Titolo: Il re non decapitato (The unbeheaded king).
Scrittore: Lyon Sprague De Camp.
Genere: fantasy.
Editore: Editrice Nord.
Anno: 1983.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.
Ecco la recensione del terzo e ultimo libro della trilogia di Jorian re di Iraz, scritta da Lyon Sprague De Camp tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 80.
Difatti, se il primo romanzo, La torre di goblin, era del 1968 e il secondo, Jorian di Iraz, del 1971, questo terzo libro, Il re non decapitato, è del 1983.
Tutti e tre i romanzi sono poi stati racchiusi nel medesimo volume da Editrice Nord, editore specializzato in narrativa fantastica.
Come ho già scritto nelle precedenti recensioni, Lyon Sprague De Camp è uno scrittore che mi piace parecchio: i suoi testi sono scorrevoli, divertenti, pieni di spunti e personaggi interessanti.
Se il genere è il fantasy, non si tratta certamente del fantasy più classico, per intenderci quello in stile Lo hobbit, La spada di Shannara o Eragon, ma di una sorta di avventura eroicomica piena zeppa di gag e spunti umoristici.
Ed ecco che, dalla fantasia di De Camp, esce fuori Jorian, nativo dell’Ardamai, figlio delll’orologiaio Trevor, ma incapace di continuare la carriera da artigiano del padre un po’ un po’ perché dotato di altri talenti, un po’ perché la vita lo conduce altrove.
Difatti, egli si ritrova in rapida serie soldato, re, consigliere di corte, assistente mago, artista di strada, avventuriero, operaio… e infine nuovamente orologiaio.
Il suo principale compagno di avventura è il mago Karadur, tanto anziano nel corpo quanto acuto e saggio nella mente, sorta di suo naturale complemento.
Il suo scopo principale, invece, ritornare insieme a sua moglie Estrildis, rimasta nel regno di Xylar, di cui lui è stato re e che ha abbandonato per la sua bizzarra usanza di decapitare il vecchio re ogni cinque anni in modo da evitare un eccessivo accentramento del potere.
Nell’esecuzione di tale missione (a Xylar lo cercano ancora per completare la cerimonia di destituzione del vecchio re e nomina del nuovo… ossia colui che prenderà al volo la sua testa decapitata), Jorian conoscerà tanti personaggi, dallo stregone Abacarus alla damigella di corte Margalit, dal buttafuori Boso alla maliziosa Vanora, alla maga Goania… passando per una miriade di eventi e personaggi secondari.
Il pregio principale di L.S. De Camp è uno stile narrativo molto sciolto e vivace, che rende i suoi libri piuttosto divertenti (a mio avviso, il secondo e il terzo romanzo sono un poco meglio del primo).
Tuttavia, si tratta di libri privi della pretesa del capolavoro fantastico (come potrebbe essere Il signore degli anelli, che può piacere o meno, ma che ha comunque uno slancio epico di una certa portata… si pensi oppure a Il serpente Ouroboros di Eddison).
In definitiva, una buona lettura.
Fosco Del Nero
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