Titolo: La luce fantastica (The light fantastic).
Scrittore: Terry Pratchett.
Genere: fantasy, umorismo, commedia.
Editore: Tea.
Anno: 1983.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.
Questo è il terzo romanzo di Terry Pratchett che recensisco, dopo Il colore della magia e A me le guardie!.
Tutti e tre, peraltro, fanno parte del Ciclo del Mondo del Disco (Il colore della magia è il primo volume, La luce fantastica è il secondo, mentre A me le guardie figura in elenco come settimo, ma occorre dire che sono numerosissimi i libri ambientati da Pratchett in Discworld, senza che vi sia per forza una consecutività tra l’uno e l’altro; anzi, questo secondo libro è l'unico tra tutti che segue come trama il precedente).
In diverse passate recensioni ho già evidenziato la mia propensione alla narrativa fantastica umoristica, che trovo, se ben congegnata, assolutamente irresistibile.
Un esempio di ciò è lo stesso Terry Pratchett, mentre altri autori che ho apprezzato sono Dominic Bark (Blart), Douglas Adams (Guida galattica per gli autostoppisti), Lyon Sprague de Camp (Jorian re di Iraz).
Ma veniamo a La luce fantastica.
In questo secondo libro della saga fantasy ritroviamo alcuni dei protagonisti del precedente volume, e sarebbe a dire il mago Scuotivento, il turista Duefiori e il bagaglio. Tutti e tre personaggi assai bizzarri… e forse il bagaglio non è il più strano dei tre.
Quanto a Scuotivento (Rincewind in lingua originale), si tratta di un mago rinnegato dalla magia, visto che, in parte per lo scarso talento e in parte per il fatto che un potente incantesimo si è insediato nella sua testa, facendo paura a tutti gli altri che non hanno voluto dunque rimanervi, in pratica non è mai riuscito a lanciare una magia ben fatta.
Fatto che gli è costata l’espulsione dell’Università della Magia.
Duefiori, invece, è un turista, proveniente da un mondo simile al nostro, che vaga per il Mondo del Disco alla ricerca di avventure.
Totalmente sprovvisto di senso dell’umorismo e di senso del pericolo, costituisce un’improbabile coppia con Scuotivento, che difatti lo sopporta con malcelata fatica.
Il bagaglio, infine, è una sorta di scrigno magio dotato di sua volontà, che segue Duefiori ovunque, da quando egli lo comprò in un negozio magico tempo addietro.
Tra gli altri personaggi, Cohen il barbaro, la vergine sacrificale Bethan, l’ambizioso mago Trymon, etc, tutti partecipi del tourbillon di eventi e di situazioni umoristiche.
E, a proposito di umorismo, se il tono generale della storia sa molto di surreale (e vorrei vedere), di grottesco e di ridicolo, ogni tanto Pratchett piazza un commento dei suoi… ed è esattamente questo il motivo (oltre alla grande capacità immaginativa) per cui adoro i suoi libri.
Devo essere sincero: non si tratta, in questo caso come in altri, di capolavori, visto che ai libri di Terry Pratchett manca la profondità dell’opera d’arte; ma comunque siamo di fronte a un ottimo rappresentante del genere fantastico-umoristico.
Consigliato per l'appunto per il divertimento e per l’originalità.
Fosco Del Nero
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