, periodo in cui mi sono appassionato alla narrativa fantastica.
Di Haggard, scrittore divenuto celebre e apprezzato già in vita, mi ricordo sempre con piacere il long seller La donna eterna, compreso il suo seguito Il ritorno di Ayesha, letti molti anni fa e riletti un paio di volte nel mentre.
Di Bisanzio, invece, ossia il libro che recensisco quest’oggi, questa è “solo” la seconda lettura.
Bisanzio a sua volta è il sequel de La collana del vagabondo, per l’appunto il romanzo breve recensito di recente, rispettivamente seconda e prima parte del ciclo di Olaf Spadarossa, altrimenti noto proprio col nome de La collana del vagabondo, concluso dalla terza e ultima parte, La valle dei re.
Haggard ha uno stile di scrittura assai semplice e scorrevole, che cattura il lettore e lo porta fino al compimento dell’opera.
Il genere è una sorta di fantasy spurio, in cui l’elemento fantastico è sì presente, ma più che altro come spunto per narrare le vicende.
In Bisanzio stesso, peraltro, così come nella prima parte della saga, vi è appena un paio di spunti fantastici, mentre la gran parte dell’opera si concentra sui personaggi principali e le loro relazioni.
Anzi, il tutto va ad assumere quasi un sapore socio-psicologico, laddove il focus del libro è sulle vicende diplomatiche di palazzo, tra lo stesso Olaf e l’imperatrice Irene, suo figlio Costantino, l’ancella Martina e la dama Eliodora, passando per il capitano Jodd e l’eretico Barnaba.
Ne emerge una sorta di arazzo, vivace e colorato, fatto di tanti personaggi e interessi contrastanti.
Bisanzio non ha forse lo spessore o la lunghezza del grande capolavoro, ma ha comunque un fascino e una scorrevolezza innegabili, elementi che difatti costituiscono i principali tratti distintivi di Haggard, scrittore che strizza l’occhio al fantastico, ma in modo leggero.
Non a caso, Bisanzio, così come La donna eterna, mi sono rimasti nel cuore da tanti anni.
Henry Rider Haggard è uno scrittore che merita di essere letto, dunque, specialmente se si è appassionati di letteratura epica, fantasy, o fantastica in generale.
Fosco Del Nero
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