Titolo: Il nome della rosa.
Scrittore: Umberto Eco.
Genere: giallo, storico, thriller, religioso, esoterico.
Editore: Bompiani.
Anno: 1980.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.
Il nome della rosa è il primo romanzo scritto da Umberto Eco... e come libro d'esordio certamente non è male...
Sostanzialmente il genere narrativo è il giallo, anche se definire uno dei più importanti romanzi italiani di sempre un giallo è probabilmente un poco riduttivo. Vi sono tuttavia molti altri elementi, dallo storico al thriller, dal religioso all'esoterico.
Anche se ciò che maggiormente colpisce è certamente la grande cultura che esso letteralmente emana, e non a caso il romanzo propone differenti livelli di lettura, a seconda del tipo di lettore che lo impugna.
Il nome della rosa è ambientato nel Medio Evo (nel 1327) ed è presentato come il manoscritto di un anziano monaco relativo a un'avventura da egli vissuta da novizio al fianco del suo maestro in un monastero benedettino dell'Italia settentrionale.
Il protagonista novizio è Adso da Melk, mentre il suo maestro Guglielmo da Baskerville.
Ma molti personaggi del libro (alcuni fittizi e altri realmente esistiti), da cui è stato tratto il noto film con protagonisti Sean Connery e Christian Slater, sono memorabili: Malachia, Jorge, Salvatore, Abbone, Bernardo Gui, Remigio, Severino, Berengario, Venanzio, etc.
La trama in breve: il colto e acuto Guglielmo da Baskerville, noto per la sua abilità investigativa (egli tra l'altro è un ex inquisitore, e certamente ricorda il Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, come peraltro suggerisce la stessa provenienza di Guglielmo, citazione del più famoso scritto legato a Sherlock Holmes, Il mastino dei Baskerville; in tal senso, Adso sarebbe la controparte di Watson, e anche qui l'assonanza è evidente), è stato chiamato al monastero suddetto per investigare su una misteriosa morte che lo ha colpito.
Adso lo segue in qualità di suo allievo, e parteciperà a vario titolo alle indagini, che dureranno sette giorni e presenteranno numerosi colpi di scena, legati anche all'imminente concilio francescano che si svolgerà nel monastero.
Il nome della rosa, a mio avviso, è un libro semplicemente monumentale: la trama è ricca e coinvolgente, i personaggi come detto ben riusciti, i riferimenti culturali dottissimi e molteplici, e la scrittura dell'autore ottima.
Secondo me è uno dei migliori manoscritti italiani di sempre.
Chiudo con la citazione latina da cui ha origine il titolo del romanzo di Umberto Eco: "stat rosa pristina nomine, sed nomina nuda tenemus" (la rosa esiste prima e a prescindere dal suo nome, ma noi non ne abbiamo che il nome): all'uomo dunque sfuggirebbe l'essenza delle cose, al contrario di quanto sosteneva Aristotele.
Fosco Del Nero
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