Titolo: L’isola del giorno prima.
Scrittore: Umberto Eco.
Genere: storico, surreale.
Editore: Bompiani.
Anno: 1994.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.
L’isola del giorno prima (1994) è il secondo romanzo di Umberto Eco che recensisco, dopo l’ormai classico Il nome della rosa (1980).
Se Il nome della rosa è un romanzo facilmente identificabile in un genere letterario specifico, ossia una sorta di giallo-thriller coltissimo ed eruditissimo, L’isola del giorno prima presenta molte difficoltà di definizione.
È anch’esso, come peraltro era facile attendersi, un libro assai erudito, ma esso si muove tra vari generi letterari, e rimane quasi impossibile da inquadrare: è ambientato nel 1600, e quindi ha l’aria del romanzo storico, si muove tra il passato e il presente del protagonista, tale Roberto de la Grive, oscilla tra lo scritto psicologico e il trattato tecnico-scientifico, per poi sfociare nella dialettica filosofico-esistenzialistica.
Quel che è certo, comunque, è che non è un testo leggero…
Ecco in breve, molto in breve, la trama: Roberto de la Grive nell’estate del 1643 è vittima di un naufragio, e per giorni e giorni vaga su una zattera nel mare aperto… prima di approdare sulla Daphne, una nave apparentemente abbandonata, e tuttavia ricca di cibo, acqua, vita animale e vegetale, documenti e oggetti di ogni tipo.
Roberto si trova in una situazione difficile: non ha a disposizione alcuna barca, non può spostare la nave, non sa nuotare e peraltro un problema agli occhi lo costringe a uscire all’aperto solo dall’imbrunire il poi.
In più, pare che ci sia qualcun altro sulla nave, visto che sparisce del cibo e alcuni oggetti si muovono…
Le giornate vuote, in ogni caso, diventano un momento per rievocare il suo recente passato, dalla battaglia di Casale Monferrato al viaggio che lo ha portato al naufragio.
Alla fine, vari sono gli spunti che emergeranno dal testo, in primis quello dell’antimeridiano di Greenwich, che separa la nave dall’isola di cui si intravede il profilo nel mare… l’isola del giorno prima, per l’appunto (perché se sulla nave è lunedì, sull’isola è domenica, trovandosi essa al di là dell’antimeridiano)…
Se L’isola del giorno prima è un romanzo è difficile da inquadrare, è viceversa facilissimo da consigliare: piacerà senz’altro a chi ama i testi profondi e con dei contenuti importanti, mentre è facile che deluda, e anzi che annoi a morte, chi ama azione e dinamismo.
Fatto peraltro da attendersi da uno scrittore cerebrale come Umberto Eco.
Fosco Del Nero
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