Il cammino del mago

Titolo: Il riscatto di Ender (Speaker for the dead).
Scrittore: Orson Scott Card.
Genere: fantascienza.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 1986.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.


La avevo promessa, ed eccola qui la recensione de Il riscatto di Ender, romanzo che segue il bellissimo Il gioco di Ender, uno dei libri più belli che abbia mai letto.
Come, peraltro, erano bellissimi gli altri libri che ho letto di Orson Scott Card, scrittore contemporaneo assai apprezzato e pluripremiato.

Di lui, per inciso, ho già recensito, oltre a Il gioco di Ender, anche Domani le stelle, I giorni del cervo, I ribelli di Treason, Il custode dell'uomo, trovandoli tutti ottimi libri.
Un autore che dunque è una garanzia.

Ora, occorre dire una cosa: realizzare il seguito di un capolavoro come Il gioco di Ender non deve essere una cosa semplice, sia perché si corre il rischio di farlo troppo simile al suo predecessore, sia perché occorre ripetersi su livelli qualitativi altissimi.

Ebbene, Orson Scott Card ce l’ha fatta.

Dico subito che tra i due preferisco il primo, ed era quasi inevitabile, ma comunque anche il secondo è un romanzo spettacolare, per quanto completamente diverso.
Se alcune caratteristiche sono evidentemente comuni, inevitabile impronta dello scrittore (la trama molto fitta, la grandissima profondità dei personaggi, il livello di coinvolgimento eccellente), Il riscatto di Ender differisce totalemente da Il gioco di Ender in quanto ad ambientazione e a struttura narrativa.

Siamo infatti passati dalla Scuola di guerra del primo volume, con protagonisti solo ragazzini ed Ender Wiggin centro inequivocabile delle vicende, a un pianeta intero, Lusitania, in cui si muovono popolani, politici, religiosi, scienziati, e in cui il punto di vista di Ender (prima ragazzo prodigio della strategia militare e ora "araldo dei defunti") non è più l’unico… e anzi per buona parte del romanzo nemmeno quello centrale.

Dimostrazione di assoluta padronanza narrativa dello scrittore: se è difficile essere un ottimo attaccante, è ancora più difficile disimpegnarsi bene in altri ruoli…

La molteplicità di punti di vista, peraltro, è arricchita stavolta da una nuova specie aliena, i pequeninos, mammiferi simili ai maiali, abitanti indigeni di Lusitania, poi colonizzato dagli umani, ancora indecisi su chi considerare “raman” e chi “varelse” (secondo la divisione concettuale operata da Demostene, ossia Valentine Wiggin, sorella di Ender).

Se è cambiato tanto, non è comunque cambiata, come dicevo, la qualità dello scritto, non a caso anch’esso, come il primo libro, vincitore sia del Premio Hugo che del Premio Nebula per l’anno in questione… e Card è l’unico scrittore ad essere riuscito nell’impresa di vincerli entrambi per due anni di fila…

Insomma, tanta bellezza, un intreccio magnificente e un’imponente introspezione psicologica fanno de Il riscatto di Ender un altro capolavoro da parte di Orson Scott Card.

Fosco Del Nero


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